salvatore davanti a me ha sparso sul tavolo i pezzi di lego che gli ho regalato, e ci sta costruendo una casa. una casa con tre porte e 4 finestre, tutte appiccicate. una casa senza muri e con la porta da calcio all'interno e una piscina. quasi quasi lo invidio perché non vivo nel suo mondo di fantasia dove le case hanno 3 porte attaccate ma sono inesorabilmente invasa dalla razionalità. intanto il fuoco nel camino brucia e io continuo a mangiucchiarmi i torroncini che sono in centro tavola, e poi gli struffoli, e poi ancora un fico secco e magari un albicocca secca e un pezzo di melone e perché no, un po di parmigiano. scoppio scoppio ma non so che mi piglia, non riesco a fermarmi. tra lego e cibi vari e' passato anche il natale allora mi soffermo qui davanti al camino e capisco che mi sento sempre un po fuori luogo. strano il gioco delle identità, il gioco degli spazi, non ti riconosci più, soprattutto a natale, quando i ricordi entrano senza bussare e trovano solo pezzi di te. ma io sorvolo, mi tengo i pezzi sparsi e i ricordi, bevo caffè e mangio struffoli in una casa che non ho mai sentito tale e che per me e' la casa dei miei genitori perché e' qui che hanno deciso di stare - senza troppa consapevolezza - dopo aver lasciato ciò che per me e i mie fratelli era casa vera. ora mille case e mille luoghi cercano di contenermi fino a quando avrò una casa senza muri e con solo porte e finestre come questa di salvatore da dove tutti i miei pezzi sparsi potranno entrare ed uscire senza difficoltà.
Photo: virginia
26/12/10
21/12/10
Christ Mas
londra splende di bianco e i postini scivolano sul ghiaccio poi ridono perche e' cosi, la neve fa ridere e allora meno male che e' arrivata. londra si blocca con la neve, i bus smettono di passare e a volte la metro pure. cosi sabato con le mie buste della spesa sono rimasta per ore alla fermata del bus mentre gli inglesi impazziti ed eccitati tiravano la neve dalle macchine e noi alla fermata infreddoliti e bagnati non potevamo che sorridere. perche si, la neve fa ridere anche gli inglesi. con tutta questa neve e gli incontri per farsi gli auguri iniziati a novembre, sembra natale da un mese ma a me manca entrare in una chiesa che profuma di natale, mi manca vedere un presepe, mi manca ascoltare della nascita, quella vera, del natale insomma. e se proprio devo dirla tutta a me mancano gli zampognari, ma quelli ormai sono rimasti negli anni napoletani. venivano a fare la novena, dall'otto dicembre alla befana, quindi bisognava aver pronto il presepe. io e i miei fratelli eravamo eccitatissimi vedendo questi uomini vestiti come i pastori del presepe che avevamo, con strumenti enormi e strani dal quale usciva un suono fortissimo e potente. li sentivamo dalle altre case e ci preparavamo a riceverli anche noi. ecco il natale era il suono degli zampognari piu di ogni cosa. quella musica davanti alla grotta del presepe incantava ed emozionava.
stanotte si parte e io ho un raffreddore di quelli da stare sotto le coperte per giorni interi. lascio la quiete di casa londinese per un tuffo, speriamo indolore, nel casino di casa ascione ma anche nelle risate di tore e negli occhi di angela.
stanotte si parte e io ho un raffreddore di quelli da stare sotto le coperte per giorni interi. lascio la quiete di casa londinese per un tuffo, speriamo indolore, nel casino di casa ascione ma anche nelle risate di tore e negli occhi di angela.
14/12/10
***
e all'improvviso ti scordi com'e' che le cose dovevano andare. ma pure se te ne ricordassi di sicuro non stanno andando in quel modo. la tua mente non sta ferma e inizia subito a pensare e cercare una via d'uscita, ne hai trovate tante. a volte hai dovuto sbattere contro muri a volte sei caduta ma poi ne hai trovate. c'e', certo che c'e'. eppure a volte penso che non c'ho capito niente, niente di questa vita niente della mia in particolare, niente di come si fa e di come si dice e di come si e'. niente di niente. mi sono persa qualcosa? ho perso il giorno della spiegazione? come quando a scuola eri assente proprio il giorno in cui spiegavano Il Teorema e tu che già con la matematica e la geometria e tutte quelle cose nn c'andavi d'accordo sai che potranno rispiegartelo mille volte ma la prima volta era quella importante, persa quella e' andata, non ci capirai mai più niente. ho perso qualcosa. perdo. forse e' questo ciò che l universo sta cercando di dirmi da un po di tempo facendomi perdere pezzi di me. ho perso il mio anello preferito, tiffany comprato a nyc, ho perso calzini, cappello. ho perso sciarpe ho perso felpe. perdo pezzi e ogni volta respiro profondamente ma in realtà e' questo ciò che vivo una continua perdita e a volte in giorni come questi sembra che qualcuno abbia sistemato una scritta luminosa P E R D I T A ovunque, a ogni angolo di strada.
questa e' la foto che rappresenta ciò di cui avrei voluto parlare oggi - io e ale a coxwold - neve, stelle, letteratura, architettura, amicizia, risate, vino, cibo e natura. appena riesco a scrollarmi di dosso questo senso di fallimento forse ne parlerò.
03/12/10
30/11/10
e fuori nevica
quando ho aperto le tende stamattina davvero non me l'aspettavo di vedere londra bianca coperta di neve. spesso nell'ultimo periodo aprivo le tende con quella speranza ma stamattina proprio no. sono rimasta spiazzata. cosa si fa? la lentezza e la determinazione della neve mi hanno sempre spiazzato. e sono andata giu a guardare il giardino, poi sono risalita, intanto si faceva tardi per il lavoro - cosa metto, cosa porto.
poi di nuovo a guardare fuori - la neve mi fa sempre pensare a perugia e a casa dello studente, a quell'allegria, all'eccitazione. mi fa pensare a quando ero piccolissima e a torre del greco nevicava solo sul vesuvio. ricordo che la mattina di natale speravamo sempre che ci fosse la neve. natale era con la neve in tutti i film e in tutti i libri tranne che a napoli.
ieri una persona importante che sta vivendo un momento di gioia mi ha scritto: tutto va veloce.
si, tutto va troppo veloce a volte e non c'e' mai un tasto di stand-by come per i film dove addirittura puoi tornare indietro per cogliere cio che non avevi colto. tutto va molto veloce. la neve no, la neve e' lenta ed e' la stessa, la stessa di 12 anni fa che cadeva su di me mentre uscivo dal pub dove lavoravo - il contrappunto - alle 3 di notte per tornare a casa - e tutto era bianco e silenzioso e perugia era meravigliosa e a me bastava quel bianco per essere felice.
ed io sono troppo nostalgica, lo so. ma come ha detto la mia amica marina oggi, sara' il freddo. sara' il ciclo.
28/11/10
sunday morning
serata di musica ieri. ma l'energia di queste serate scaturisce sempre dalla combinazione di elementi. mettiamo che il gruppo che suonava a londra e' un gruppo di musica raeggae-electro-dub napoletano - gli almamegretta - che fonda la propria musica sulla tradizione napoletana ri-vivendola, ri-arrangiandola, ri-maneggiandola e ri-creandola attraverso una ricerca musicale continua. quindi una canzone come sanacore cantata dai vecchi napoletani - e che io ho ballato in favolose notti di tammurriate vesuviane - viene cantata su un palco di londra con una base electro-dub e ballate da centinaia di napoletani espatriati che si portano dentro proprio cio che la canzone rappresenta in quel momento: tradizione e futuro, un passato che incontra altro, altrove. risultato: energia pura.
oggi londra e' brillante e ghiacciata - merita una passeggiata nei suoi colori. buona domenica mondo.
25/11/10
cosi
e' che rifletti ogni giorno su tutto, e a volte ringrazi di essere troppo stanca per poterlo fare, almeno la tua mente riposerà, ma poi ti accorgi di analizzare anche la stanchezza e i motivi e i perché e i percome. allora e' tutto un pensare, un analizzare, e' tutto una domanda e a volte una risposta che ti dai tu, ovviamente sempre tu. si perché, at the end of the day, sei tu. tu che ti alzi infreddolita e insonnolita la mattina, che apri le tende, che ti spingi in bagno e che scegli cosa mettere e che scendi in cucina e metti a fare il caffè e ti concedi 3 minuti, che siano 3 altrimenti sono corse e ansie. sei tu che pigli il bus rosso, che tiri fuori il libro, che ti perdi nei romanzi e fra la gente musona di questa città. sei sempre tu che arrivi al lavoro e che speri che la tua capa sia di buon'umore e che scenda il meno possibile nel tuo ufficio, che il telefono non squilli. sei tu, sempre tu, che vai via dall'ufficio e poi cosa? un po di pilates sperando di riprendere contatto con il tuo corpo, un po di spesa cercando di stare attenta che i prodotti di cui tu non hai bisogno non cadano nel tuo cestino. e poi arrivi a casa, cucini, ti siedi al tuo angolo di cucina. e sei tu. tu. tu che tra qualche giorno avrai un anno in più e persone in meno nella tua vita. ma sei tu che hai fatto delle scelte, sei tu, e te ne potresti dire tante ma in fondo a che serve? poi chiami casa, perché a volte hai bisogno di una voce di famiglia e per fortuna risponde tore e ti si scioglie il cuore e vorresti che fosse li con te, vorresti prenderlo in giro e farti prendere in giro, vorresti sentirlo ridere, quella risata fragorosa e vitale. e poi pensi che qui a londra raramente senti ridere. di quelle risate vere e genuine di quelle che poi si accompagnano a gesti, a pacche sulle spalle, ad abbracci. poi dopo tore mia nonna a cui chiedo le cose che ama raccontare, le ho detto che ho fatto gli gnocchi e lei si e' illuminata, l ho sentito dalla voce la sua luce, e allora mi ha detto la sua di ricetta e a sto punto mi sono illuminata io perché e' bello sentirla in un altro mondo, in un altro tempo. ma poi dopo due pezzi teneri della mia vita arriva la litigata con mia madre e tu ti dici, no, ora no, no. no. vorrei essere figlia per una volta e non madre di mia madre, non stasera, no. riattacchi e ti ritrovi con la tua cena davanti che sta li e sempre tu da sola e pensi, voglio solo un po di serenità voglio un po di pace, e vorrei staccarmi da me e non pensare, non accusarmi per poi consolarmi. poi penso che questo doveva essere altro ma e' venuto fuori così.
