tag:blogger.com,1999:blog-51556610447228814522024-03-06T04:19:11.841+00:00cafeconlecheUnknownnoreply@blogger.comBlogger317125tag:blogger.com,1999:blog-5155661044722881452.post-74443673148986506842018-08-09T17:14:00.001+01:002018-08-09T20:03:59.542+01:00il buio<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Mi capita di incontrare ancora, a tre mesi dalla morte di
mio padre, persone che mi dicono che non sapevano. Non sapevano fosse malato.
Mio padre era malato da sette anni, ma negli ultimi nove mesi la malattia lo ha
aggredito ferocemente. Non riusciva più a mangiare, non dormiva più – e dico
davvero, forse riusciva a chiudere gli occhi per un’ora ogni notte – aveva
dolori forti che all’inizio abbiamo tenuto sotto controllo con gli oppioidi più
leggeri, poi con la morfina fino a quando non è stato più possibile
controllarli. Mio padre era diventato magrissimo. Eppure pochi si erano accorti
che stava male. Perché mio padre viveva nonostante la malattia, nonostante le
paure, nonostante i dolori. Non ha mai, mai, lasciato spazio alla malattia. La
chemio spesso lo costringeva a stare a casa. Ma lui non voleva stare a letto. Si
alzava ogni mattina, si faceva la barba, si vestiva bene e pensava a cosa fare,
se c’erano cose da aggiustare a casa, curava l’orto, andava a comprare cose. E
faceva progetti. Insieme in ospedale ne abbiamo fatti tanti io e lui. L’ultima
settimana in ospedale disse alla sua dottoressa “quando starò meglio la porto a
vedere Napoli e la costiera, la porto a vedere dei luoghi meravigliosi”. In
quella occasione all’improvviso si interruppe, e disse “sto dicendo una cazzata”.
Dopo una settimana non c’era più.</div>
<div style="text-align: justify;">
Mi fa molta fatica parlarne, ma ho bisogno di
riappropriarmi delle parole che il dolore mi ha portato via. Ciò che volevo
condividere qui è che nel buio in cui spesso mi trovo, nei momenti di dolore,
di riflessione sulla morte, sulla sofferenza, e in questa insopportabile sensazione
di irrealtà creata dall’assenza di una persona che c’è sempre stata nella mia
vita, io respingo le immagini di sofferenza che ritornano chiarissime, e faccio
spazio ai momenti di bellezza che, nonostante quel cancro bastardo, riuscivamo
io e mio padre a vivere insieme. Penso a quando lo accompagnavo in macchina e
mettevo le canzoni classiche napoletane e lui iniziava a cantare, penso a
quando mi diceva, fermati prendiamoci un caffè, e poi in macchina mi diceva che
quel caffè era proprio buono. Penso a quando a Milano la radioterapia era
riuscita a fermargli il dolore, e lui felice è voluto andare a fare shopping.
Ecco, il cancro ha vinto, perché ha ucciso mio padre, ma mio padre ha vinto
perché non si è mai staccato dalla vita, non si è mai, mai, mai arreso, ed è
riuscito a essere felice, con un caffè, con una canzone, con una giornata di
sole.</div>
<div style="text-align: justify;">
Io sento di avere un lungo percorso da fare, nel ritrovare un nuovo equilibrio, ma è
come se fossi in viaggio e nel mio zaino ci ho messo anche quel caffè, la voce di mio
padre che canta e le giornate di sole che lo facevano sorridere. <span style="mso-spacerun: yes;"></span>
</div>
<div style="text-align: justify;">
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Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5155661044722881452.post-27585339608808308592018-07-04T12:07:00.002+01:002018-07-04T12:07:30.370+01:00Questa estate quaMio padre era l'estate.<br />
Era l'estate umbra con i suoi campi di girasoli gialli e di grano arrotolato, con i trattori da sorpassare, le sagre paesane, la carne arrosto, il vino buono. Era l'estate napoletana, con l'odore del mare, i piatti di cozze e vongole, le spiagge affollate, le nuotate fino ad arrivare agli scogli, il vino con le pesche, la passeggiata sul lungo mare, i taralli con il pepe. Era l'estate romagnola, la partita a bocce e quella a carte, i balli che non sapeva ballare, le passeggiate sulla spiaggia, le chiacchiere al bar. Mio padre era l'estate che aspettava, "quando c'è il sole mi sembra di sentirmi meglio", disse qualche giorno prima di morire. Il cancro è stato più veloce di questa estate che ora è arrivata inutilmente. E' un'estate che brucia questa, che parla solo di assenza. E' un'estate priva di senso. I girasoli, il verde, le cozze, il vino, il sole, i gelati, sono pietre che mi vengono lanciate ogni secondo. Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5155661044722881452.post-12781236974128449572018-04-03T15:08:00.000+01:002018-07-04T14:34:11.808+01:00StareStare. Seduta accanto al tuo letto in ospedale.<br />
Stare. Ad osservare il tuo respiro, i tuoi occhi chiusi che si riaprono con paura.<br />
