Photo: virginia

25/01/10

rosaria

che bella che e' mia nonna. le hanno messo il computer davanti e ci siamo viste. sei sempre uguale, mi ha detto. mi sorrideva, era contenta come una bimba. a volte penso, non so cosa darei per riportarle le persone che ha amato, le persone che affollano i suoi racconti malinconici, nostalgici. quell'amica con la quale si affacciava al balcone per parlare dei ragazzi, quel ragazzo che la guardava ogni volta che lei si affacciava. mio nonno con il quale divideva l'aria, con il quale si rispettava, si divertiva, si proteggeva. si amava. oddio quanta energia mi hanno dato insieme e quanti sorrisi. e quanti vorrei dargliene io ora. ma non ci riesco, sono più forti i dolori, i dispiaceri, la noia, la tristezza. domani ancora una prova per lei, ancora un ospedale. e allora nonna ti bacio e ti abbraccio, e ti prendo per mano come facevi sempre tu quando eravamo in pericolo.

21/01/10

questa ve la devo proprio raccontare

credo proprio che siano anni che progetto di comprare un portatile, ma ovviamente le priorita' sono state sempre altre, leggermente piu' basilari del portatile, tipo cibo, affitto, viaggi. insomma il minimo per sopravvivere. e' qualche mese pero che l'esigenza del portatile ha cominciato a diventare basilare anch'essa, soprattutto quando ci potrei guadagnare lavorando da casa, e quindi pagarmi cibo, affitto, viaggi. insomma ho fatto un po' di calcoli e finalmente ho deciso. lo compro. ma mica compro un portatile qualsiasi. voglio il mac, e' inutile che tutti mi chiedono perche' il mac. non c'e' sempre un perche' da spiegare. io mi sento mac e mac sia. e chi meglio di emanuele poteva farmi compagnia all'apple store? emanuele si eccita con gli acquisti ed e' un i-phone dipendente quindi sicuramente non mi avrebe mai fatto venire alcun dubbio nel comprare il mac. insomma nel comprare e basta. anzi, era eccitatissimo anche lui. ci vediamo a convent garden, per strada mi viene voglia di schifezze calde e compro le french fries a leicester square. figo. sto per comprare il mac. arriviamo sulla strada dei soldi, regent street, entriamo nel mondo dei soldi, apple store. individuo il modello che voglio e non c'e' tanto da pensare, bisogna solo chiedere a uno dei tanti ometti omologati in blu, con il finto sorriso stampato sul volto e una nuvoletta che dice "non me ne frega un cazzo di te, di chi sei e di cosa vuoi, non me ne frega niente se hai sudato sette camice per mettere da parte i soldi per questo computer, credi di essere figa?". "Salve, voglio comprare un macbook". "Certo, il ragazzo qui accanto sara' molto felice di mostrarglielo". Ok, facciamogli fare il suo lavoro, mi parlera' per una ventina di minuti del mac, di quanto sia grandioso, di quante cose si possono fare, come se non avessi gia' deciso. Il ragazzo mi porta davanti al mac e inizia a descrivermi il mac, poi mi chiede hai gia un mac? No. E ricomincia ad elogiare il mac ponendo l'accento sul'importanza di sapere usare sto coso - aiutoooo - perche' sa noi abbiamo un servizio a soli 79 pound di tutor annuale. Io gli faccio un sorriso e gli dico con quella che credo dovrebbe essere sempre vincente sincerita', senti io ho giusto giusto i soldi per comprare il mac, non un pence in piu. e lui mi fa la fatidica domanda, sa usare il mac? ed io, certo che lo so usare - cosi me lo tolgo dalle scatole questo, io voglio solo il mio maaaaaac - Ma accade qualcosa di incredibile, qualcosa che mi ha fatto pensare di stare in una candid camera, qualcosa che mi ha fatto pensare di gridargli "ma tu stai completamente fuori!!". Sto ragazzo brufoloso e pieno di problemi mi apre una pagina word e mi dice, ok, se sai usare il mac allora va su internet copia una pagina incollala qui e salvala come pdf. io non so di che colore sono diventata, so solo che gli ho ripetuto cio che mi ha detto per essere sicura di aver capito bene. si, avevo capito bene. ho iniziato a urlare per quanto io sappia urlare, usando quel modesto vocabolario inglese imparato fino a quel momento. rifiutandomi di fare un test per comprare un pc!!!!!! lo stronzo ha continuato a dirmi di quanto era importante che io sapessi usare il mac e che era solo curioso e che lui faceva il suo lavoro e che...  curiosoooo????? you did your job, now I want to buy this mac and I do not have to demonstrate anybody that I can use iiiiiiiitttttt!!!!!!!!!!
ovviamente mi sono cosi incazzata che non ho voluto comprare il mac. ero davvero senza parole, ma non poteva finire cosi. ho cercato il manager. e il manager era proprio quello con il sorriso da deficiente stampato in faccia, quindi che ve lo dico a fare.
sono uscita da li che avevo un nervoso. emanuele ha iniziato a ridere e io tornavo verso casa senza mac.
sulla strada sono passata davanti a un negozietto di pc, gestito da indiani anni luce piu simpatici e normali di quelli dell'apple store. il mac l'ho preso li, stesso prezzo ma sorriso vero.