20/11/10
oggi parlo con le parole di qualcun altro
Creativity is the basis of self-expression. Why are some people supposedly more creative than others, and why can't others open themselves up enough to be able to express who they are?
Creation is the birth of something, and something cannot come from nothing. When someone creates something: a painting, a poem, a photograph, the creativity comes from an idea, from a feeling, from emotion, or from a combination of ideas, feelings and emotions that are somehow 'reborn' from all our experiences and perspectives.
Creativity is the desire to express ourselves. To formulate these expressions, we have to draw from our reservoir of experience, dreams, desires and experimentation and mix together what was, what is, and what could be... I don't think you can learn it, it is rather something that evolves. Your perception of everything in your life fills up this reservoir.
Some people are drawn to create and express themselves, others are drawn to reflect, to analyze. But in the end, they all could be creative if they had the desire to explore the way in which they are integrated in the world of their experiences. Because creativity is really a rebirth, a true tone we feel for ourselves and for our world. Then our work becomes a real part of who we are. Maybe all this is a question of how deep we are willing to go...
by Peter Lindbergh
with Lily, New York, June 1996
Creation is the birth of something, and something cannot come from nothing. When someone creates something: a painting, a poem, a photograph, the creativity comes from an idea, from a feeling, from emotion, or from a combination of ideas, feelings and emotions that are somehow 'reborn' from all our experiences and perspectives.
Creativity is the desire to express ourselves. To formulate these expressions, we have to draw from our reservoir of experience, dreams, desires and experimentation and mix together what was, what is, and what could be... I don't think you can learn it, it is rather something that evolves. Your perception of everything in your life fills up this reservoir.
Some people are drawn to create and express themselves, others are drawn to reflect, to analyze. But in the end, they all could be creative if they had the desire to explore the way in which they are integrated in the world of their experiences. Because creativity is really a rebirth, a true tone we feel for ourselves and for our world. Then our work becomes a real part of who we are. Maybe all this is a question of how deep we are willing to go...
by Peter Lindbergh
with Lily, New York, June 1996
09/11/10
A friend, a coffee and London
Vorrei scrivere di piu e non accetto di non farcela. Allora analizzo il perche. Saranno le otto ore in questa stanza asettica davanti ad una finestra che da' su un muro e dietro al muro un TESCO, catena di supermercati dalla qualita' bassissima, dove regna la globalizzazione. Saranno le tre ore che passo sotto terra, un po al mattino e un po alla sera, spostandomi da una parte all'altra di questa immensa citta'. sara' che poi rimane il tempo per la spesa, o per un piatto di pasta e un bicchiere di vino, due risate davanti a friends e... e non mi piace.
Sabato e' successa una cosa rara qui a londra: vagare per la citta' con un'amica senza una meta ben precisa.
Io e Silvia dovevamo andare a vedere la mostra di Gauguin alla tate modern, era un secolo che cercavamo di organizzarci e un secolo che avevo proprio voglia di immergermi in un po di arte. Sabato freddo, invernale, quelli belli con il cielo pulito e con il freddo pungente. Arrivate alla tate ci hanno detto che avremmo dovuto prenotare, tutto pieno. Ecco, nella lista delle cose che odio di questa citta' c'e' questo: bisogna prenotare tutto, niente spazio all'improvvisazione!! ok. Prenotato il nostro Gauguin per il mese prossimo - ebbene si, in due non siamo riuscite a trovare una data prima del 3 dicembre! - ci incamminiamo verso non si sa dove. Io adoro la zona south east di londra, adoro il lungo tamigi, adoro quel pezzo che dalla tate arriva fino al london bridge. cominciava a fare buio e senza accorgecene ci siamo ritrovate a vagare in una londra dell'ottocento, pub, case, ponti e lampioni iniziavano ad illuminarsi e all'improvviso siamo sbucate a borough market, nel momento in cui i mercanti cercano di vendere le ultime cose e le persone si fanno ammaliare dai profumi, dai colori e ingannare dal languorino che ti prende alle 5 di pomeriggio. Ammaliate ci siamo comprate una specie di crepe e ovviamente alla bancarelal dopo allo stesso prezzo abbiamo trovato uno sfiulatino con prosciutto e formaggio! Ma io avevo dato i miei ultimi tre pound per quella crepe, quindi foto ai panini e via. Un mercato che finisce e' davvero affascinante, la gente e' stanca ma soddisfatta, si ferma a chiaccheirare, qualcuno urla l'ultimo affare della giornata, c'e' chi ha fretta di tornare a casa dopo una giornata al freddo, c'e' chi pulisce e chi mette apposto. Io mi sono incantata davanti al fioraio che rientrava fiori bianche e rossi. Accanto al fioraio ci siamo infilate in una caffeteria e li e' stato il culmine della bellezza. Monmouth Coffee e' un posto dove io ci passerei le ore, vi dico solo che al centro di questo posto c'e' un tavolo di legno grezzo, lungo dove tutti possono sedersi e in centro c'e' pane e marmellata. Il caffe' non e' solo caffe', ma e' caffe' con miscela dall'Africa, dall'America centrale, dall'America del sud o dall'Asia. Decidi tu. Lo zucchero viene dalla Costa Rica e il latte da una fattoria nel Somerset. Al caldo abbiamo chiacchierato delle nostre diversita' e abbiamo riso e pensato e poi ci siamo salutate e io ho pensato che nello stesso pomeriggio londra la puoi amare e odiare. E anche nello stesso post di un blog.
31/10/10
29/10/10
22/10/10
Winter
Oggi e’ arrivato l’odore dell’inverno. Poca importa se e’ ottobre. Stamattina ho aperto la porta ed era li’. Cielo azzuro, ghiaccio sulle macchine e un odore pungente e fresco. A me fa sorridere, l’odore dell’inverno. Chissa come mai. Credo fondamentalmente perche’ a questo odore sono legate un sacco di immagini belle. Le piu recenti sono quelle di una Torino cristallizzata e abbracciata dai monti innevati. Le piu vecchie sono il mare agitato dal vento a Napoli, le caffetterie affollate e i vetri appannati, le sere passate chiusi in macchina per decidere dove andare e poi non si andava. Si stava. In mezzo c’e’ Perugia e le cioccolate calde al caffe’ morlacchi, d’obbligo dopo le lezioni di francese che finivano sempre alle otto di sera, poi verso casa dello student in mezzo alle luci di questa citta’ un po’ presepe. Insieme all’inverno a londra e’ arrivato il film festival; il bisogno di comprare delle scarpe; di recuperare il cappello di lana comprato l'anno scorso per Stccolma; la voglia di zuppa; la prenotazione dei miei primi viaggi alla scoperta di questa isola – Dover e York. Intanto, e forse non c'entra niente con l'inverno o forse si? - mi e' venuta fame di libri, ma una fame che non riesco a controllare, ne sto leggendo 4 e lo faccio ovunque, infastidendomi appena qualcosa o qualcuno mi interrompe. Stamattina ho finito: Mia Suocera Beve. E purtroppo non e' stato un granche, e mi chiedo ma perche' c'e questa moda dei libri che devono per forza far parte di una serie? Non puo un libro bastare a se stesso, essere unico, nascere e morire ed essere ricordato per quello che era e per quello che ha suscitato, ha dato, ha tolto? Mia Suocera Beve non ha niente a che vedere con la bellezza di Non Avevo Capito Niente. Lo stesso personaggio - Vincenzo Malinconico - qui e' quasi noioso, logorroico, pesante. Ammetto che mi sono ritorvata a saltare passaggi interi, e se un lettore salta dei passaggi senza che la comprensione del libro ne risenta, senza che nessuno filo si spezzi ma anzi per riuscire ad arrivare alla fine, vuol dire che quei passaggi poi non erano cosi essenziali. Insomma un po di cose mi sono sembrate scritte a forza. Peccato.
Ed ecco gli altri libri che sto leggendo: C per il bookclub mensile; Villa Triste per lavoro e il mitico He's Just Not Thant Into You perche' una donna non puo non leggerlo.
Buon inverno.
Ed ecco gli altri libri che sto leggendo: C per il bookclub mensile; Villa Triste per lavoro e il mitico He's Just Not Thant Into You perche' una donna non puo non leggerlo.
Buon inverno.
13/10/10
voi siete QUI
insomma, il cielo continua ad essere grigio. c'e' poco da fare, e non e' una grossa novita' visto che vivo a londra e non a marrakesh. solo che a volte si sopporta di piu, a volte di meno. oggi siamo e' un pieno "di meno". perche'? perche' e' uno di queli giorni in cui te ne staresti con le pantofole a casa dei tuoi. si, avete capito, non a casa tua ma a casa dei tuoi. uno di quei giorni in cui vorresti startene in un posto che ha il sapore di famiglia, anche se la tua famiglia non la tolleri per piu di 3 ore e mezza, anche se ti mettono ansia, pressione, e non hanno niente a che vedere con il tuo mondo. oggi vorresti camminare in pantofole sul pavimento lucido di tua madre, affondare sul divano e sentire il rumore rassicurante di tua madre di la' in cucina. il suo regno. ci starebbe bene tore che torna da scuola, con uno zaino che pesa piu di lui e gli arriva alle caviglie e quando gli chiedi cosa hai fatto a scula ti dice "niente" e se gli chiedi, come niente, ti dice "eh, i compiti". gia', niente.
