Photo: virginia

23/01/11

cosi per dire

e poi comprerò dei fiori rossi e gialli, accenderò l'incenso e le lampade. aprirò tutte le tende e si vedranno i tetti delle case con le antenne che salgono al cielo, e da lontano un pezzo di mare. nel cielo si accenderanno le stelle come finestre nelle case. stenderò un tappeto colorato nella stanza vuota con i muri bianchi e freschi. in cucina sistemerò la frutta in un cesto di vimini e una giarra con acqua fresca, fette di limone e foglie di menta. le foto sulla parete saranno i miei altrove. l'indomani al porto ci sarà pesce fresco per il pranzo e sul terrazzo il tempo si fermerà all'odore del caffè. basteranno le risate e le canzoni, ma ci sarà spazio per nostalgie e respiri profondi. mia nonna mi cullerà su una sedia che farà sbattere forte su e giù e mi sveglierò in un letto grande ascoltando il mormorio delle voci nella stanza accanto. ritroverò i fiori rossi e gialli e le finestre aperte e le tende che volano. tutto si ripeterà all'infinito.

21/01/11

canto pe nun suffri'

mentre andavo verso brick lane facevo tutti i miei ragionamenti, la mia mente non sta ferma un minuto. ho avuto parecchie spese sto mese, e il podologo (ahah non e' una parolaccia ma qualcuno che ti dice come camminare e che si piglia pure un sacco di soldi per dirtelo, e anzi poi ti dice che cammini male e ti fa spendere altri soldi per camminare bene!!) - e il weekend a napoli fatto e quello a torino che faro e natale, e questo e quell'altro. com'e' possibile che sono anni e che ritornano puntualmente le stessse preoccupazioni. se faccio questo certo non potro permettermi quest'altra cosa. lo shopping manco a nominarlo, faccio finta che le scritte SALE sulle vetrine siano in italiano e a me il sale non serve, thanks. quali contorsioni mentali. allora vai all'origine e l'origine e' che ho scelto io tutto questo, ho scelto io di lavorare con i libri, con le parole, ho scelto io di non considerare ne' i soldi ne' la possibilita di lavorare quando ho deciso cosa studiare. e intanto camminavo, ma si, sto concerto costa solo 5 pound e poi non sei uscita tutta sta settimana, e poi e poi e poi... e poi e' arrivato francesco di bella.

si, francesco di bella il cantante di questo gruppo underground napoletano - i 24 grana - sul palco di un locale nella alternativa brick lane, la bella est london, ha fermato o forse rimescolato tutti i miei pensieri. li ha calmati, giustificati, fatti evaporare, alleggeriti. io ero ammaliata dalla gioia di questo ragazzo nel cantare e nello stare su quel palco davanti a noi. uno dei pochi cantanti, forse l'unico, che ho visto sorridere mentre cantava, il suo cantare era un continuo rapportarsi a noi pubblico, mai chiuso nel suo mondo come spesso i cantanti fanno. sembrava ci stesse parlando ad uno ad uno, sembrava stesse raccontando. incantata. si mi sono accorta ad un certo punto che ero incantata, non solo dai testi delle canzoni meravigliosi ma dal vedere come questi ragazzi e la loro passione erano un tutt'uno. e ti accorgi da ste cose quanto nella vita sia fondamentale trovare il proprio modo di esprimersi, riuscire a dire, a pensare, ad essere attraverso qualcosa e' importantissimo. vitale.

i 24 grana mi ricordano l'estate al lago quando mi ci porto' stefano al loro primo concerto e li' incontrai giovanni, uno dei nostri diversi incontri fortuiti di quel periodo. e poi mi ricordano invece l'estate napoletana, una recente, nel 2009, la mia estate di ricostruzione diciamo, e anche ultima estate italiana, un altro amico, nunzio mi porto' a sentire francesco di bella che suonava da solo al pompeiLab in un posto carinissimo a pompei.

insomma, "vesto sempre uguale e nun so mai crisciut" ... gia', cio che pensavo io per strada mentre andavo al concerto e ora dopo il concerto mi e' rimasta in testa questa canzone e mi sembra frase bellissima. vi, sara sempre cosi e vabene cosi. so esattamente il peso di ogni mia scelta piccola o grande, so il valore di ogni mio centesimo, so l'importanza delle mie uscite e delle mie sere a casa, so quanto vale riabbracciare mio fratello perche so quanto e' doloroso non essergli sorella a casa. "non vedo la paura vedo solo l'attesa espressa in un eccesso di fragilita'".

18/01/11

Parole e Persone

"Mi ha cresciuto in una stanza ispessita dai libri, che produsse l'effetto di vederla ingrandita quando fu sgombrata da un trasloco. Ma finche ci dormivo dentro era immensa: si allargava di pagina in pagina sfogliata. Mi parlava in italiano, quello senza accento dei suoi libri, facendo biforcuta la mia lingua, napoletana per una buona meta'. Tra noi l'assenza fu opera mia. All'eta' buona a tutto dei diciotto anni lasciai non solo il tempo trascorso con lui, ma quello futuro, che aveva apparecchaito per me negli anni, con la premura della premeditazione. Lasciavo nelle sue stanze tutto il tempo passato e tutto l'avvenire immaginato, tenendomi un presente immaginario."

"Tra i suoi scaffali ho conosciuto l'arembaggio agli occhi di pagine e di storie magnifiche. Tra le montagne riconosco la sua volonta di togliersi dal tumulto, di procurarsi la distanza urgente. Scalo, mi struscio sopra la pietra ruvida, compatta, sopra il vuoto delle pareti come sopra quello delle pagine, toccando in superficie. Dai suoi libri, dalle montagne ho ricevuto l'uso di sfiorare."