Stare. Senza pensare a cosa accadrà.Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5155661044722881452.post-31180873899624581382018-03-24T21:22:00.001+00:002018-03-24T21:22:49.554+00:00Un tavolo con in mezzo dei fiori gialli; la sabbia calda; le onde del mare; il sole; una poltrona accanto a una finestra; la luce di una lampada accanto a un divano; il silenzio; la voce di leonard cohen. È ciò che mi viene in mente quando cerco un'uscita da questo buio. Quando penso alla fine di tanto dolore, di questa sofferenza. Quando cerco un po' di luce.Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5155661044722881452.post-14626238983621943752018-02-11T15:03:00.000+00:002018-02-11T15:03:56.702+00:00Sono quiSono qui, papà. Ti osservo quando chiudi gli occhi e ti abbandoni sulla poltrona, davanti al camino. Osservo il tuo volto sofferente, stanco, spaventato. Sono qui, accolgo i tuoi silenzi, rispondo alle tue parole. Attendo i tuoi ricordi. I miei passi sono i tuoi, il mio tempo è scandito dal tuo. Ti accompagno, verso dove non so, ho il terrore di saperlo. Ma ti accompagno. Sono qui. Mi prendo la tua rabbia e vorrei in cambio darti serenità, dirti che tutto andrà bene, che la vinciamo, la vinciamo questa guerra. Ma non mi credi, e faccio fatica anche io. Noi cerchiamo le armi ma intanto il cancro divora le tue forze, ti ha tolto il sorriso, ti avvelena il sonno. E io non riesco a lasciarti neanche un attimo. Ti osservo, piango di nascosto, controllo se dormi, se hai dolore, se hai preso il raffreddore, se hai freddo. Sono qui. Come lo sei stato tu sempre, in ogni momento della mia vita. Combattiamo papà, combatti.Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5155661044722881452.post-35772106219522946502017-12-27T17:12:00.001+00:002017-12-27T17:12:24.164+00:00PazziaProvo a scrivere ciò che più mi manca di me ora che vivo nel regno di mia madre, dove non c'è spazio per altre identità se non la sua - ingombrante, urlante, buia, confusa.<br />
Ho lasciato la mia vita in un deposito milanese. Vi ho lasciato la serenità, le luci soffuse, i colori. Ho lasciato lì la gioia di scegliere una bottiglia di vino e i gelati; vi ho lasciato i calzini caldi e la sciarpa messicana. L'emozione di iniziare un libro nuovo, sdraiata sul divano. Ho lasciato il silenzio e l'energia che ne scaturisce. Il cassetto con le tante scatole di tè, la tazza e il sottobicchiere inglesi. Ho lasciato anche Leonard Cohen, i mariachi e Gianmaria Testa. La voglia di leggere ed allontanarmi, quella di scrivere ed esplorare. Ho lasciato i desideri, non ricordo neanche quali e quanti. Ho lasciato la femminilità, la voglia di piacere e piacermi.<br />
Mi muovo piano nel regno di mia madre per non rompere equilibri molto fragili che non saprei aggiustare. Non riconosco nulla, c'è rumore, c'è buio, c'è pazzia. C'è ciò che rimane di una madre, di una donna, dei pezzetti incolori sparsi sulle mensole. C'è delirio e rabbia, vendetta e ripicca, rancori e rimorsi.<br />
Attendo, respiro piano. Non perdo di vista la porta.<br />
<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5155661044722881452.post-1270490406800029932017-02-17T22:14:00.002+00:002017-03-17T11:20:19.921+00:00berlinoNon e' una mossa intelligente andare a berlino due mesi dopo essersi lasciate con l'ex fidanzato tedesco. Non e' una mossa intelligente andarci a febbraio, quando "bene, e' meno freddo le temperature sono sopra lo zero, la neve si scioglie e..." inizia la pioggerellina del cazzo, proprio quella inglese triste che cade lentamente, leggera e ti avvolge. E berlino ha un'aria triste, quella della berlino triste dell'est, con la pioggerellina del cazzo, e l'ex che si e' preso un posticino nei tuoi pensieri, e poi eccola, una telefonata di mezz'ora dall'italia, una telefonata che parla di pazzia e di dolore, e ti fa sentire inutile e cogliona, mentre ti avvicini alla porta di brandeburgo e pensi che forse no, non e' stata una mossa cosi intelligente venire a berlino. Forse i caraibi sarebbe stata una mossa intelligente. Chissa. C'e' di fatto che arriva il momento di vedere quel tuo collega mezzo tedesco e mezzo messicano che ti porta in una enoteca italiana e c'e' gente, tanta, e voi siete in piedi al bancone a parlare di messico, guatemala, napoli con i suoi visitatori tedeschi, e berlino, e il bicchiere di vino tinto che e' sempre pieno, eppure tu il vino lo bevi, lo gusti, e ti piace pure, e tutto diventa meno triste, la pazzia si allontana, e pure il tuo ex fidanzato tedesco per un po', e pensi continuiamo a parlare di messico ti prego, e di cose belle, e ti giri e il bicchiere di vino che credevi di