inoltre il muro che ho proprio davanti alla finestra dell'ufficio non aiuta. ho pensato allora che avrebbe potuto darmi un po di respiro - letteralmente visto che in questi momenti il cielo sembra che stia per venire giu e schiacciarti - decidere o almeno individuare il mio prossimo viaggio. allora mi sono ricordata della locandina davanti alle scale mobili della metro stamattina e me ne sono andata per qualche minuto QUI
inoltre il muro che ho proprio davanti alla finestra dell'ufficio non aiuta. ho pensato allora che avrebbe potuto darmi un po di respiro - letteralmente visto che in questi momenti il cielo sembra che stia per venire giu e schiacciarti - decidere o almeno individuare il mio prossimo viaggio. allora mi sono ricordata della locandina davanti alle scale mobili della metro stamattina e me ne sono andata per qualche minuto QUI
08/10/10
pezzo di lego
io e simone di sicuro avevamo in comune la nostalgia. ci piaceva proprio. spesso parlavamo del nostro passato e spesso, dei nostri nonni. un giorno simone mi parla di jack frusciante e' uscito dal gruppo, facendomi una citazione da quel libro. questa: "Quando morirà mia nonna non ci sarà più nessuno nel pezzetto di lego della mia vita dove mangiavo le stelline in brodo a casa sua e restavo da lei a dormire e mi dava un pigiama che mi faceva prurito...". vi devo dire che tutto il libro di enrico brizzi non vale la bellezza e la tristezza di questa frase. simo mi ha trasmesso tanto, più di quanto io mi sia resa conto all'epoca, ma se il mio pensiero cade su di lui a me viene in mente il pezzo di jack frusciante.
intanto io mia nonna la perdo ogni giorno, pezzo dopo pezzo. o forse l'ho già persa. non sente quasi più e non riusciamo più a chiacchierare al telefono. quando vado a trovarla la vedo che sta li avvolta dalla tristezza. eppure il suo sguardo e' profondo, i suoi occhi sono grandi, le sue guance morbide. l'ultima volta mi ha chiesto di metterle un po di smalto, a lei piace lo smalto rosso, ma in casa c'era solo quello rosa. ieri le ho comprato lo smalto rosso. la prossima settimana le sue mani assomiglieranno un po di più a quelle di qualche anno fa.
07/10/10
04/10/10
noccioline
io sono follemente innamorata dei peanuts. da piccola su un canale sconosciutissimo della tv aspettavo con ansia i cartoni sui peanuts, la musica le poche parole e le scene coloratissime mi facevano impazzire. passerei ore e ore a leggerli e adoro i disegni, piu di tutto amo le scene notturne, dove i piccoli guardano in su verso un cielo stellato e si scambiano perle di saggezza (o meglio, peanuts di saggezza). la loro poesia e' disarmante. quando stavo per laurearmi parlando della mia passione per questi esserini con il ragazzo di un'amica questo mi ha svelato che sua zia aveva nel garage di casa a roma centinaia di Linus dagli anni 70 in poi e che se ne sarebbe sbarazzata da li a poco. Su Linus apparivano le strisce italiane di Charles Shultz. Al pensiero che queste pagine originali e preziose sarebbero andate al macero mi sono sentita male. Questo ragazzo ha trasportato le scatole con i Linus da Roma a Perugia e hanno riempito la mia camera di casa dello studente nel lontano 2003. nelle strisce di charles Schultz c'e' sempre una risposta, c'e' sempre una riflessione, e' impossibile non sentirsi uno di loro, o un po' tutti loro. io ad esempio sono innamorata del sarcasmo di snoopy, della sua indipendenza, della sua fantasia, delle sue passioni - ad esempio quella della scrittura - del suo spirito d'avventura. pero' come si fa a non sentirsi charlie brown? inadeguato, triste, solo, impacciato. e, perche' no, un po linus? legato alla sua coperta e maltrattato dalla sorella maggiore, incompreso nella sua genialita'. e ce ne sarebbero tanti da nominare. io consiglio a tutti di perdersi per un po' nei peanuts, nei loro colori, nelle loro parole, credetemi il mondo fuori sembrera' piu sopportabile. PS: non ho detto ch eil 2 ottobre e' stato il compleanno dei peanuts. 60 anni. date un'occhiata qui. per una striscia al giorno consiglio questo.
24/09/10
era sempre una casa d'inverno
io da piccola amavo disegnare le case. e le disegnavo come mi insegnavano a scuola: con il tetto a punta, con il comignolo, con le finestre divise a loro volta da una croce interna. pero succedeva che mi guardavo attorno e le case di torre del greco, e quelle dei paesi vicini, e tutte quelle di napoli avevano il tetto piatto, non avevano comignoli ma al limite tante antenne, e piu che finiestre avevano un sacco di balconi. come si spiegava sta cosa? boh, nessuno me l'ha mai spiegata e io ho accettato che le case si disegnassero in un modo ma nella realta' fossero in un altro. e sono cresciuta cercando quella casa con il tetto a punta (rosso, assolutamente rosso il tetto doveva essere) e con le finestre e con i comignoli dal quale usciva sempre il fumo. la casa che disegnavo era sempre una casa d'inverno. intanto intorno a me non solo non c'erano case che somigliassero a quelle che le maestre ci insegnavano a disegnare, ma non c'erano case. nel senso che c'erano palazzi, con tante famiglie, tanti piani, tanti balconi, tante antenne. niente case con una sola porta al centro, con due finestre ai lati e con il bellissimo tetto a punta. rosso. cercavo questa casa inconsciamente in ogni posto in cui andassi. ma niente.
un giorno la mia famiglia dice: ce ne andiamo. andiamo in umbria. ora in umbria le case iniziavano ad avere una vaga somiglianza alla casa dei miei disegni. non c'erano piu tante famiglie e grossi palazzi e qualche tetto a punta spuntava. la nostra casa aveva il tetto a punta, un tetto basso ma a punta. non rosso, ma a punta. certo le finestre non erano divise all'interno, ma c'era il fumo che veniva fuori dai comignoli. eppure non c'e' mai stato dentro di me un riconoscimento ufficiale.
ieri ancora un po' addormentata sul piano superiore del bus rosso (non a punta, ma rosso - non centra ma ci stava troppo bene sta battuta) andavo al lavoro, erano le 8 e un quarto del mattino e fissavo le sagome delle case fuori dal finestrino e poi all'improvviso mi e' venuta in mente la finestra di camera mia, incrociata, e poi ancora ho guardato fuori dal bus le case e le finestre incrociate e i tetti e i comignoli e mi e' apparsa lei la casa del disegno e guardando meglio tutto il foglio del disegno accando alla casa c'era il giardino. il giardino! il bus procedeva ma ovunque guardassi appariva il mio disegno di quando ero piccola.
ma perche' mai un bambino deve imparare a disegnare una casa e aspettare 25 anni per trovarla?
photo: Susan Prentice
photo: Susan Prentice
23/09/10
14/09/10
insegne
ora no, proprio non ho voglia. non ho voglia di sentire questa donna che urla al telefono dietro di me. e' una donna di colore e quindi urla. magari sta semplicemente raccontando alla sua amica che ha comprato una camicia gialla e una giacca verde che indosserà al pranzo con l'amante domani. o le sta dicendo che ha fatto la pizza all'ananas dopo essere stata al british museum. eppure lei urla. urla perché e' così che loro parlano, come se le stesse invece dicendo che non vuole più sentirla, che deve sparire dalla sua vita e che e' troppo, troppo incazzata. no no, stasera proprio non ho voglia di sentire lingue improbabili mentre il cielo ha deciso di piangere tutte le sue lacrime su una londra in movimento. ho finito il mio pezzo di cioccolato e vorrei che dai finestrini di questo autobus apparissero delle indicazioni in italiano. qualsiasi cosa. anche l'indicazione Monte Bianco che mi capitava di vedere se uscivo fuori da torino e che mi eccitava come se fosse l'indicazione verso un posto magico, lontano. invece no. niente indicazioni e niente monti. solo un odore forte in questo autobus. l'odore delle differenze, delle vite concentrate su una quindicina di sedili. ma io non ho voglia. allora chiedo aiuto all'i - pod. Gazze', Vecchioni, Gaetano mi tendono la mano e mi dicono che e' tutto apposto, che non sono sola tra le insegne luminose, "Tops Pizza", "Chicago Fried Chicken", "Yildiz Supermarket", "Planet Kebabs". chissa' cosa sta succedendo ad un posto al sole, se franco ed angela ritorneranno mai insieme. e chissa' stasera cosa avrei fatto se fossi stata a torino, o a torre del greco, o a san feliciano sul trasimeno, o a new york. chissa'. forse avrei incrociato qualcuno che urlava al telefono parlando di una camicia gialla o di una pizza all'ananas, mentre si appoggiava ad un'indicazione stradale.
01/09/10
odori
devo ammetterlo. ho ancora i capelli salati dall'acqua di favignana. l'ultimo bagno domenica mattina e ho voluto portarmi un po' di vita selvaggia nella metropoli londinese. si, uno stupido gesto romantico il mio ma non sapete quanto faccia bene all'anima. e tutta la mia breve esperienza siciliana e isolana ha fatto bene alla mia anima. dalle pedalate nel sole cocente e nelle notti di cicale e lune piene alle nuotate di mezzogiorno o delle sette di sera. dal vento al mare piatto, dal giro in barca alla birra al bar. dalla briosce al pistacchio a colazione, nella mitica pasticceria FS al cous cous goduto sul muretto davanti al mare di trapani. dalla tonnara alle grotte piene di corallo. e poi letture, incontri, chiacchiere. la lentezza di quei giorni c'ha messo un po' a fermare la velocita' alla quale ero abituata, mio malgrado. per le persone incotrate ci sarebbe da scrivere pagine e pagine a parte e chissa', forse lo faro'. forse scrivero di rosario, il barcaiolo di marettimo che fra tutti noi sulla barca (eravamo in 10) chiamava sempre prima me per dirmi di fare foto, poi si accorgeva che magari anche agli altri faceva piacere e cercava di riprendersi, che tenerezza! potrei parlare del signore che mi ha affittato la bici, unico favignanese silenzioso e un po' cupo ma che quando gli ho detto a testa bassa che avevo perso il lucchetto e che gliel'avrei ripagato me ne ha dato subito uno senza dirmi niente e non ha voluto i soldi! e poi c'e' il mitico signor Costa con la sua bella moglie e la nipotina alice. mi hanno affittato una stanza a casa loro e il primo giorno quando e' venuto a prendermi al porto mi ha invitato a pranzo, poi il giorno dopo mi ha fatto trovare i fichi d'india!! (seeeecoooliiii che non ne mangiavo uno e io li ADORO!!). e poi claudio e lorenzo, i torinesi che hanno saputo tutto di me e io niente di loro - eh, l'ho detto, torinesi! - e ci aspettavamo la sera per il gelato, ma proprio non riuscivano a capire come io potessi mangiare una briosce intera con il gelato e la panna!! e poi tutto cio' che a parole non si puo raccontare. l'energia della natura e delle cose semplici che mi mancava, si mi mancava proprio da morire. disidratata, ero. e non riesco neanche a dire di cio che ha fatto l'odore e il rumore costante del mare su di me. non riesco a dirlo perche' non e' definibile. chi mi conosce sa, e io so e quindi non c'e' bisogno di spiegazioni, di quanto sia forte, ancestrale, il mio legame che con il mare.
domani e' un anno di londra. il 2 settembre prendevo un aereo e arrivavo su questa di isola. sembra sia passato appena un mese, e' stato tutto cosi veloce. piena di speranze e di paure e di non-so-cosa-succedera'-e-cosa-voglio-che-succeda. bilancio? non mi piacciono i bilanci. ma oggi londra, con la sicilia dentro, e' ancora piu bella. profuma di fine estate e ora che finalemnte la mia estate c'e' stata, ora si' che la fine puo arrivare, e l'inizio. un altro inizio. come quello di un anno fa, pieno di entusiamso e di eccitazione.
