Photo: virginia

14/09/10

insegne

ora no, proprio non ho voglia. non ho voglia di sentire questa donna che urla al telefono dietro di me. e' una donna di colore e quindi urla. magari sta semplicemente raccontando alla sua amica che ha comprato una camicia gialla e una giacca verde che indosserà al pranzo con l'amante domani. o le sta dicendo che ha fatto la pizza all'ananas dopo essere stata al british museum. eppure lei urla. urla perché e' così che loro parlano, come se le stesse invece dicendo che non vuole più sentirla, che deve sparire dalla sua vita e che e' troppo, troppo incazzata. no no, stasera proprio non ho voglia di sentire lingue improbabili mentre il cielo ha deciso di piangere tutte le sue lacrime su una londra in movimento. ho finito il mio pezzo di cioccolato e vorrei che dai finestrini di questo autobus apparissero delle indicazioni in italiano. qualsiasi cosa. anche l'indicazione Monte Bianco che mi capitava di vedere se uscivo fuori da torino e che mi eccitava come se fosse l'indicazione verso un posto magico, lontano. invece no. niente indicazioni e niente monti. solo un odore forte in questo autobus. l'odore delle differenze, delle vite concentrate su una quindicina di sedili. ma io non ho voglia. allora chiedo aiuto all'i - pod. Gazze', Vecchioni, Gaetano mi tendono la mano e mi dicono che e' tutto apposto, che non sono sola tra le insegne luminose, "Tops Pizza", "Chicago Fried Chicken", "Yildiz Supermarket", "Planet Kebabs". chissa' cosa sta succedendo ad un posto al sole, se franco ed angela ritorneranno mai insieme. e chissa' stasera cosa avrei fatto se fossi stata a torino, o a torre del greco, o a san feliciano sul trasimeno, o a new york. chissa'. forse avrei incrociato qualcuno che urlava al telefono parlando di una camicia gialla o di una pizza all'ananas, mentre si appoggiava ad un'indicazione stradale. 

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