aver svuotato e' pieno, di nuovo, e scopri che dietro al bancone c'e un ragazzo italiano che te lo riempie. E berlino diventa un po' meno triste. Unknownnoreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-5155661044722881452.post-20235115120427972432016-10-22T21:29:00.000+01:002016-10-22T21:29:53.431+01:00assenzaNonna, stasera vorrei sedermi sul divano accanto a te, e fermarmi a vedere la televisione con te, osservarti mentre ridi e ti coinvolgi. Stasera vorrei ascoltare la tua voce, vorrei sentirti accanto. Vorrei che mi vedessi, che notassi come sto diventando donna, vorrei mostrarti le scarpe con il tacco che mi chiedevi sempre di mettere, vorrei farti vedere i vestiti che compro, il rossetto rosso, vorrei cucinare per te. Vorrei vederti orgogliosa di me, tu che donna lo eri, con semplicita' e classe. Nonna stasera vorrei entrare nel tuo mondo, e restare li' un po', assopirmi, prendermi un po' di affetto, di quello bello che mi davi tu, sempre e comunque. Mi manca la nostra complicita', mi manca prenderti le mani, baciarti le guance. Stasera mi vivo la tua assenza. Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5155661044722881452.post-15748534678404095682015-12-13T19:26:00.000+00:002015-12-13T19:26:05.904+00:00gin o' clockDopo sei anni di vita a Londra ho scoperto il piacere di sorseggiare la bevanda inglese per eccellenza, il gin & tonic. Non mi ero mai soffermata su questo aspetto intrinseco della cultura inglese. Io che non ci capisco niente di gin mi sono ritrovata affiscinata a guardare lo scaffale del supermercato zeppo di bellissime e talvolta elegantissime bottiglie di gin tutte made in England, dai prezzi svariati. E, seppur se di meno, una scelta abbastanza varia anche per quanto riguarda l'acqua tonica. Poi il tutto sta nell'abbinare le due eccellenze. E goderne. Goderne come ho imparato da solo qualche settimana a fare io. Non sono mai riuscita a condividere ad esempio l'assunzione spasmodica di birra. Ma tornare a casa dopo una giornata pesante e quasi sempre stressante, prepararsi un buon gin & tonic, e man mano che lo si sorseggia sentire lo stress scivolare via e i muscoli rilassarsi, e' un piacere che purtroppo ho scoperto solo ora. Si puo stare sei anni in un luogo e perdersi pezzi di cultura. Ma poi, quando pensi di saperne tanto, all'improvviso fai delle scoperte che ti riaccendono curiosita'. E ora vado, it's gin o' clock.Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5155661044722881452.post-69357871721959804352015-11-03T11:23:00.001+00:002015-11-05T22:21:55.236+00:00cafeconlecheMi chiedono, perche non scrivi piu? Perche non fotografi piu?<br />
<br />
Perche semplicemente stanno avvenendo dei cambiamenti in me da qualche anno, cambiamenti importanti che mi portano a vedere il mondo con occhi molto diversi da quelli di prima, con parole diverse, e nessuna delle forme di espressione e creativita a me tanto care e fondamentali per un certo periodo della mia vita, e' in grado di accompagnare questo processo di crescita e cambiamento.<br />
<br />
Mi manca scrivere, mi manca leggermi. Mi manca osservarmi nelle foto che scatto. Ma la spinta e la naturalezza che caratterizzavano la scrittura di questo blog sono andate perdute e ogni mio tentativo di ripristino risulta in qualcosa di rigido, impacciato, arido. Lo stesso con la mia macchina fotografica. Non vedo niente al di la dell'obiettivo. O meglio nella realta che mi circonda non vedo foto da catturare, non vedo la mia realta, quella che voglio tenere in una pagina.<br />
<br />
E' un passaggio il mio che dura da qualche anno e che sono convinta mi portera' a un certo punto da qualche parte. Questo passaggio e' fatto di poche parole scritte e di poche immagini annotate e di tanti pensieri che fluttuano e che non nascono per restare. E' un passaggio da persone e luoghi che non ci sono piu a, spero presto, altre persone e altri luoghi che ci saranno. Ma non ne vedo la forma al momento, e non ne sento ancora l'odore. Quello che ho e' quello del passato che per ora e' solo da leggere, da osservare, da ricordare.<br />
<br />
Cafeconleche resta e mi rassicura. Ci sono stata in passato, sono stata cosi e posso leggermi.Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5155661044722881452.post-60051170608124887652015-03-22T19:22:00.000+00:002015-03-22T19:22:12.038+00:00domenicaIn Norvegia a Giugno succede che c'e' sempre luce. Succede che il sole tramonta alle 11 di sera e che pero' fa fatica a tramontare. Allora succede che il tramonto dura tantissimo, il cielo si colora di rosso e resta così per un po', per ore. Succede ciò che tutti noi almeno una volta abbiamo desiderato nella vita, davanti a un tramonto che ci trasmette pace, serenità, emozione, il tempo si ferma. E a volte servirebbe proprio che ovunque siamo il tempo si fermasse e che un tramonto potesse durare ore, che il cielo si colorasse di rosso e arancio e restasse così per tutto il tempo necessario a farci sentire in pace con il mondo, in pace con noi stessi, in pace con il luogo dove viviamo e con il quale spesso siamo in guerra, come succede a me con questa città.<br />