19/08/10
mickey mouse vs toy story
dopo che avevo fatto almeno 8 volte avanti e indietro mi sono arresa. era da ormai mezz'ora nel negozio della disney e non riuscivo decidermi. topolino o toy story?? chi e' piu popolare in questo periodo? io sceglierei topolino for ever, ma tore??? poi comprargli un astuccio da scuola di un personaggio non popolare o non conosciuto o non amato sarebbe una tragedia, in seconda media!!! non me la sono sentita di rischiare. chiamo? chiamo. risponde mia madre.
ma, senti ma a tore piace toy story?
cheeee???
TOISTORI ma, e' un "cartone animato".
ah, boh. e io ch ene so'. aspetta chiedilo a lui. toooooooreeeeee.
ciao tore senti ti volevo chiedere una cosa ma tu conosci toy story?
si.
ah, davvero?
si.
capito qual'e' tore, TOY STORY.
siiii.
e senti ma vuoi un regalo con topolino o con toy story.
Toy Story.
ah. ok. allora ciao.
ciao.
domani si va. si parte. tore mi aspetta per i compiti di inglese. mia madre per darle il cambio con mia nonna. mia nonna per un po di compagnia. e io mi ri-immergero nel silenzio dell'umbria che e' la cosa che più mi sconvolge quando torno da Londra. e poi abbracci a baci e sara' il momento del vero viaggio. per la prima volta in vita mia ho solo prenotato l'aereo di andata e di ritorno. so solo che voglio andare, camminare, viaggiare attraverso dei luoghi e delle persone. voglio amalgamarmi con la natura e chiudere gli occhi e stare. non fare. semplicemente stare.
18/08/10
gia'
no, non sono finita su un'isola esotica lontana dalla tecnologia e lontana dai rumori, dalle chiacchiere inutili, dalle cose superflue. no. semplicemente i colori sono spariti per un po' e le parole schiacciate dal grigio.
ma vi dico una cosa. stanotte c'e' stato un grosso acquazzone di quelli che di solito annunciano la fine dell'estate, qui in realta' l'estate non so quando c'e' stata e se c'e' stata io credevo fosse primavera. ma non e' questo il punto. stamattina ero di corsissima e non ho fatto in tempo ad uscire in giardino come spesso faccio prima di andare al lavoro, prima di affogare negli sguardi spenti della gente. ma morivo dalla voglia di vedere che i miei girasoli non fossero stati danneggiati dall'acquazzone e allora ho aperto le tende della sala e in tutto il loro splendore sono apparsi tanti papaveri rossi. e ho sorriso e ho capito che i colori invece c'erano solo che a volte spariscono o a volte non li vedi, ma ci sono e vengono fuori soprattutto dopo gli acquazzoni ed e' meraviglioso. i miei papaveri rossi hanno riportato le parole e hanno reso il grigio piu interessante. i papaveri.
londra rimane bella cavolo. proprio non riesco a non farmela piacere. il suo cielo che spesso mi sembra di odiare invece ha un fascino disarmante. i miei girasoli stanno bene, meglio di me credo. sono ancora senza fiore e io li attendo.
30/07/10
28/07/10
24/07/10
Umbria Jazz 2010
e anche quest'anno mi sono innamorata. lui e' ron carter. bello, elegante, silenzioso e suona il contrabbasso. ha 73 anni e tanto fascino. di poche parole ma quelle poche con voce calda, profonda, sembrava uscisse da un film degli anni 60. lui e' un jazzista, uno di quelli veri, uno dell'entourage di miles davis, per capirci. siamo arrivati in teatro, non ha detto niente su tutti i problemi sorti con la lista tecnica sbagliata. ha preso il suo contrabbasso e ha suonato qualcosa di meraviglioso. in quell'istante ho deciso che me ne ero innamorata. prima, quando sono andata a prenderlo in albergo e l'ho trovato nella hall con un tailleur nero, camicia bianca, cravatta, pronto, non per il concerto ma per il sound check, beh li ne avevo appena il presentimento. dopo il sound check e' andato con gli altri due del gruppo in camerino, dopo dieci minuti mi sono affacciata e lui se ne stava insieme agli altri in silenzio, e leggeva. gia', mezz'ora prima del concerto leggeva un libro, un giallo a quanto pare. avete bisogno di qualcosa? gli altri due guardano lui, e lui si gira mi guarda e fa "yes, do you have a chewing gum ?"... in 5 anni di UJ gli artisti hanno chiesto di tutto, ma un chewing gum no, quello no.
Il concerto e' stato sublime. Lui dopo il concerto era di ottimo umore e io pure. L'ho accompagnato in hotel, gli ho dato la mano, mi ha ringraziato, poi mi domanda sempre con aria seria, che giorno e', il 17 luglio, gli dico, allora il 17 luglio del 2011 la rivedrò, qui. spero.
innamorata. mi sono innamorata. del suono che veniva fuori dal contrabbasso, dell'atmosfera creata a mezzanotte in quel teatro meraviglioso, delle loro risate dopo il concerto, dei loro abbracci, della loro professionalita', serietà, eleganza, dei loro sguardi complici.
13/07/10
eccezioni
ora che vivo all'estero, tutto ciò che faccio in italia diventa un'eccezione. credo sia la cosa che più non riesco ad accettare, che più mi infastidisce, perchè non posso farci proprio niente, è cosi e così me la devo prendere. è un'eccezione passare del tempo con salvatore, riderci, litigarci, parlarci. è un'eccezione mangiare con mia nonna, è un eccezione prendere la mia nipotina in braccio e sentire la sua testa abbandonarsi sulla spalla e accorgersi che si è addormantata affidandosi a te. è un'eccezione anche senitire questo caldo appiccicoso e senza dubbi fastidioso, che qualche tempo fa mi avrebbe fatto sbuffare e lamentare. invece no, non riesco, non ce la faccio a lamentarmi. perchè so che è un'eccezione, e non ti lamenti di un'eccezione. non ti lamenti di niente, ma questo vuol dire che le cose non sono più le stesse, non sono più naturali come una volta, ma sono "razionalizzate" solo per il fatto che nel momento in cui le fai e ne godi (o ne soffri), sei consapevole che non è la normalità. prima la mia eccezione era napoli e tutto cio che essa conteneva. ora è l'italia. mi estraneo sempre di più e ho sensazioni contrastanti a proposito, di sicuro non positive. sentire parte della tua vita come un'eccezione, come un qualcosa di "pensato" che non ti appartiene piu in modo naturale, mi fa proprio incazzare. ma è così.
30/06/10
io
qualche anno fa, avevo deciso che avrei potuto imparare a pattinare. avevo deciso che potevo riprendermi cio' che non mi era stato neanche proposto - o posto come succede a molti bambini - durante l'infanzia. mentre tutti gli altri bambini della mia eta imparavano a danzare, a suonare, a "fare" semplicemente qualcosa io trascorrevo felice e ignara le mie ore nel bar dei miei nonni a scrutare la gente che arrivava, a costruire case con i pacchetti verdi di gomme brooklyn, a mescolare le monete nel cassetto per sentirne il rumore, ad osservare il barista mentre faceva il caffe'. intanto la mia generazione si preparava a fare, io a stare e basta.
all'universita' ho incontrato quella generazione, che sapeva fare. e io che fino a quel momento ero stata da qualche parte, in un mondo solo mio ora dovevo darmi una mossa e capire come affrontare il confronto. semplicemente mi sono lanciata. e mi sono lanciata quella sera su quei pattini, e mi e' piaciuto. avevo i brividi come forse li avrei avuti a dieci, undici anni. mi e' piaciuto tanto che ci sono ritornata ovviamente, dovevo assolutamente imparare a fare quella cosa e reclamavo il mio diritto a provare piacere nel farlo, e di riuscirci soprattutto. pero non avevo fatto i conti con chi dentro di me era ormai cresciuto senza quel "fare" e che trovandosi spinto a tutta velocita' su delle ruote durante una notte d'estate, in mezzo alla campagna umbra, ha iniziato un attimo a spaventarsi, a disorientarsi. sono caduta. senza un motivo apparente, appunto. ho messo 3 punti al mento. non ho piu rimesso piede su un rollerblade.
ecco, nella vita poi mi succede a volte di fare la stessa cosa, e di sentire la stessa paura, la stessa perdita di equilibrio, e mi guardo intorno e mi chiedo ma dove sono, ma come ci sono arrivata qui, mi prende il panico e giu. mi risveglio con qualche punto qua e la'. pero l'unica differenza e' che i piedi nella vita ce li rimetto sempre, e come se ce li rimetto.