12/01/10

banana republic

ho cambiato la disposizione dei mobili e del letto in camera. non sono ancora convinta che sia la soluzone migliore, ma il cielo e' grigio e statico e pesante, e qualcosa bisognava pur fare. rientrando a londra ho ritrovato l'odore londinese, la vasca da bagno e l'insonnia. gli amici sono sempre piu' occupati e io sempre piu' libera. ho anche trovato un aumento assurdo dei trasporti, che era gia' la cosa piu' cara di londra. unica novita, stamattina appena uscita di casa cercadno di stare attenta a non scivolare sul ghiccio che non va via, due persone hanno incrociato il mio sguardo e mi hanno salutata, non riuscivo a crederci. sara' il tempo, cosi' cupo, che crea un minimo di empatia. vabbe' io faccio apple crambles e cucino pollo variando e sperimentado con le spezie. leggo sulla famosa, quasi ormai mitologica, banana republic e mi informo, mi informo, che e' importante. sogno e pianifico Il Viaggio. e questo grigio sparira' prima o poi. che dolore, che peso.

04/01/10

ancora e sempre tu

che tristezza quando stamattina mi sono accorta in treno di aver dimenticato la fetta di pastiera, che mia zia ieri sera mi ha tagliato e incartato. la pastiera che non ho mangiato per quel tremendo dolore allo stomaco che mi ha accompagnata tutti i tre giorni a napoli. ma la pastiera ce l'avevo già in bocca, aspettavo solo di sedermi in treno infreddolita e di scartarla e mangiarla davanti al vesuvio che scompariva. invece non c'era. in borsa c'era di tutto, spazzolino, fazzoletti, caffè, ma la pastiera non l'ho trovata. e a roma allora mi sono recata in un bar per fare una normale colazione, senza pastiera, e ho chiesto un caffè macchiato, un caffe co a macchia!! ha gridato il tipo al ragazzo del caffè. un caffè co a macchia non l'avevo ancora sentito, forse potrei rendere il mio blog meno spagnoleggiante e più popolano e chiamarmi caffè co a macchia. ma direi che non mi si addice moltissimo. ieri napoli era raggiante, le costruzioni arabe spiccavano più di tutto grazie a quel sole parsimonioso sulla città, la luce che entrava nei vicoli rendeva i contorni delle cose e delle persone di un fascino che lasciava senza fiato. e la gente a divorare la città. erano ovunque, miriadi di persone, anziani, giovani, bambini. chi ci giocava con la città, chi ci lottava, chi ci faceva l'amore, chi la calpestava e chi l'accarezzava o chi semplicemente la usava. io non ho mai visto un rapporto così appassionato e aggressivo, animalesco, tra città e cittadini. ogni pietra, ogni panchina, ogni buco, ogni angolo di questa città, viene fatto proprio in qualche modo dalla gente che vi appartiene fino a creare un'orgia, gente e città, paradiso e diavoli insieme in una lotta di amore, odio, egoismo, sopravvivenza. all'ultimo morso. ho lasciato napoli ieri sera con una luna rossa che si faceva spazio fra nuvole nere e palazzi bianchi.