Oggi e' domenica e il cielo e' rosso dopo settimane di grigio. Oggi e' domenica e davanti al cielo rosso io sfinita lascio cadere le mie armi e vorrei gridare, non ti odio Londra, non ti odio, ma lasciami andare, lasciami andare, non trattenermi più. Oggi e' domenica e davanti alla drammatica bellezza di questo tramonto osservo le mie armi ancora accanto a me e mi preparo a difendere quei colori che sono sicura ho ancora dentro da qualche parte, i sorrisi che fanno fatica a ritornare, la voglia di altro e la consapevolezza che un giorno un tramonto non sarà solo una tregua, ma una realtà da godere senza paura del grigio che incombe.<br />
<br />
<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5155661044722881452.post-43173017320803143892015-01-20T14:17:00.001+00:002015-01-23T11:56:29.677+00:00questione di tempo<br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt;">
<span lang="IT" style="font-family: "Garamond","serif"; font-size: 12pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-size: 11.0pt;">Ho capito, e’ tutta
una questione di tempo. Sempre lui, sempre il tempo. Bisogna aspettare, e’
inutile che mi agiti sulla sedia, devo mettermi l’anima in pace e attendere.
Questo Gennaio e’ un tempo di attesa. E allora aspettiamo. Aspettiamo che la
luce del giorno duri fino a sera, aspettiamo che il sole riscaldi, aspettiamo
che anche questo cancro venga combattutto e vinto, aspettiamo che mi si
chiarisca il cuore, aspettiamo di poter prendere decisioni, aspettiamo il treno
giusto e saliamoci senza rimpianti. Aspettiamo un po’ di risate che ora sono
solo smorfie. E arriveranno le energie, la voglia di ridere, l’eccitamento di
un’idea. Riprendero’ la mia macchina fotografica, i traghetti e le bici. E’ solo una questione
di tempo. Io cerchero’ di non spegnermi ma tu, tempo, arriva. <o:p></o:p></span></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5155661044722881452.post-27137690908945825692014-12-13T18:46:00.001+00:002014-12-13T18:46:45.623+00:00Femminilità in Marocco<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="color: #141823; font-family: Helvetica, Arial, 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19px;">Il Marocco, in quanto paese musulmano, si presenta come un paese maschio, ma un paese maschio dove tutto e' femmina. I profumi e i colori delle spezie, gli oli, il sapone nero, le ceramiche, le stoffe, i tappeti. E me ne sono resa conto quando sono rientrata nei miei confini rassicuranti e ho aperto la mia borsa, ogni cosa che ho desiderato portare con me l'ho fatto pensando alle donne presenti nella mia vita. Il Marocco e' in realtà femmina, e in quanto femmina lascia che gl</span><span class="Apple-style-span" style="color: #141823; font-family: Helvetica, Arial, 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19px;"><span class="text_exposed_show" style="display: inline;">i uomini abbiano il ruolo di traghettatori, la femminilità passa dalle loro mani e chissà se ne sono consapevoli. La femminilità passa dalle mani di chi mi ha mostrato i tappeti delle donne berbere, dalle mani di chi mi ha venduto il sapone che ho scelto per le mie amiche, dalle mani dell'artista che ha creato le ceramiche che saranno usate da mia madre, dalle mani di chi ha scelto le spezie che cucinerò io.</span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5155661044722881452.post-16899819997258800902014-11-11T20:36:00.001+00:002014-11-12T18:53:51.162+00:00formaggio cake<div style="text-align: justify;">
Quando vi sentite senza energie e un po' così, prendete mezza philadelphia buttateci dentro un paio di cucchiaini di zucchero a velo, mescolate mescolate, e poi un goccio d'estratto di vaniglia e un po' di panna liquida. Sbriciolate dei biscotti digestive con un bicchiere, poi mettete cio che resta dei biscotti nel bicchiere e versateci sopra il miscuglio della philadelphia e qualche lampone. Mangiatene mangiatene. Anche se fuori piove. Soprattutto se fuori piove.<br />
E dimenticavo, Massimo Troisi. Gustate il tutto davanti a un film di Troisi.<br />