Quando metto piede a Napoli, ormai sempre piu raramente, una delle prime cose che faccio, dopo un caffe', e' quello di passare da Dante e Descartes (libreiria e casa editrice). Spesso succede che li poi prendo il secondo caffe'. Ma e' un caffe diverso. Il primo e' un caffe che prendo con la citta', caffe' della riconciliazione, del ritorno, della nostalgia. Il secondo e' il vero caffe', quello che si prende quando passi a trovare un amico, quello che devi assaporare mentre si parla di libri, di scrittori, di cultura, di disagio, di sogni e di realta'. Quello che rallenta il passo. Entrare da Dante e Descartes non e' entrare in una semplice libreria, e' entrare nel concetto puro di libreria. I libri non sono sistemati per ordine alfabetico o per ordine di paese o per chissa quale altro ordine logico. I libri stanno la per la loro bellezza e non hanno ordine. Lo decide Raimondo. E poi, sono dappertutto. Su tavoli, su scaffali, per terra, sopra, sotto. Ovunque e tutti mischiati. Un libro appena pubblicato puo stare accanto ad un libro di 50 anni fa, che ovviamente Raimondo ha. Entrare da Dante e Descartes vuol dire incontrare Raimondo e il suo amore incondizionato per quello che fa. Nella sua libreria entrano tutti, ma sono pochi quelli di passaggio, anche se la libreria si trova a via mezzocannone tra il via vai degli studenti universitari e all'ombra dei negozi di abbigliamento che invadono il rettifilio. Chi entra da Dante e Descartes entra perche vuole proprio entrare li, perche sta cercando quel libro, perche vuole quel consiglio, perche vuole fare due chiacchiere e prendere un caffe. Tutto questo si puo da Raimondo. Da lui ho incontrato nel corso degli anni, scrittori, filosofi, artisti.
E quando esco da Dante e Descartes ho sempre qualche libro ovviamente, sempre meno di quanti ne vorrei prendere e comunque non credo mai di aver pagato un libro a prezzo pieno, Raimondo ha sempre voluto farmi uno sconto e no, non esistono carte fedelta' - da Dante e Descartes sei fedele alla scrittura, al libro, alle parole, al luogo, alle persone non ad una brand.
Uno dei libri che di solito porto sempre via dopo essere stata da Dante e Descarte e' quasi sempre un libro di Erri de Luca, amico di Raimondo. Tu non c'eri l'ho preso sabato, 40 pagine, un sorso di poesia, come sempre. Un'assenza, come spesso.
E il confronto con l'editore e il libraio e l'amico di Erri, Raimondo su questo libricino mi ha riempita di gioia. Il libro edito appunto da Dante e Descartes costa solo 5 euro, Raimondo me ne ha fatti pagare 4, io gliene avrei dati 10.

04/01/11

evviva i desideri - questi sono i miei per quest'anno

una pizza con tore, io e lui da soli
un viaggio breve da sola, un viaggio lungo in compagnia oltreoceano
due bei libri, un vecchio amico, un nuovo amore
un giardino pieno di fiori, di more e di fragole
una banconota da trovare per terra
mio padre che ride, mia nonna che che dorme serena, mia madre che si vuole bene
meno internet, piu sorrisi
una nuova lingua, un vestito nuovo, piu tacchi alti
piu cieli stellati, piu pezzettini lego
piu biglietti scritti a penna con inchiostro blu
almeno un film di toto' e due di troisi da vedere in compagnia
piu prosecco e meno champagne
piu disegni di salvatore con soli blu e raggi neri
un viaggio in nave e tanti in treno
una lettera, tante foto
qualche bel giorno di pigrizia
meno ore di lavoro
piu mostre, piu passeggiate senza meta, piu vicoli, meno autostrade
una bici
un tavolino all'aperto con sopra caffe e fogli da scarabbocchiare
rallentare
tanti baci e carezze

Internazionale - ancora per un buon anno venturo

La Settimana


Buon anno

Accorciare le distanze. Farmi un lifting.
Sei mesi senza Ikea. Mantenere la calma.
Fare le mie scuse a Ibrahimovic.
Portare i bambini a Pompei prima che crolli tutto.
Meno zuppe pronte a cena. Fare delle ferie decenti.
Imparare la lingua dei segni.
Passare un mese tra il tropico del cancro e quello del capricorno.
Parlare di più, ascoltare meno. Leggere la biografia di Luigi XV in francese.
Aprire un albergo sulla spiaggia a Zihuatanejo.
Essere moderato nella moderazione.
Imparare a cucinare le lasagne come fa mia nonna.
Trovare un posto ai fumetti.
Creare una biblioteca di stilemi grafici.
Tornare a sorridere.
Almeno un weekend con neve, camino, castagne e vin brulé.
Andar con le lasagne infino a Prato a porre l’assedio alle castagne e frusco e ammargelluto strolagare alle prugne più tonde e ritornare. Labs! Svegliarmi prima la mattina.
Smettere di procrastinare i buoni propositi degli anni scorsi.
Abbassare gli scudi.
Vedere tanto i miei amici.
Un bel viaggio.
Guardare meno la televisione.
Coltivare lo zero.
Prendere confidenza con la pentola a pressione.
Imparare a guidare.
Sperimentare.

Come ogni anno, questi sono i buoni propositi della redazione di Internazionale.
Giovanni De Mauro

buon anno venturo!