Photo: virginia

26/03/09

brividi

"Vidi il golfo accendere le luci da Posillipo a Sorrento. Erano tanti fazzoletti bianchi, salutavano gli occhi aperti di quelli che partivano. Quelli vicini a me erano fradici di lacrime. Quelli vicini a me non sono di prima classe, non hanno biglietto di ritorno." Erri De Luca, Il giorno prima della felicità.
Io non vado per mare e il biglietto di ritorno c'è. Sono una viaggiatrice che tocca, si immerge, sfiora, prende, si lascia affascinare, innamorare e torna, malata di quella città. Parto, con la paura e la voglia di ammalarmi di questa nuova terra. Dunque, a presto.

22/03/09

c'era una volta un bare

Tore: ni ti ricordi cappuccetto rosso?
Ni: no. Come fa?
Tore: c’è il lupo che mangia tutti e due!
Ni: ah. È vero, mangia cappuccetto rosso e la nonna.
Tore: siiiii. Brutto il lupo. Perchè mangia tutti e due?
Ni: no tore. Il lupo aveva fame. Perciò mangia la nonna e cappuccetto rosso. Povero lupo.
Tore: fame? Ah ho capito. E allora doveva mangiare una bistecca. Perchè non ha
mangiato una bistecca?
Ni: (resto un attimo in silenzio. Tutto fila. Perchè non ha mangiato una bistecca?) E perchè dove la prendeva sta bistecca?
Tore: dove? Al bare (bar, ndr).
Ni: al bareeee???
Tore: si costa 4 euro
Ni: ah. Ma nel bosco non c’è il bare!
Tore: eeeehhhh???!!! Non c’è!!????

21/03/09

Per te amica

Si avvicina lentamente e dentro di sè ha il terrore. Appoggia la mano a una mensola, si abbassa, piega le ginocchia, apre lo sportello, schiaccia un paio di pulsanti, richiude e aspetta. Due secondi e dovrebbe partire. Niente. Ok, proviamo a riaprire. Si sarà scordata sicuramente qualcosa. Invece no, e lo sa bene. È andata. La maledizione dell’elettrodomestico ha colpito ancora. Avvilita ma quasi rassegnata si alza, giusto un’occhiata a piatti e pentole da lavare poi comincia a camminare, piano. In casa ormai è buio ma lei non ci fa caso. Dall’altra parte della casa si intravede una luce. È il computer. Meglio rimettersi a scrivere. Prima che arrivi in camera la finestra del salone chiusa male si spalanca e davanti a lei si alzano ciuffi di polvere nascosti un po’ in ogni angolo. Ha un sussulto, si ferma. Senza neanche pensare va verso lo sgabuzzino. Con l’aspirapolvere due minuti ed è fatta. L’aspirapolvere, cazzo. Che stupida, è stata la prima ad essere colpita dalla maledizione. Suo marito le aveva detto, tranquilla, sarà un filo staccato e aveva perso tutta la domenica a smontarla e rimontarla. La domenica! L’unico giorno in cui tutto dovrebbe fermarsi per far spazio all’intimità. Invece no, quella domenica l’intimità si era creata con l’aspirapolvere. Il risultato? La domenica è passata, l’aspirapolvere è andata, lui incazzato, lei “ok manteniamo la calma”.
Guarda l’orologio, prima che arrivi suo marito ha ancora 55 minuti. Con trenta scrivo ancora qualche riga, se mi dice bene una pagina. Dieci per mettere sui fornelli qualcosa di commestibile, e dieci per smaltire qualche piatto, almeno quelli per la cena. E poi caschi il mondo cinque minuti per preparare e fumare una bella sigaretta. Rianimata dal piano organizzativo e gestionale appena fatto afferra la sedia, sposta un po’ di cose sparse sul pc e inizia a concentrarsi. Mani sulla tastiera. Cazzo. E sì, il computer diventa buio e silenzioso. Contemporaneamente risate e miagolii. Guarda in basso e trova loro. Il figlio e la gatta hanno pensato bene di intrattenersi con il filo del pc. D’altronde cosa si fa se la tv è stata uccisa da un corto circuito e nello stereo non funziona l’audio? Si distruggono pagine non salvate. Eh no, proprio non erano state salvate. O forse. Mah, non ricordo. Sì, sono andata in bagno un attimo e credevo di tornare subito e continuare, non c’ho pensato, poi invece mi sono fermata proprio per dare da mangiare a questa stronza di gatta! Ma poi sono tornata e ho salvato. Sì, si, certo ricordo... no, no. Stavo tornando ma ho sentito la lavastoviglie con quei suoni strani e... non è possibile.