27/06/10
26/06/10
menta e rosmarino
intanto il mio giardino si e' macchiato di rosso. sono arrivate le fragole! e oggi ne ho riempito una ciotola. sono sparse un po ovunque perché negli anni i semi sono volati e quindi ogni anno spunta una pianta di fragole dove meno te l'aspetti. anche il prezzemolo alla fine ha resistito agli attacchi dei gatti e sta venendo fuori, anzi ne ho appena raccolto un po per il mio sugo. il basilico invece soffre, e stenta. ma sono sicura che ce la farà e il caldo miracoloso di questi giorni lo aiuterà a venir fuori con più decisione. intanto io lo porto fuori quando c'e il sole e lo rimetto nella green house quando e' freddo. il tuffo al cuore ce l'avrò quando le more diventeranno del loro colore rosso fuoco... ora sono li, hanno già la forma alcune sono rosa, altre ancora verdi... meravigliose. due settimane fa erano fiori.
poi ci sono i pomodori. quelli si che non hanno paura di niente, si adattano anche allo spazio e se magari capita che non ce l'hanno per la troppa vicinanza di altre piante, loro si curvano, si abbassano e si rialzano, ma forti e decisi.
e io cammino scalza sul terreno, e appena sfioro la terra nuda il mio piede sussulta e con lui il mio corpo. e' strano come il corpo si abitui a determinate superfici e non ne riconosca altre, non riconosca quelle non create dall'uomo ma dalla natura. sensazione stranissima, di paura e di freschezza. e insieme al tatto anche gli altri sensi cercano la stessa sensazione e allora ecco che i miei occhi si riempiono di verde, e i miei polmoni respirano pomodori, erba cipollina, menta e rosmarino.
17/06/10
puzzle
londra e' un puzzle. ogni giorno vedo dei pezzi e poi cerco di incastrarli. magari mentre ne vedo uno poi ne vedo un altro e lascio in sospeso il precedente. in certi momenti guardo il tutto, in altri mi concentro su una parte... molti pezzi si sono incastrati ma ci sono ancora un sacco di spazi vuoti e mi piace, perche' vuol dire che c'e' ancora tempo. tempo per stupirsi, tempo per incazzarsi, tempo per gioire. e conoscendomi ci sono pezzi che perdero', e magari forse ritrovero'. sotto un tappeto, dietro la poltrona. un pezzo molto bello uscito fuori dal mucchio negli ultimi giorni e incastrato con il resto: il tramonto alle dieci di sera e il buio alle undici passate che si incastra con le energie sempre da recuperare in questa citta', con le mille cose da fare, con il tempo che passi sotto terra. qualche pezzo sparso sotto controllo: le donne di questa citta si trasformano in metropolitana, le vedi entrare in scarpe da ginnastica, pallide, con occhiaie, capelli legati e durante il tragitto dalla loro borsa magica esce fuoi il necessario per la trasformazione, tutto questo "trucco e inganno" davanti allo sguardo spento o abbassato o incurante di altri commuters. a me sembra di stare al cinema ogni volta in metro, a volte sono film dell'orrore, a volte romantici, comici, realistici. c'e' di tutto, e io infilo le mie mani con stupore e tremore.
27/05/10
circle line
Lui aveva una camicia bianca, un gilet nero, cravatta allargata al collo stile scaciato ma con classe. Carnagione abbastanza scura e capelli neri, occhi che sorridono quando sorride la bocca, di quelli che fanno le rughette e si illuminano. Lei capelli rossi, corti ma non troppo. Aveva un vestitino a fiori con sfondo nero, abbastanza largo ma non tanto da disperdere le forme del suo corpo che venivano fuori in tutta la loro naturalezza. Cardigan verde scuro abbastanza lungo, di quelli fatti dalla nonna o che trovi in mercati dell’usato. Spingeva le mani nelle tasche. Del suo viso solo gli occhi erano truccati, con matita nera che rendevano la sua espressione quel giusto drammatica-affascinante. Sono saliti sul treno e si sono subito posizionati in piedi uno di fronte all’altro, distanti il giusto, davanti alle sliding doors. Il modo in cui flirtavano era sublime. Lui le diceva qualcosa, ma frasi breve, spesso erano domande, poi le dava spazio. Lei rispondeva con convinzione, ma non troppa. Cercava di sembrare rilassata e di far capire a lui che aveva la situazione sotto controllo. Lui la osservava mentre lei parlava e le sorrideva, e lei allora spingeva ancora di piu i pugni nelle tasche e incrociava le gambe. A volte lui controbbatteva con delicatezza, non per metterla in difficolta’ ma solo per sentirla ancora parlare. Poi silenzi e allora lei si toccava i capelli, mettendosene un ciuffo dietro l’orecchio, abbassava lo sguardo e poi lo rialzava e lo guardava e gli sorrideva e lui le ri sorrideva e lei ricominciava a parlare con una certa sicurezza, la situazione doveva essere sotto controllo. Erano bellissimi nella loro semplicita’ e unicita’. Speravo non scendessero presto. Mi sembrava di guardare un film e li osservavo con piacere. Proprio come in un film mi sono innamorata di lui, della sua gestualita’, del suo sorriso, dei suoi occhi. Proprio come in un film avrei voluto essere lei con quella semplicita' disarmante, per sentirmi osservata da lui e sentire quel sottile filo di disagio e cercare di sembrare indifferente, ma non troppo.
25/05/10
istigazione all'odio fra le classi sociali
Ho ricevuto questa mail e mi sembra giusto pubblicarla proprio sul mio blog. Non ho tanti commenti a propostito, la notizia si commenta da sola.
Il Senato ha approvato il cosiddetto pacchetto sicurezza (D.d..L. 733) tra gli altri con un emendamento del senatore Gianpiero D'Alia (UDC) identificato dall'articolo 50-bis: /Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet;
la prossima settimana Il testo approderà alla Camera diventando l'articolo nr. 60.
Il senatore Gianpiero D'Alia (UDC) non fa parte della maggioranza al Governo e ciò la dice lunga sulla trasversalità del disegno liberticida della"Casta".
In pratica in base a questo emendamento se un qualunque cittadino dovesse invitare attraverso un blog a disobbedire (o a criticare?) ad una legge che ritiene ingiusta, i /providers/ dovranno bloccare il blog.
Questo provvedimento può far oscurare un sito ovunque si trovi, anche se all'estero; il Ministro dell'Interno, in seguito a comunicazione dell'autorità giudiziaria, può infatti disporre con proprio decreto l'interruzione della attività del blogger, ordinando ai fornitori di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine.
L'attività di filtraggio imposta dovrebbe avvenire entro il termine di 24 ore; la violazione di tale obbligo comporta per i provider una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 50.000 a euro 250.000.
Per i blogger è invece previsto il carcere da 1 a 5 anni per l'istigazione a delinquere e per l'apologia di reato oltre ad una pena ulteriore da 6 mesi a 5 anni perl'istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico o all'odio fra le classi sociali.
Con questa legge verrebbero immediatamente ripuliti i motori di ricerca da tutti i link scomodi per la Casta!
In pratica il potere si sta dotando delle armi necessarie per bloccare in Italia Facebook, Youtube e *tutti i blog* che al momento rappresentano in Italia l'unica informazione non condizionata e/o censurata.
Vi ricordo che il nostro è l'unico Paese al mondo dove una /media company/ ha citato YouTube per danni chiedendo 500 milioni euro di risarcimento.
Il nome di questa /media company/, guarda caso, è Mediaset.
Quindi il Governo interviene per l'ennesima volta, in una materia che, del tutto incidentalmente, vede coinvolta un'impresa del Presidente del Consiglio in un conflitto giudiziario e d'interessi.
Dopo la proposta di legge Cassinelli e l'istituzione di una commissione contro la pirateria digitale e multimediale che tra poco meno di 60 giorni dovrà presentare al Parlamento un testo di legge su questa materia, questo emendamento al "pacchetto sicurezza" di fatto rende esplicito il progetto del Governo di /normalizzare/ con leggi di repressione internet e tutto il istema di relazioni e informazioni sempre più capillari che non si riesce a dominare.
Mentre negli USA Obama ha vinto le elezioni grazie ad internet in Italia il governo si ispira per quanto riguarda la libertà di stampa alla Cina e alla Birmania.
Oggi gli unici media che hanno fatto rimbalzare questa notizia sono stati il blog Beppe Grillo e la rivista specializzata Punto Informatico.
Fate girare questa notizia il più possibile per cercare di svegliare le coscienze addormentate degli italiani perché dove non c'è libera informazione e diritto di critica il concetto di democrazia diventa un problema dialettico.
12/05/10
Once Upon a Time
Tore: C'era una volta una principessa che si chiama... Bi-gi-na (ehm, sarei io)
V: (amooore, io una principessa, si si)
Tore: Questa principessa era chiusa in un castello dove c'era un drago brutto brutto
V: (eh si, povera principessa...)
Tore: E c'era un principe che si chiama... Sa-vva-tore
V: (eccerto!)
Tore: E c'era un drago grande con il fuoco! Ma il principe uccide il drago! e poi sale le scale e libera la pricipessa!
V: e poi???
Tore: e poi salgono tutti e due sul cavallo blu
V: (blu???!!! oddio adoro la sua realta colorata! cavallo blu, che figata)
Tore: e vanno in un altro castello piu bello
V: (ehehehe mica potevano andare in una capanna??? c'e' sempre un castello piu bello da qualche parte)
Tore: e poi... il principe e la principessa ballano!!!!
V: (amooore, io una principessa, si si)
Tore: Questa principessa era chiusa in un castello dove c'era un drago brutto brutto
V: (eh si, povera principessa...)
Tore: E c'era un principe che si chiama... Sa-vva-tore
V: (eccerto!)
Tore: E c'era un drago grande con il fuoco! Ma il principe uccide il drago! e poi sale le scale e libera la pricipessa!
V: e poi???
Tore: e poi salgono tutti e due sul cavallo blu
V: (blu???!!! oddio adoro la sua realta colorata! cavallo blu, che figata)
Tore: e vanno in un altro castello piu bello
V: (ehehehe mica potevano andare in una capanna??? c'e' sempre un castello piu bello da qualche parte)
Tore: e poi... il principe e la principessa ballano!!!!