In alternativa, tre zeppole e due panzarotti. Ma per questo avete bisogno di Napoli. </div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5155661044722881452.post-26499255610156661662014-10-20T21:10:00.003+01:002014-12-15T20:40:17.465+00:00fratellanza ai tempi di skypeche volete da me, a me quando salvatore mi chiede se le olive che ho comprato per la pasta sono nere o verdi mi si scioglie il cuore.<br />
e mi si scioglie il cuore perche lui mi ascolta attentamente.<br />
prima mi chiede: tutto apposto? che dici?<br />
e io gli racconto che sto per preparare la cena, gli dico che faro' la pasta con il pomodoro e le olive<br />
e allora lui mi chiede, scusa ma che olive metti, le nere o le verdi?<br />
e a me questa semplicità, questa attenzione, questa quotidianità come se in mezzo non ci fossero kilometri, e mari, e montagne e lingue che cambiano, come se in mezzo non ci fosse uno schermo, beh, mi commuove e mi fa sentire amata.<br />
e l'autunno londinese mi pare meno estraneo, più sopportabile con tore che mi guarda dall'altra parte del computer e mi dice: dimmi dimmi, sono qua, parliamo.<br />
salvatore e' la parte più bella di me, la parte più pazza, la parte più sensibile, la piu semplice e allo stesso tempo la più complessa, e' la mia quotidianità.<br />
siamo fratelli, complici, pettegoli, ci prendiamo in giro, ci diciamo che ci amiamo, ci rimproveriamo, ci fotografiamo, siamo gelosi l'uno dell'altro, protettivi, ci manchiamo e ce lo diciamo senza pudore.<br />
io ringrazio il Signore per tutte le persone della mia famiglia che ho avuto e che ho, ma salvatore e' un regalo speciale che mi ha fatto e io non smetterò mai di sentirmi privilegiata.<br />
<br />
olive nere, tore. ah, anche noi abbiamo comprato le olive nere.<br />
<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5155661044722881452.post-56742113039262048072014-07-27T20:26:00.002+01:002014-07-28T20:40:24.851+01:00L'estate.E' un camice a fiorellini, allacciato in vita.<br />
Un balcone con le tende che volano.<br />
Camminare sul pavimento di marmo o di legno, a piedi nudi.<br />
Avere voglia di buttarsi a letto nel primo pomeriggio, sulle lenzuola bianche. Di lino.<br />
Svegliarsi e come merenda cucinare le pannocchie bollite.<br />
Le giornate che non finiscono mai.<br />
Il cielo che da blu diventa azzurro, e poi blu di nuovo. E poi rosso.<br />
Le vespe per strada numerose, piene e veloci verso le risate, con quell'illusione di libertà e invincibilità.<br />
E' mia nonna seduta davanti alla porta.<br />
E' Salvatore a torso nudo.<br />
I vasi di basilico.<br />
Le scorze di anguria nella pattumiera.<br />
I tavolini davanti ai bar.<br />
Le finestre aperte di notte.<br />
Restare a parlare seduti sull'uscio di casa fino a tardi e non sentire che e' tardi.<br />
Gli ombrelloni.<br />
I teli stesi la sera, con ancora il profumo di mare.<br />
La sabbia che resta nella doccia.<br />
La voglia di più baci. Più del solito.<br />
L'orzata.<br />
Il latte di mandorla e la menta.<br />
Le pesche nel vino.<br />
Dormire col cuscino tra le gambe.<br />
Svegliarsi alle sette con la luce del sole.<br />
Lamentarsi per le zanzare.<br />
Gli amici che partono, e tu un po' l'invidi. Quelli che restano e tu un po' ne sei felice.<br />
Le cartoline di chi dice che manchi solo tu.<br />
I film in bianco e nero di chi si ama, di chi se lo dice cantando.<br />
I film in bianco e nero con tua nonna che si commuove.<br />
Tuo padre che decide di dormire sul balcone.<br />
Cenare sul balcone e spostare la tv in posti assurdi per riuscire a vederla anche dal balcone.<br />
<br />
Cos'e' l'estate. E che bella che e'. Che bella che e' stata. Ogni estate e' un insieme di estati passati e presenti. Ad ogni ora di caldo arrivano immagini e suoni. Non ce n'e' una, sono tutte le estati della vita che si vivono ogni volta. Delle estati passati sento gli odori, i suoni. Se chiudo gli occhi vedo le persone. E ne sento la solitudine. Prima era la solitudine creata dalla fine della scuola, gli amici in vacanza e io che passavo le sere sul mio balcone da dove si vedevano le luci di Sorrento accendersi pian piano, il sole tramontare tra Napoli e Ischia, e Capri maestosa che prendeva forma. Nel vicolo le signore si univano per andare a gettare la spazzatura e i ragazzi con il loro supersantos arancione tiravano gli ultimi tiri a un muro prima di essere chiamati per la cena.<br />
Oggi la solitudine della mia estate e' piena dell'assenza di ciò e di chi riempiva i miei pomeriggi solitari di allora. Oggi ancora a piedi scalzi, guardo le mie piante di basilico su una finestra di londra, mentre il cielo si riempie di sfumature delicate e mi rendo conto che sono io ad essere andata via stavolta. Via dagli amici, dalla famiglia, dalle vespe, dai gelati mangiati per strada la sera, meritati per il solo fatto di essere sopravvissuti a un'altra giornata di caldo.<br />