Invece è possibile che succeda questo e tanto altro. Qualcosa in più, qualcosa in meno. Spero che queste mie righe servano ad esorcizzare possibili rivolte di mobili, pavimenti, muri, gabinetti, ed elettrodomestici (quelli ancora in vita)!!

16/03/09

negroni e parole

Il negroni fa girare la testa, ma è buono ed è una novità. La bandabardò fa saltare e questo è un dato di fatto. In mezzo ai salti e alla buona musica a Perugia prima o poi incroci lo sguardo del baffo, il mio amico Stefano, e questa è una sicurezza. L’amicizia con Francesca si definisce e prende forma, questa è una piacevole sorpresa. Inevitabilmente con la bandabardò sono apparsi gli anni dell’università, il lavoro al contrappunto, la perugia notturna, i corridoi di casa dello studente. È apparso il lago, la mia casettina lacustre, la darsena, il due lune. E pensi al tempo. A questa cosa strana che ci regola, o crede di regolarci. Eppure il tempo della mia vita non centra niente con orologi, calendari, festività. Finalmente l’ho capito. Ed è bello. È bello sapere che il tuo periodo da schifo non è finito con quei quattro botti il 31 dicembre. Perché avrebbe dovuto? Al mio malessere chi glielo dice che l’anno è finito e che chi ha dato ha dato e chi ha avuto ha avuto? e quando la gioia esploderà dentro me all’improvviso, quel giorno che il calendario definirà normale a un’ora che sarà per tutti un’ora qualsiasi, io cosa farò se non gioire come in un giorno di festa? La vita sembra una sinfonia. Ci sono dei movimenti. Vivere forse è seguire questi movimenti. Esserci dentro. Esserci. Stare sempre. A volte però ci si spegne pian piano. E succede anche nelle sinfonie. In quelle di Beethoven almeno succede. Sembra che la musica sparisca, si fa sempre più bassa. Più bassa. Fino a che non riesci ad ascoltare più niente. E poi. Con uno scatto meraviglioso di vita riprende ed esplode. Ed è bello. Io ringrazio Dio di tante cose. In particolare di queste braccia e queste mani che possono scrivere, che possono scattare foto, che possono accarezzare il volto di salvatore, che possono coprire con la coperta mia nonna la sera, che possono abbracciare un’amica che non vedi da tanto, che possono fare il segno della croce in una chiesa. Ringrazio delle mie gambe che possono saltare con la musica, che possono farmi nuotare, che possono andare e farmi sentire di stare andando. Lo ringrazio della persona senza braccia e senza gambe che mi ha fatto incontrare ieri sera al concerto della bandabardò, lo ringrazio di avermi posto davanti la gioia per la vita che aveva questa persona.

07/03/09

sole su milano

voglia di leggerezza. voglia di tenersi in bocca il sapore pastoso di un buon vino rosso. voglia di una telefonata inaspettata. voglia di verde. voglia di blu. voglia di gelato gianduia sotto i portici di torino mentre pioviggina, ed è notte. voglia di sentire il rumore delle chiavi tirandole fuori davanti alla serratura della porta. voglia di aprire la porta e richiuderla alle spalle. voglia di ridere senza un perchè e non riuscire a fermarsi. voglia di dire sì. voglia di pensare al weekend. voglia di musica a palla mentre pulisci casa. voglia di sedersi e prendere il caffè dopo aver pulito casa. voglia di svegliarsi, aprire le finestre e trovare il mare che luccica.
dopo giorni di pioggia a perugia, stamattina il sole è su milano, la città è sveglia e silenziosa.