The End
10/05/10
angela
londra - italia non e' solo un viaggio nello spazio attraverso colori e forme ma e' anche un viaggio attraverso il tempo e in modo particolare dall'inverno all'estate o dall'autunno alla primavera. e' un viaggio dal rumore al silenzio, dal buio alla luce, dai luoghi chiusi a quelli aperti, dalla troppa rigidita' alla troppa rilassatezza, dal movimento alla staticita'. certo, aver vissuto tutte queste cose nel giro di ventiquattro ore dovrebbe almeno essere un buon motivo per il mal di testa di ieri, passato solo dopo un'immersione nella mia vasca con gocce di lavanda. se poi mettiamo pure lo sconvolgimento davanti a una nuova vita, perfetta e meravigliosa... un esserino venuto fuori da chissa' dove e per chissa quale motivo li davanti a te con una serenita' e un'ovvieta' da spiazzarti... la guardavo e mi chiedevo cosa centra questa meraviglia con tutto il resto? eppure era li' e io non ho potuto trattenere le lacrime davanti a tutta una vita in pochi centimetri. mi sa che da tanto non piangevo di gioia.
02/05/10
foglioline verdi
oggi J mi ha fatto notare che quelle foglioline che sono spuntate li dove ho seminato il prezzemolo, in realtà non e' erbaccia come pensavo io, ma e' proprio il prezzemolo!!! chissà perché ero convinta che non avrei dovuto aspettarmi niente da ciò che avevo seminato... e fino a ieri niente c'era ... e stamane come per magia... tante piccole foglioline verdi sono spuntate! e io mi sento un po una bambina. ora capisco la passione e l'entusiasmo che i miei nonni ci mettevano nel lavorare la terra. lo so e' un paragone che non regge molto, io ho un piccolo giardino e ho piantato prezzemolo, basilico, salvia e rosmarino ma quelle foglie sono il frutto della mia attenzione e della mia cura e la loro nascita mi ha reso felice, tanto da sopportare anche il temporale che si e' abbattuto su questa citta' nel pomeriggio, che alle mie piantine avrà fatto bene. ma chi l'avrebbe detto che dovevo venire a Londra per riscoprire il contatto con la terra e le sue bellezze!?
30/04/10
ma perche' si chiama dente questo qua che scrive ste cose meravigliose
Parole che ho cancellato dal vocabolario
ce ne sono una dozzina e anche di più
ho cominciato da quelle che si sa che son delle bugie
come per sempre che fondamentalmente è uguale a mai
e tu ti permetti di tornare in auge dopo così poco tempo
neanche fossi un movimento artistico
una moda una mania
e poi come diavolo ti vesti
io che ti ho sposata senza anelli
ed eri bianca e avevi tante cose nella testa
e poi ricordo avevi tutti gli occhi illuminati
e mi leggevi tante poesie
e una notte che mi illuminavi
ho pensato qui non manca niente anche se non è così
a tutti i baci che mi hai dato ho dato un peso
così da non farli andare via
poi mi hai detto che hai pensato che volevo divorziare
perchè ti ho trattata male solo che una settimana fa
sapessi il male che mi hai fatto
quando mi hai cacciato a calci in faccia da una vita
che pensavo fosse solamente mia
ma si sa che tutto quello che si sa e che si conosce
spesso dista dalla verità
così ho finito con il cancellare
oltre alle parole le persone che dicono bugie
a tutti i baci a cui ho voluto dare un peso
è bastato un soffio per volare via
ce ne sono una dozzina e anche di più
ho cominciato da quelle che si sa che son delle bugie
come per sempre che fondamentalmente è uguale a mai
e tu ti permetti di tornare in auge dopo così poco tempo
neanche fossi un movimento artistico
una moda una mania
e poi come diavolo ti vesti
io che ti ho sposata senza anelli
ed eri bianca e avevi tante cose nella testa
e poi ricordo avevi tutti gli occhi illuminati
e mi leggevi tante poesie
e una notte che mi illuminavi
ho pensato qui non manca niente anche se non è così
a tutti i baci che mi hai dato ho dato un peso
così da non farli andare via
poi mi hai detto che hai pensato che volevo divorziare
perchè ti ho trattata male solo che una settimana fa
sapessi il male che mi hai fatto
quando mi hai cacciato a calci in faccia da una vita
che pensavo fosse solamente mia
ma si sa che tutto quello che si sa e che si conosce
spesso dista dalla verità
così ho finito con il cancellare
oltre alle parole le persone che dicono bugie
a tutti i baci a cui ho voluto dare un peso
è bastato un soffio per volare via
28/04/10
l'odore caldo dell'estate
ieri sera dalla finestra della cucina si vedeva il cielo sfumare, l'azzurro chiaro diventava blu scuro, erano le 9 e mezza e c'erano ancora queste pennellate di luce nel cielo. ma la cosa che piu mi ha riempito di positivita' era l'odore, l'odore caldo dell'estate. mi sono intrattenuta nella piccola cucina, che forse paradossalmente e' il posto che piu amo della casa (paradossalmente perche' la casa ha tante stanze meravigliose), e' piccolina ed intima, non abbiamo un lampadario, o meglio ce l 'abbiamo ma non funziona, per la luce usiamo tre lampade poste in angoli diversi che rendono questo angolo ancora piu magico. ieri ne e' bastata una, quella piu piccola, posta sul cesto del pane! ho lavato i piatti dopo cena e ho messo a bollire l'acqua per il solito te', aspettando anche che finisse la lavatrice. Julian aspettava pure lui la lavatrice, e si e' messo di la, davanti alla porta del giardino a suonare il pianoforte. una musica leggerissima, sottile e coinvolgente. sono momenti questi a cui non c'e' molto da aggiungere, non hanno un significato particolare, ma in quel momento non avrei voluto stare in un posto diverso e questo e' bello. con l'odore di queste serate arrivano inevitabilmente ondate di ricordi, di immagini. qualche settimana fa ho messo le mani nella terra per fare un po di giardinaggio e forse l'ultima volta che l'ho fatto avevo tra i 10 e 12 anni? gia'.
22/04/10
all the wonder of this world
My dearest,
Of all the many people we meet in a lifetime, it is strange that so many of us find ourselves in thrall to one particular person. Once that face is seen, an involuntary heartache sets in for which there is no cure. All the wonder of this world finds shape in that one person, and thereafter there is no reprieve, because this kind of love does not end, or not until death -
Rosie Allison, The Very Thought of You
Of all the many people we meet in a lifetime, it is strange that so many of us find ourselves in thrall to one particular person. Once that face is seen, an involuntary heartache sets in for which there is no cure. All the wonder of this world finds shape in that one person, and thereafter there is no reprieve, because this kind of love does not end, or not until death -
Rosie Allison, The Very Thought of You
08/04/10
what a wonderful life
cosa lega londra alla mia infanzia? niente. eppure in questi giorni, esattamente martedi scorso, mentre mi recavo a cena dai miei ex coinquilini (ebbene si ho gia' degli ex qualcosa in questa citta', ho gia' un passato!) passeggiavo fra i viali fioriti e sono stata invasa dall'odore della mia infanzia. con tutto il freddo, la pioggia, il grigio non mi ero assolutamente resa conto che intanto la primavera se n'e' sbattuta dell'inverno e ha fatto fiorire gli alberi. fiori rosa e bianchi in ogni angolo verde della citta' e giacinti gialli. ma non era il semplice odore dei fiori, c'era qualcos'altro. l'aria, il terreno bagnato, l'erba e tutto il resto e qualcosa in piu, mi hanno trasportata per qualche attimo a torre del greco e ho sentito di avere 13 anni, e davanti a me si e' materializzata la campagna dei miei nonni, dove trascorrevo gran parte dei miei pomeriggi primaverili... e... e non era una semplice immagine ero io nel passato, o il passato nel presente... insomma, qualcosa di simile a cio che succede al narratore della ricerca del tempo perduto, che mangia la madeleine.
intanto mi preparo per un weekend di abbracci, quelli del fratellino tore, e quando penso a quanto mi mancano le sue braccia che mi stringono penso a quanto questa citta' sia avara di calore umano. puoi vedere e soprattutto sentire le strutture che imprigionano le persone e che le tengono distanti da te, e chissa', forse anche da loro stessi. inutile, anche se non ti conoscono ti chiedono come stai, ma e' lo stesso come stai che ti chiedono dopo 6 mesi, e forse fra un anno potro dire che e' ancora lo stesso. magari si avvicinano per baciarti ma li vedi tesi come se stessero pensando "ok facciamo in fretta e ristabiliamo la distanza di sicurezza".
27/03/10
voce piccolina come sei bella la mattina chi lo sa
Accumulo parole mentre cammino per questa citta', le accumulo mentre sono in metro, quando osservo la gente. Accumulo parole quando vado a fare spesa, quando entro in una galleria. Ma poi queste parole spariscono, o forse semplicemente non si fanno trovare, non escono. Allora, democraticamente, accetto di tenerle li' dove sono, di non cercarle, di aspettarle. Ed ecco che di nuovo arrivano, alla fermata del bus o in un bar la sera. Che storia, direbbe il mio amico Emanuele. Che storia seria, dico io. I miei pensieri non capiscono più niente e allora si stanno rivoltando, contro di me che ho per loro più contenitori. Sperimento la difficoltà di incastrare in parole sconosciute pensieri e altro. Le parole per me sono state sempre importanti e ora posso confermare quest'importanza perché sperimento sulla mia pelle la difficoltà di trovare quelle giuste. E poi penso a chi, come Samuel Beckett decideva di esprimersi in un'atra lingua proprio per annullare quest'importanza rispetto al contenuto... A chi, come Agota Kristof, e' stato costretto a scrivere in una lingua non familiare che ha fatto poi dello stile asciutto e minimalista che ne e' conseguito una caratteristica meravigliosa della propria scrittura, caratteristica che poi si e' amalgamata con il contenuto... che bellezza. Insomma non so dove sono finita con questo mio scrivere, ma avevo bisogno di scrivere, di cercare parole, e di trovarle. Forse bisognerebbe avere una lingua che accetti tutte le parole che si sono imparate, provenienti da tutte le lingue che si conoscono, scegliere ogni volta un contenitore diverso, una veste diversa.
