Photo: virginia

17/05/13

"una notte disperata"

Sapete il gioco dei Quattro cantoni? Ci giocavo sempre da piccola con i miei cugini. Serve una stanza con quattro angoli e cinque giocatori. Quattro agli angoli e uno in centro, al tre  ognuno cambia la propria posizione e si cerca di accaparrarsi un altro angolo lasciando una persona fuori. E’ un gioco malvagio. Qualcuno resta sempre fuori.  Mi ricordo in modo netto l’ansia di stare in centro e di non essere abbastanza veloce e perspicace per assicurarmi il mio angolo. C’era sempre qualcuno piu veloce di me, piu intelligente. E’ l’impressione fortissima che ho della mia vita negli ultimi anni. Non parlo della vita professionale, li bene o male ogni tanto un angolo me lo accaparro, certo dopo tre, quattro o piu tentativi. Ma siamo sinceri, la vita professionale e’ davvero solo una parte, per quanto importante, una piccola parte della nostra vita. Il gioco piu importante e’ quello umano, dei sentimenti. E li, devo dire con tristezza, con profonda ma serena (mmmhhh) tristezza che sono fuori dai giochi, e se gioco rimango al centro. Sempre. Spesso. E ogni tanto mi siedo e cerco di riflettere su cosa non va, ma non c’e’ tanto da riflettere. Evidentemente mi sono esercitata di piu nel gioco professionale, li sono piu brava, ma per tutto il resto sono una frana. C’e’ chi e’ piu veloce, piu brava, piu bella, o semplicemente chi ha provato e riprovato senza fermarsi. O forse boh, non c’e’ una spiegazione. Ma e’ triste. Ho l’impressione che tutti siano andati avanti, siano cresciuti e abbiano costruito con mattoni solidi e continuano a costruire mentre io all’improvviso mi rendo conto che sono passati anni e mentre tutti erano indaffarati ad accaparrarsi il loro angolo io a cosa pensavo? Che ho fatto? E perche nessuno mi ha aspettata? Dov’e’ la mia parte? Dov’e’ il mio angolo? Quando arriva il mio turno? O forse la mia vita deve solo riempirsi di pezzi di cio che non e’ mai successo, di cio che sarebbe potuto. Una telefonata mai fatta, un bacio mai dato, un appuntamento cancellato. E come fantasmi i residui di questi non-eventi all’improvviso emergono.  Meravigliosi pezzi, certo. Ma pezzi.