<br />
Ne sento la solitudine. E mi rivedo su quel balcone. E tra i clacson di autobus rossi se chiudo gli occhi vedo le luci di Sorrento accendersi, pian piano. Ed e' ora di cena.<br />
<br />
Buona estate.<br />
<br />
<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5155661044722881452.post-43876197975551521382014-06-07T11:54:00.002+01:002014-06-07T11:54:40.899+01:00sogniInsomma il mio blog e' lo spazio, da qualche anno, dei miei pensieri, di quelli che non riesco a tenere dentro ma devo scrivere. Di quelli di cui non parlo, ma ne posso solo scrivere. Sono pensieri privati che rendo pubblici, ma sono anche storie che come succede quando scriviamo, si trasformano nel momento in cui diventano scrittura. Diventano più leggere, o più drammatiche. La scrittura ha il potere di cambiare. Ciò che io scrivo qui ha origine da qualcosa che sento, un dolore, una felicita', un dubbio, una riflessione, una nostalgia, ma che diventa altro da ciò che davvero sento e che ovviamente dentro di me non ha forma. E questo mi affascina. Dare una vita nuova ai miei dolori, o alle mie felicita'.<br />
<br />
Stanotte, ad esempio, ho sognato mia nonna che era tornata. Mia nonna viene a trovarmi spesso, ritorna e lo fa nell'unico modo in cui può farlo, di notte mentre sogno. Stanotte mia nonna e' ritornata con i suoi acciacchi e mi ha detto che voleva andare al mare e io l'ho lasciata riposare un po' e poi sono andata a prenderla, per portarla al mare.<br />
<br />
Vedete? Qui, capita che i miei sogni diventano realtà.<br />
<br />
Mia nonna viene quando io ho più bisogno di lei, quando nella realtà prenderei le sue mani, quando mi farei dare i suoi consigli, quando mi perderei nelle sue risate. Allora lei lo sa, e arriva nei miei sogni. Qualche mese fa in un momento di sconforto e' arrivata lei, ed era vestita di bianco e mi ha portata sul terrazzo a guardare il mare. C'era pace. E ne avevo bisogno.<br />
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<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5155661044722881452.post-24843587844581759552014-04-04T17:16:00.005+01:002014-04-04T17:16:56.337+01:00quando le parole danno pace<div class="text_exposed_root text_exposed" id="id_533edac72430e8025131262">
<span class="userContent" data-ft="{"tn":"K"}">Come farti capire che c'è sempre tempo?<br /> Che uno deve solo cercarlo e darselo,<br /> Che non è proibito amare,<br /> Che le ferite si rimarginano,<br /> Che le porte non devono chiudersi,<br /> Che la maggiore porta è l'affetto,<br /> Che gli affetti ci definiscono,<br /> Che cercare un equilibrio non implica essere tiepido,<br /> Che trovarsi è molto bello,<br /> Che non c'è nulla di meglio che ringraziare,<span class="text_exposed_show"><br /> Che nessuno vuole essere solo,<br /> Che per non essere solo devi dare,<br /> Che aiutare è potere incoraggiare ed appoggiare,<br /> Che adulare non è aiutare,<br /> Che quando non c'è piacere nelle cose non si sta vivendo,<br /> Che si sente col corpo e la mente,<br /> Che si ascolta con le orecchie,<br /> Che costa essere sensibile e non ferirsi,<br /> Che ferirsi non è dissanguarsi,<br /> Che chi semina muri non raccoglie niente,<br /> Che sarebbe meglio costruire ponti,<br /> Che su di essi si va all'altro lato e si torna anche,<br /> Che ritornare non implica retrocedere,<br /> Che retrocedere può essere anche avanzare,<br /> Come farti sapere che nessuno stabilisce norme salvo la vita?<br /> Come farti sapere che c'è sempre tempo?<br /> Mario Benedetti</span></span></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5155661044722881452.post-16269803450665749792014-02-09T15:52:00.002+00:002014-02-09T15:59:00.427+00:00luce dal passato<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFnLtkpV9K030U8hEqk6l4AR61G5um92XXGUlqeWd4xQHXuHyD5U9CFo9NNsBbbzjiu0Erh2j9_scWqdmerJXdv5tLvs9KTxBxpW1IrL_SyRKNro1lzptzPeO0a1gQwTCyf7Acs0GxQ0w/s1600/Photo+on+2014-02-09+at+15.34+%232.