14/03/10
io attraverso me
Non so bene perché ma voglio postare oggi una mail di risposta ai ragazzi del popolo viola london - con i quali collaboro da un paio di mesi - dopo una discussione su un articolo che ho scritto sul blog dell'espresso. Forse posto la risposta perché nello scrivere questa mail mi sono resa conto di aspetti di me che non mi erano ancora chiari, cioe' mi sono conosciuta scrivendo, e siccome il mio blog e' un posto dove io mi esprimo e mi costruisco attraverso la scrittura, questa mail non puo non esserci. Il contesto e': post manifestazione in difesa della democrazia, 13 marzo Londra. Popolo Viol aLondon e partiti.
grazie dei vostri commenti, bene o male mi aspettavo tutto cio che avete scritto. mi sono autocensurata, e credetemi non e' bello, scrivendo all'espresso e infatti hanno tolto la frase che ha avuto critiche, che ha scatenato una polemica enorme. l ho fatto perche' capisco che essendo io popolo viola in quel momento ho avuto una posizione ambigua.
grazie dei vostri commenti, bene o male mi aspettavo tutto cio che avete scritto. mi sono autocensurata, e credetemi non e' bello, scrivendo all'espresso e infatti hanno tolto la frase che ha avuto critiche, che ha scatenato una polemica enorme. l ho fatto perche' capisco che essendo io popolo viola in quel momento ho avuto una posizione ambigua.
prima di essere popolo viola io sono virginia ascione e finche' ne avro l occasione diro la mia opinione, come virginia ascione, mi dispiace avervi coinvolto in questo infatti vi ho inviato subito una mail per dirvelo. e' anche vero ragazzi che e' forse arrivato il momento di prendere una posizione rispetto ai partiti, ai politici ecc ecc. e a seconda della posizione saremo criticati o meno. ma se vorremo piacere un po a tutti e non inimicarci nessuno, saremo ancora una volta specchio della sinistra italiana.
ho risposto alle polemiche su facebook, se vi va date un'occhiata. sono contenta di aver scatenato un dibattito, perche' sono uscite fuori visioni interessanti. sara' sempre cosi ragazzi non ci sarenno sempre e solo bravi "grazie di esistere"... e fatevelo dire, se ci fosse stata coscienza pulita la reazione non sarebbe stata cosi catastrofica. comunque io sono molto stanca. ma tranquilla, tra l'altro tutto cio mi serve anche a capire cpsa davvero voglio e cosa no. cosa mi sta bene e cosa proprio nn riesco ad accettare. barone si e' rifiutato di parlare con me al telefono e gli ho scritto due volte. e' un bravo ragazzo ma chi lo ha messo in dubbio, io sono qui perchi ne vuole parlare. grazie cmnqe dei vostri punti di vista e avete fatto bene a dissociarvi come popolo viola, ma ancora una volta il popolo viola e' fatto di persone!
non so piu cio che voglio dire. un abbraccio a tutti.
v
L' articolo incriminato e':
Appena terminata la manifestazione Emergenza Italia organizzata dal Popolo Viola London davanti a 10 downing street, la residenza del primo ministro, Gordon Brown.
Più di duecento i partecipanti e tanti gli inglesi interessati ai contenuti della manifestazione.
La gente e' arrabbiata, e non solo con Berlusconi ma con tutti i politici, soprattutto quelli dell'opposizione.
Il popolo viola ha dato spazio e voce a tutti oggi, confermando la trasversalita' di questo evento e l'apertura al confronto.
Purtroppo pur avendo invitato i gruppi politici italiani in Inghilterra ad unirsi sotto il nome di italiani, in pochi si sono presentati - qualche "referente" - dando conferma forse di non riuscire ad andare oltre l'appartenenza partitica.
Abbiamo poi consegnato una lettera con firme al Gordon Brown manifestando la nostra preoccupazione e il nostro dissenso per ciò che sta accadendo nel nostro Paese.
Più di duecento i partecipanti e tanti gli inglesi interessati ai contenuti della manifestazione.
La gente e' arrabbiata, e non solo con Berlusconi ma con tutti i politici, soprattutto quelli dell'opposizione.
Il popolo viola ha dato spazio e voce a tutti oggi, confermando la trasversalita' di questo evento e l'apertura al confronto.
Purtroppo pur avendo invitato i gruppi politici italiani in Inghilterra ad unirsi sotto il nome di italiani, in pochi si sono presentati - qualche "referente" - dando conferma forse di non riuscire ad andare oltre l'appartenenza partitica.
Abbiamo poi consegnato una lettera con firme al Gordon Brown manifestando la nostra preoccupazione e il nostro dissenso per ciò che sta accadendo nel nostro Paese.
bella
i carry your heart with me(i carry it in
my heart)i am never without it(anywhere
i go you go,my dear; and whatever is done
by only me is your doing,my darling)
i fear no fate(for you are my fate,my sweet)i want
no world(for beautiful you are my world,my true)
and it's you are whatever a moon has always meant
and whatever a sun will always sing is you
here is the deepest secret nobody knows
(here is the root of the root and the bud of the bud
and the sky of the sky of a tree called life;which grows
higher than the soul can hope or mind can hide)
and this is the wonder that's keeping the stars apart
i carry your heart(i carry it in my heart)
my heart)i am never without it(anywhere
i go you go,my dear; and whatever is done
by only me is your doing,my darling)
i fear no fate(for you are my fate,my sweet)i want
no world(for beautiful you are my world,my true)
and it's you are whatever a moon has always meant
and whatever a sun will always sing is you
here is the deepest secret nobody knows
(here is the root of the root and the bud of the bud
and the sky of the sky of a tree called life;which grows
higher than the soul can hope or mind can hide)
and this is the wonder that's keeping the stars apart
i carry your heart(i carry it in my heart)
11/03/10
papaveri al muro
Giorni di ricerca, di cambiamenti, di sandwich al formaggio e insalata, e se va bene un pomodoro. Giorni di novita', di gente nuova e di pacchi. E notti. Notti di coperte e di naso chiuso, notti di mondi paralleli e inquietanti, notti di volpi che si aggirano silenziose, e di bambini che urlano. Notti di lampade accese e di calzettoni arancioni.
03/03/10
come la volpe quando viene l'inverno
sola ed elegante, una bellissima volpe era nel nostro giardino ieri mattina. si muoveva lentamente, si fermava, si guardava attorno. il sole la illuminava. avevo visto una volpe la scorsa estate di notte nella campagna di francesca, a perugia, ce la siamo trovati davanti e ci fissava. non credevo di trovarne a londra. eppure si aggirano fra le case di questa citta', vanno da un giardino all'altro. a volte sbucano da dietro qualche auto. questo meraviglioso animale a me fa pensare sempre ad una bellissima canzone di fossati, la canzone che me lo ha fatto conoscere ed amare, la volpe, appunto. Che fa cosi:
Che sarà quell'ombra sulla strada
Che sarà quell'ombra sulla strada
Sarà la volpe quando viene l'inverno sarà
Sarà la volpe quando viene l'inverno sarà
Sarà la volpe quando viene, ma la volpe non è
Sarà la volpe quando viene, ma la volpe non è
Sarà il mio amore che ha trovato la strada
Sarà il mio amore che ha trovato la strada
Come la volpe quando viene l'inverno sarà
Come la volpe quando viene l'inverno
Sarà.
non so perche' dedico un post a questo, il fatto e' che quella volpe rappresenta per me la vita che ti sorprende, rappresenta la sua semplice bellezza. in un mondo indifferente che corre quella volpe lenta e maestosa, nel mio giardino mi ha trasmesso sensazioni positive. sara' il mio amore che ha trovato la strada. sara'.
23/02/10
C'era una volta la sinistra italiana...
D'Alema quindi. Qui, a Londra e io li in sala. Chi l'avrebbe mai detto che mi sarei fatta coinvolgere fino al punto di andare dopo lavoro a sentire un politico, uno dei tanti per me. E' che chi non vive all'estero non si rende conto di cosa significhi essere italiani fuori dall'Italia e guardare l'Italia che va pezzi. Dire, tanto un giorno tornero' e subito ti si apre davanti l'immagine dei telegiornali e le facce dei politici sempre piu' ricchi e presuntuosi, e il grafico della disoccupazione sempre piu preoccupante. D'Alema ha iniziato il suo discorso in un inglese improbabile. Davvero vergognoso. Avevo i brividi a sentirlo e mi vergognavo, ma lui no, anzi, ha detto che da quando non e' piu ministro delgi esteri ha perso occasione di migliorare l'inglese. Umorismo davvero triste il suo. Eppure era quell'uomo che con sagacia e furbizia azzittiva tutti, una volta. Ieri invece e' stato irritato, si e' agitato, davanti a domande semplici di giovani italiani che vogliono sapere. L'incontro doveva essere sull'Europa, ma in quella sala c'erano italiani chehanno cercato all'estero cio che avrebbero dovuto avere nel proprio paese, diritto allo studio, finanziamenti per la ricerca, professionalita'. "Non ritiene che la classe politica in Italia sia vecchia e che i giovani non abbiano posto?" "Ma io sono piu giovane di Gordon Brown in realta'". Ma quando arrivano le domande sulla sua assenza dal parlamento durante la legge sullo scudo fiscale e sulla questione dell'antonveneta D'Alema si agita e impulsivamente dice "Non devo dare spiegazioni qui ma eventualmente ai magistrati". "Questa e' una polemica esasperata". Le parole continuano. Si riprende. Spiega. Ma noi tutti esasperati lo siamo, forse questo i politici non l'hanno ancora capito. In quella sala c'era una grande forza, creata da una grande rabbia. Contenta di esserci andata.
