Photo: virginia

30/09/09

scusate gli accenti

Dice Vito Mancuso a Torino spiritualita’, anticipato sabato da Repubblica:

“L’autenticita’ e’ una dimensione sintetica dell’esistenza, uno di quei rari concetti che puo servire da sigla complessiva per definire un uomo per quello che veramente e’, al di la’ di quello che possiede, di quello che sa, e anche al di la di quello che compie. […] Io ritengo che nella pienezza del concetto di autenticita’ siano presenti due dimensioni, una soggettiva e una oggettiva. La prima riguarda il rapporto del soggetto con se stesso e si traduce in genuinita, spontaneita, schiettezza. La seconda riguarda il rapporto del soggetto con gli altri e si traduce in sincerita, onesta, fedelta, giustizia. Mi soffermo anzitutto sul livello soggettivo dell’autenticita”


E qui viene il bello:

“Dato che ogni essere umano e’ in se stesso interiorita ed esteriorita, la situazione di autenticita soggettiva si ha quando tra l’esteriorita (le parole che uno dice, le azioni che uno compie) e l’interiorita (le intenzioni che lo animano, I sentimenti che prova davvero) c’e’ armonia. Un uomo cosi dice quello che pensa, compie quello che crede, sente davvero quello che manifesta.”


E qui e’ poesia:

“Ognuno di noi infatti e’ abitato da una duplice melodia: una melodia interiore che risuona da se quasi in modo necessario e una mlodia esteriore che eseguiamo consapevolmente in relazione agli altri con le parole, le azioni, i sorrisi, i silenzi e le altre consuete cerimonie quotidiane."


E qui e’ lirismo:

“Ognuno contiene una sorta di polifonia: da un lato il canto fermo e basso continuo rappresentato dalla musica che scaturisce dal temperamento personale indipendentemente dalla volonta’, e dall’altro il motivo dominante, piu acuto, piu elaborato, dato dale azioni e dale parole volontarie, che si sovrappone al basso continuo del temperamento. Quando tra I due motive c’e armonia, siamo in presenza di una persona soggetivamente autentica, e questo e’ cio che io definisco il primo livello dell’autenticita umana.”

23/09/09

la scatola magica

in ufficio, appena dietro di me, alle mie spalle, c'e' una scatola magica, anzi ci sono tante scatole magiche. sono scatole di diverse dimensioni che si moltiplicano e si riempiono di libri, quando non le guardi. ogni tanto mi giro e le vedo straripanti. ci sono libri piccoli, grandi, rigidi, morbidi, colorati, ma la cosa piu bella e' che sono in tante lingue diverse. ci sono libri di scrittori inglesi tradotti in francese, o in russo, o in italiano. ci sono scrittori inglesi pubblicati in inglese, francesi pubblicati in francese. la scatola magica regala parole ma il segreto sta nel non cercare, non frugare, basta avvicinarsi e guardare e in ogni momento trovi dei libri diversi, e capita spesso ma non sempre, che uno di questi libri sia li per te. e questa e' la magia. dalle scatole magiche il primo libro che ho tirato fuori e' l'abitudine di amare di doris lessing. poi e' arrivato taj mahl, proprio il libro per alessandra, amica e compagna di casa al momento, due giorni prima che apparisse magicamente questo testo nella scatola, alessandra mi ha rivelato che sta programmando un viaggio in india. ieri dalla scatola sono usciti: le voyage d'hector, dove hector il protagonista e' uno psichiatra che dopo aver ricevuto tanti pazienti che si recano da lui in cerca della felicita', decide di fare un viaggio e trovarla, questa felicita'. e' uscito the brief history of the dead che ha stimolato la mia curiosita' e notable american women. tutti ora sulla mia scrivania. la scatola magica e' una delle cose belle di questo posto.

15/09/09

tulipani viola

c'erano tulipani viola oggi in mezzo al tavolo, nove per l'esattezza. i tulipani sono dei fiori che non ho mai amato eccessivamente per la loro troppa delicatezza, eppure negli ultimi anni quando ci sono mi rendono serena, se non felice (si puo' dire felice?). attorno ai tulipani eravamo in dieci, ed eravamo tutte donne. donne di nazionalita' diverse, ognuna con la propria nazionalita' nell'espressione, nello stile, nel modo di parlare. la delicatezza, eccessiva come quella dei tulipani, delle donne francesi, Claire e Annemarie; la rigidita' quasi tenera di Sabine, tedesca; la fresca allegria della scandinavia in Luise; l'essere scazzato ma equilibrato da un filo di hippie in Noemi olandese; la schiettezza e la semplicita' delle mie italiane, Daniela e Giulia; la durezza di Halina, dell'est ma ancora non so di dove; e poi Jenny inglese, "carattere" non ancora identificato, inglese appunto. e io con loro, fra loro, le osservavo, poi contavo i tulipani e le ascoltavo parlare di libri, e di scrittori con entusiasmo. le sentivo ridere. e ancora osservavo i tulipani viola, chiusi, e ho pensato che si apriranno stasera mostrando la loro bellezza, quando nessuno sara' in ufficio ed e' un peccato. o forse a pensarci bene non lo e', anzi un fiore che insegna ad attendere credo sia' proprio qualcosa di speciale. cool.

11/09/09

sensazioni

"Dov'e' la cucina?" pensai insensatamente in quel momento. Sempre in quel momento lei mi prese per mano e mi guido' nella stanza da letto/soggiorno/studio. C'era un letto accostato alla parete opposta alla porta, una scrivania, libri dappertutto. Libri su scaffali, colonne di libri per terra, libri sulla scrivania, libri sparsi. C'era un vecchio radioregistratore, un posacenere con due filtri schiacciati, alcune bottiglie di birra vuote, unabottiglia di wisky j&b quasi vuota.
I libri avrebbero dovuto rassicurarmi.
Quando vado in una casa per la prima volta controllo se ci sono libri, se sono pochi, se sono molti, se sono troppo ordinati - il che non depone bene - se sono dappertutto - il che depone bene - eccetera, eccetera.
I libri nella piccola casa di Melissa avrebbero dovuto darmi sensazioni positive. Non fu cosi'.

Testimone inconsapevole, Gianrico Carofiglio

02/09/09

pioggia giallo senape

a due ore dall'italia c'è l'autunno e io l'ho raggiunto, oggi. in borsa mancano le mie infradito azzurre comprate a new york e lasciate nella cabina di una nave che fa su e giù freneticamente, italia sardegna corsica italia. in cambio ho un i-pod giallo senape, e mi sono accorta oggi mentre ero in metro che anche il mio zaino è giallo senape, e allora ho pensato che ho messo in valigia il mio maglione preferito, giallo senape e in borsa la sciarpa giallo senape. la pioggia di londra mi ha messo serenità e pensavo che questa città non avrebbe potuto accogliermi in un modo migliore o più rassicurante. domani comprerò un ombrello, e delle infradito o forse starò tutto il giorno a leggere sul letto e a godermi la pioggia, non lo so e vabene così. e penso che per la prima volta non ho un biglietto di ritorno e va bene, va bene così.