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFnLtkpV9K030U8hEqk6l4AR61G5um92XXGUlqeWd4xQHXuHyD5U9CFo9NNsBbbzjiu0Erh2j9_scWqdmerJXdv5tLvs9KTxBxpW1IrL_SyRKNro1lzptzPeO0a1gQwTCyf7Acs0GxQ0w/s1600/Photo+on+2014-02-09+at+15.34+%232.jpg" height="239" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Oggi il cielo di Londra ha una luce molto particolare. Ha la luce delle domeniche del passato. Quella luce silenziosa un po' surreale, di quando tutto per un momento dalla durata indefinita si ferma. Tutto si riposa. Mi sembra perfino di poter sentire i ragazzini nel cortile che sono riusciti a scappare con un pallone, approfittando della pausa di genitori e parenti, del loro fermarsi dopo le fatiche del pranzo e prima dei preparativi della sera. E io seduta sulla mia poltrona ho accolto i fantasmi del passato che si sono radunati intorno a me e mi hanno abbracciata, sorriso, accarezzata. Mi hanno fatto ridere e piangere. Mi hanno raccontato storie e mi hanno fatto rivedere me con un vestito a pois e con gli occhi blu che non ho più. Li ho accolti e li ho lasciati fare, ho lasciato che mi cullassero, ho chiuso gli occhi sotto questa luce familiare, familiare e dolorosa. Oggi a Londra c'e' una luce bella e ci sono gli alberi spogli che sembrano disegnati a matita contro il cielo, davanti ai tetti delle case. E io mi perdo in questa luce da qui e ascolto i rumori del passato, le parole, le risate e vorrei per un attimo addormentarmi e perdermi con loro. Ma non si può. Tornate, presto. </div>
<br />Unknownnoreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-5155661044722881452.post-18659719992401854402014-02-03T22:42:00.001+00:002014-02-03T22:42:29.071+00:00trainsI got on the train at Holland Park. My friends got off at Oxford Circus. He got on at Tottenham Court Road. I looked at him. He looked back and stared for a few seconds and I stared back. He sat at one seat from me and turned towards me, I could not turn, I was too embarrassed, but why? I liked him and he looked back. My stop was the next one. What if I stay on the train. Why you want to stay on the train and miss your stop? Yeah, I'm being silly. But he is nice and he looked back. I could see his reflection in the window he was looking my direction. It's Holborn. Get off. I don't want to. Get off, don't be stupid. He will never chat you up, you will have to get off at some point and take a train back, it's late, you are tired. This is not a film. I got up and walked past him and I looked at him and he looked back and smiled at me. A resigned smile. I smiled back. Jeez. I want to stay or I want him to get off with me. I got off. The doors closed. I will never see him again. Never.<br />
I still feel sad. I feel sad for something that has not happened.<br />
Sad. For someone I have liked for a few seconds and who have liked me for a few seconds.<br />
This is so irrational.<br />
I got off. Now deal with this regret.<br />
<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5155661044722881452.post-9054183512759335252014-02-02T12:19:00.003+00:002014-06-08T00:38:43.172+01:00rifiuti<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Garamond, serif; font-size: 16px; line-height: 22px;">I rifiuti sono un po’ delle batoste. Sia quelli personali, umani, che coinvolgono un sentimento che quelli professionali, che poi anche questi ultimi si vivono come rifiuti personali perché alla fine veniamo rifiutati dalle persone anche se queste persone rappresentano poi un lavoro, una compagnia. Nei prossimi giorni dovrò smaltire uno di questi e lo far</span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Garamond, serif; font-size: 16px; line-height: 22px;">ò</span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Garamond, serif; font-size: 16px; line-height: 22px;"> come sempre volendomi un po’ più di bene del solito. Mi far</span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Garamond, serif; font-size: 16px; line-height: 22px;">ò</span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Garamond, serif; font-size: 16px; line-height: 22px;"> del bene con un buon libro, incontrando qualche amico delicato e amorevole, e magari un bel film al cinema. Quando ricevo un rifiuto mi sento subito un po’ persa, disorientata, mi sale un nodo in gola, la mente cerca velocemente di trovare motivi, ma per fortuna poi si da’ subito una risposta, che cerca di essere piu clemente possibile. A ogni rifiuto aiuta cercare chi invece non ci ha rifiutati, chi invece ha creduto in noi, chi ci ha voluti, aiuta pensare a quei legami forti fortissimi che abbiamo e che abbiamo avuto dove nessuno con più "esperienza" di noi potrà mai prendere il nostro posto. Un respiro profondo. C'e' il sole. Si va avanti. </span></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5155661044722881452.post-77079955971870592512014-01-22T22:25:00.002+00:002014-01-22T22:25:46.657+00:00La Tristezza degli Angeli<br />
“Di questo dovrebbero occuparsi tutti i certificati, tutti i rapporti e tutti messaggi del mondo:<br />
<br />
Non sono riuscito a venire a lavoro oggi per tristezza.<br />
Ho visto quegli occhi ieri e per questo non sono venuto a lavorare.<br />
Non posso assolutamente venire al lavoro perché mio marito è cosi bello quando è nudo.<br />