21/02/10
15/02/10
fiorisce il rosmarino
Caffe', caffe', caffe'. caffeeeeeeeee. Ho bisogno di un caffe' per uscire da questo stato di trans in cui mi trovo. Guardo lo schermo del pc e mi incanto. Sara' che forse sta fecndo effeto il chanting di ieri, magari su di me - caso disperato in questione di relax - fa effetto un giorno dopo? Sara' quel che sara' ma io voglio un caffe'. Ma tanto e' una battaglia persa perche' ovunque io vada un caffe' come lo intendo io e credo come lo intendano il 90 per cento degli italiani, e il 101 per cento dei napoletani, qui non lo trovo. Non ho speranze. Allora vado a prendere un tea. I know, it's not exactly the same. Ma c'e' un tea che dice di essere "revitalising". Magari riesce a revitalise me. In realta avrei voluto scrivere di quanto ogni volta sia fantastico andare a vedere woody allen al cinema, di quanto sia fantastico vedere Annie Hall al cinema, e soprattutto di quanto lo sia andarci di domenica pomeriggio, da soli. Credo che la maggiorparte dei film di Allen io li abbia visti da sola e non so, a me sembra che sia questa la condizione ottimale per gioire fino in fondo di allen. Cioe' voglio dire, i film di allen sono un monologo, e mi piace rispondere a questo monologo con un altro monologo, quello delle mie sensazioni e reazioni, senza condividerle. Lo adoro. Ogni volta scopro particolari geniali, divertenti. Ad esempio ho scoperto che ha messo la sua data di nascita nel film. C'e' un punto del film in cui appare una data e quella data, e' il 1 dic, per chi non sa che allen e' nato il 1 dicembre e' una data qualsiasi, anzi manco si accorge che e' segnata, sulla lavagna. Ma per chi lo sa e' una bella storia. Il film e' suo e lui ci fa cio che vuole. Bello bello. Poi che volete, io vedendo Manhattan da Brooklyn... uff. Che nostalgia. Che meraviglia. .
09/02/10
weekend in casa vittoriana
e la casa vittoriana e' la mia. proprio dove vivo. per la prima volta da quando mi sono trasferita in questa casa per due giorni interi, un weekend pieno, sono rimasta sola. rimanere sola nella casa vittoriana vuol dire tv spenta, finalmente, e giradischi acceso con il vinile di angelo branduardi che canta in fancese, una chicca che mi rende molto orgogliosa, trovato nel negozietto di dischi vicino casa a 3 pound. vuol dire fare colazione ed occupare tutto il tavolo, sbragarsi sulla sedia, con i piedi ovviamente sulla sedia di fronte e godere del sole sparito per settimane. poi chiamare l'amica in italia che ti manca un casino e che via skype ti fa vedere il pancione che cresce, intanto far scorrere l'acqua calda nella vasca con dentro un po' di gocce di lavanda. e poi buttarcisi e starci. restare sola sola nella splendida casa vittoriana vuol dire poi cucinarsi qualsiasi cosa, mettersi sul divano, scaricare pretty woman (eh si, pretty woman!!!) e sorseggiare un buon bicchiere di vino rosso, accorgersi poi che la casa e' buia e... sentire il tuo flatmate che rientra e che accende le luci e che ti chiede: hey, are you in the dark? finisce il weekend. finisce pretty woman, finisce il silenzio, finisce il buio.
04/02/10
untitled
dovrei lavorare, dovrei mangiare, dovrei pensare, dovrei decidere. vorrei riposare, vorrei leggere, vorrei ridere, vorrei ballare. chissà forse e' proprio questa lotta che mi rende stanca. dormirei ovunque in questi giorni. e la stanchezza mi impedisce anche di essere felice. lo so, lo so, che in fondo c'e' un po di felicita', fosse solo per quella libertà che mi sto riprendendo a morsi, a spallate, a calci. l'ho messa accanto a me sul letto ed e' bello osservarla quando spengo la luce. da quando sono diventata povera povera ho avuto la conferma che libertà e denaro sono dei grossi nemici. ora voglio scrivere cose sconnesse. voglio dire che st paul e' bellissima e che sembra che chi l ha costruita l'abbia fatta proprio per schiacciarla contro il cielo grigio di Londra. voglio dire che e' grave grave, molto grave ciò che succede nel mio paese, e' grave che nessuno faccia niente, e' grave, e' molto grave e io sono arrabbiata e lo dirò a chiunque ovunque. voglio dire che credo nella forza di un popolo ma mi spaventa la complessità e l'istinto animalesco dell'individuo.
voglio dire che sto lavorando, ovviamente a titolo gratuito (vedi sopra discorso libertà) nella casa editrice che ha accompagnato i miei studi, che ha pubblicato i libri dai quali e' nato l'amore per la parola, per la scrittura, per la letteratura. sono seduta alla scrivania della penguin e credo che un po felice lo sono. e nn vorrei smettere di scrivere stasera. ma dovrei lavorare, dovrei mangiare, dovrei...
25/01/10
rosaria
che bella che e' mia nonna. le hanno messo il computer davanti e ci siamo viste. sei sempre uguale, mi ha detto. mi sorrideva, era contenta come una bimba. a volte penso, non so cosa darei per riportarle le persone che ha amato, le persone che affollano i suoi racconti malinconici, nostalgici. quell'amica con la quale si affacciava al balcone per parlare dei ragazzi, quel ragazzo che la guardava ogni volta che lei si affacciava. mio nonno con il quale divideva l'aria, con il quale si rispettava, si divertiva, si proteggeva. si amava. oddio quanta energia mi hanno dato insieme e quanti sorrisi. e quanti vorrei dargliene io ora. ma non ci riesco, sono più forti i dolori, i dispiaceri, la noia, la tristezza. domani ancora una prova per lei, ancora un ospedale. e allora nonna ti bacio e ti abbraccio, e ti prendo per mano come facevi sempre tu quando eravamo in pericolo.
21/01/10
questa ve la devo proprio raccontare
credo proprio che siano anni che progetto di comprare un portatile, ma ovviamente le priorita' sono state sempre altre, leggermente piu' basilari del portatile, tipo cibo, affitto, viaggi. insomma il minimo per sopravvivere. e' qualche mese pero che l'esigenza del portatile ha cominciato a diventare basilare anch'essa, soprattutto quando ci potrei guadagnare lavorando da casa, e quindi pagarmi cibo, affitto, viaggi. insomma ho fatto un po' di calcoli e finalmente ho deciso. lo compro. ma mica compro un portatile qualsiasi. voglio il mac, e' inutile che tutti mi chiedono perche' il mac. non c'e' sempre un perche' da spiegare. io mi sento mac e mac sia. e chi meglio di emanuele poteva farmi compagnia all'apple store? emanuele si eccita con gli acquisti ed e' un i-phone dipendente quindi sicuramente non mi avrebe mai fatto venire alcun dubbio nel comprare il mac. insomma nel comprare e basta. anzi, era eccitatissimo anche lui. ci vediamo a convent garden, per strada mi viene voglia di schifezze calde e compro le french fries a leicester square. figo. sto per comprare il mac. arriviamo sulla strada dei soldi, regent street, entriamo nel mondo dei soldi, apple store. individuo il modello che voglio e non c'e' tanto da pensare, bisogna solo chiedere a uno dei tanti ometti omologati in blu, con il finto sorriso stampato sul volto e una nuvoletta che dice "non me ne frega un cazzo di te, di chi sei e di cosa vuoi, non me ne frega niente se hai sudato sette camice per mettere da parte i soldi per questo computer, credi di essere figa?". "Salve, voglio comprare un macbook". "Certo, il ragazzo qui accanto sara' molto felice di mostrarglielo". Ok, facciamogli fare il suo lavoro, mi parlera' per una ventina di minuti del mac, di quanto sia grandioso, di quante cose si possono fare, come se non avessi gia' deciso. Il ragazzo mi porta davanti al mac e inizia a descrivermi il mac, poi mi chiede hai gia un mac? No. E ricomincia ad elogiare il mac ponendo l'accento sul'importanza di sapere usare sto coso - aiutoooo - perche' sa noi abbiamo un servizio a soli 79 pound di tutor annuale. Io gli faccio un sorriso e gli dico con quella che credo dovrebbe essere sempre vincente sincerita', senti io ho giusto giusto i soldi per comprare il mac, non un pence in piu. e lui mi fa la fatidica domanda, sa usare il mac? ed io, certo che lo so usare - cosi me lo tolgo dalle scatole questo, io voglio solo il mio maaaaaac - Ma accade qualcosa di incredibile, qualcosa che mi ha fatto pensare di stare in una candid camera, qualcosa che mi ha fatto pensare di gridargli "ma tu stai completamente fuori!!". Sto ragazzo brufoloso e pieno di problemi mi apre una pagina word e mi dice, ok, se sai usare il mac allora va su internet copia una pagina incollala qui e salvala come pdf. io non so di che colore sono diventata, so solo che gli ho ripetuto cio che mi ha detto per essere sicura di aver capito bene. si, avevo capito bene. ho iniziato a urlare per quanto io sappia urlare, usando quel modesto vocabolario inglese imparato fino a quel momento. rifiutandomi di fare un test per comprare un pc!!!!!! lo stronzo ha continuato a dirmi di quanto era importante che io sapessi usare il mac e che era solo curioso e che lui faceva il suo lavoro e che... curiosoooo????? you did your job, now I want to buy this mac and I do not have to demonstrate anybody that I can use iiiiiiiitttttt!!!!!!!!!!
ovviamente mi sono cosi incazzata che non ho voluto comprare il mac. ero davvero senza parole, ma non poteva finire cosi. ho cercato il manager. e il manager era proprio quello con il sorriso da deficiente stampato in faccia, quindi che ve lo dico a fare.
sono uscita da li che avevo un nervoso. emanuele ha iniziato a ridere e io tornavo verso casa senza mac.
sulla strada sono passata davanti a un negozietto di pc, gestito da indiani anni luce piu simpatici e normali di quelli dell'apple store. il mac l'ho preso li, stesso prezzo ma sorriso vero.
ovviamente mi sono cosi incazzata che non ho voluto comprare il mac. ero davvero senza parole, ma non poteva finire cosi. ho cercato il manager. e il manager era proprio quello con il sorriso da deficiente stampato in faccia, quindi che ve lo dico a fare.
sono uscita da li che avevo un nervoso. emanuele ha iniziato a ridere e io tornavo verso casa senza mac.
sulla strada sono passata davanti a un negozietto di pc, gestito da indiani anni luce piu simpatici e normali di quelli dell'apple store. il mac l'ho preso li, stesso prezzo ma sorriso vero.
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