Photo: virginia

02/09/11

solo andata

oggi, due anni fa arrivavo su quest'isola con un biglietto di sola andata e una valigia di speranze. non avevo assolutamente idea di cosa sarebbe successo, quella piacevole sensazione di ignoto e' stata la mia forza. ero aperta a tutto, ero un sacco da riempire, di gente, di immagini, di parole, di problemi e di piaceri. ero un sacco preso a calci dal mio paese e mi rifiutavo di essere riempito dal niente, un niente familiare e sicuro, ma sempre niente era. oggi, due anni fa, con un sorriso di chi non ha niente da perdere e l'entusiasmo di chi si vuole mangiare la vita a morsi approdavo su quest'isola che mi accolse con la pioggia, per mettere subito le cose in chiaro.


le cose piu belle che lasciavo in italia erano gli occhi e le carezze di mia nonna, il silenzio rassicurante di mio padre, l'affetto ansioso di mia madre, gli abbracci e i discorsi di salvatore. in valigia pure questo dolore. lasciavo amicizie preziose, la luce del cielo, sapori del passato. la loro assenza la vivo e la vivro finche staro' qui. si ricominciava o forse finalmente si cominciava, a costruire qualcosa che nessuno avrebbe potuto reclamare perche solo mio, era scritto su quel biglietto di sola andata che varcata la soglia nessun pinco pallino avrebbe mai piu potuto dirmi, devi ringraziare tizio e caio se sei o se fai. ho avuto lo stress di non avere soldi in una citta che te li chiede pure per respirare, l'umiliazione di dire no, non posso uscire stasera, eppure ero felice perche quel no era tutto mio. io trentenne mi sono ritrovata ad avere capi di 26 anni, eppure ero contenta e paziente. imparavo umilmente e bussavo le porte a testa alta, e su quest'isola le porte si aprivano.


in due anni il sorriso a volte si e' spento. l'assenza delle cose belle e' diventata troppo invadente per tenerla chiusa in valigia e allora sta sul comodino accanto a me. dopo due anni guardo i pezzettini colorati della mia identita e mi rendo conto degli spazi vuoti. poi guardo i mattoncini messi faticosamente e mi piacciono e so che ne voglio ancora mettere. mi piace quando dopo la pioggia esce il sole. mi piace ritrovare ricordi fra le strade di questa citta e attendo.

il prossimo biglietto di sola andata.

01/09/11

Neapolis


E' bella. Non riesco a trovare un'altra parola per descriverla. Volevo immergermi in lei e l'ho fatto. Volevo camminarci, osservarla, volevo guardarmela come si guarda una persona che ami senza accorgerti del tempo che passa e della gente che ti osserva. Volevo ri scoprirla. volevo prendere qualsiasi cosa volesse darmi, volevo farmi ferire dalla sua bellezza dannata, quella bellezza che non puoi possedere completamente perche avvelenata. L'ho fatto, e lei anche stavolta mi ha dato piu di cio che m'aspettavo. Mi ha dato nuovi volti, nuove voci, nuove luminosita e nuovi colori. Mi ha dato caffe' di cui sento ancora il sapore, la semplicita dei buongiorno, la lentezza della quotidianeita, ma anche il tranello della cortesia, con un gesto lieve e invisibile mi ha ricordato di non fidarmi, di non abbassare la guardia, di non cadere nel mito, perche lei mito non e'.

Mi ha regalato un'immagine meravigliosa, la cui forza nessun film e nessuna fotografia potrebbe trasmettere perche troppo reale.

Piazza dante alle dieci di sera, sotto i lampioni tante maglie colorate, tante squadre in una sola, ragazzi-giocatori, con la serieta' che appartiene ai momenti sociali dell'adolescenza, si accingevano a tirare in porta, due cassonetti dell'immondizia sancivano il limite, l'intera piazza il loro stadio e la gente di passaggio il loro pubblico. Momento grandioso. Semplice e grandioso. La piazza aveva un senso con loro che l’hanno fatta diventare sede della loro passione.