Non posso venire, oggi, perché la mia vita mi ha tradito.<br />
Non mi presenterò alla riunione perché c’è una donna che prende il sole, qui fuori, e il sole le fa splendere la pelle.<br />
<br />
Cose del genere non osiamo mai scriverle, non descriviamo le scariche elettriche che si creano tra due persone, invece parliamo di prezzi, descriviamo le apparenze, e non il flusso del sangue, non cerchiamo la verita’, versi poetici inattesi, baci rossi, dissimuliamo la nostra impotenza e la nostra rassegnazione in una sequenza di dati di fatto, l’esercito turco mobilizza le truppe, ieri il termometro segnava due gradi sotto zero, l’uomo vive piu a lungo del cavallo.”<br />
<br />
Jón Kalman Stefánsson, La Tristezza degli Angeli, Iperborea, trad di Silvia Cosimini.<br />
<br />
Quest'uomo qui, o meglio le sue parole sono il motivo per cui vado a dormire tardi la sera, sono il motivo per cui al lavoro spesso sono insofferente e vorrei chiudere il pc per potermi dedicare alla lettura.<br />
<br />
La Tristezza degli Angeli e' il secondo libro di una trilogia. Il primo, altrettanto stupendo e poetico, e' Paradiso e Inferno.<br />
<br />
Buona lettura.<br />
<br />
<br />
<div>
<br /></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5155661044722881452.post-41667076261447915452013-12-30T18:33:00.001+00:002014-01-01T17:34:03.516+00:00anniMa io lo so che ci sono tante cose che non vanno e che parti di me e della mia vita sono così ingarbugliate che a volte non so dove mettere le mani, e il capo della matassa non lo trovo, proprio non lo trovo. Ma lo cerco. E a un certo punto vado giù e affondo in un mare di tristezza e vorrei solo che tutto e tutti si ritirassero e vorrei poi asciugare gli occhi, soffiare il naso, respirare. Lo so.<br />
E poi mi fermo si, e trovo la felicità. La trovo quando dopo essermi asciugata gli occhi apro un libro e mi immergo nelle parole di altri. La trovo nella mia storia, nelle scelte sofferte, la trovo nei ricordi delle persone che mi hanno amato e che ho amato incondizionatamente. La trovo nella consapevolezza che qualcosa di meraviglioso mi attende. La trovo nella bellezza delle piccole cose, un abbraccio sincero, una risata con un amico, l'onestà, la dolcezza, la delicatezza, la comprensione. Bellezze rare ma non impossibili da trovare se si è aperti a scorgerle.<br />
Allora termino un altro anno sapendo che la tristezza non andrà via ma tanti piccoli momenti di felicità sono lì pronti a riempirmi e io qui attendo. E attendo di essere travolta dalla felicità assoluta.<br />
E lo auguro a voi che come me ci credete.<br />
VUnknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5155661044722881452.post-13933817824793110062013-10-19T09:59:00.004+01:002013-10-19T09:59:54.505+01:00QuiOggi voglio fare una cosa strana: farvi leggere un po' di passato. Un po' del mio Tore. <a href="http://virginiascione.blogspot.co.uk/2009/06/leonardo-e-un-bambino-timido-introverso.html" target="_blank"><b>Qui</b></a>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5155661044722881452.post-47598912910326016582013-10-16T17:19:00.005+01:002013-11-11T22:05:47.787+00:00Inverno<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Garamond","serif"; font-size: 12pt; mso-bidi-font-size: 11.0pt;">Stasera mi ci vorrebbe la mia vecchia mansarda di piazza Vittorio,
con tanta vita al di la della finestra e io al silenzio sui tetti, in salvo. Oppure
mi ci vorrebbe il salotto della casa dei miei nonni, quello al buio accanto
alla cucina. Mi ci vorrebbe il divano in pelle nero che faceva rumore quando ti
muovevi, la coperta che mia nonna mi metteva sui piedi, perche se i piedi stanno
al caldo tutto il corpo rimane caldo, e il rumore dei suoi passi in cucina.
Oppure i lampioni del vicolo dove ho vissuto fino ai dicianove anni. Quelli che con una luce calda illuminavano tutto il pezzo di strada deserto quando mi mandavano a gettare l'immondizia. Complici di un rito poco romantico ma che mi permetteva di stare con me stessa e di sognare luoghi e futuri. Stasera mi ci vorrebbe un luogo sicuro dove riporre le armi. Un luogo familiare
fatto di luci tenui e odori rassicuranti.<o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Garamond","serif"; font-size: 12pt; mso-bidi-font-size: 11.0pt;">In mancanza di tutto cio stasera mi butto in un
romanzo e faccio un bagno di parole, lascio che le storie e le vite di altri
mondi mi afferrino e mi trascinino giu. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Garamond","serif"; font-size: 12pt; mso-bidi-font-size: 11.0pt;">Stasera mi annullo in altre vite.</span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt;">
</div>
Unknownnoreply@blogger.com0