Photo: virginia

25/08/07

leaving new york never easy

credo che sia una delle più belle dichiarazioni d'amore ad una città. c'è la mia new york. come l'ho vissuta. come l'ho lasciata.

...il tempo cancella i ricordi...

insomma devo dirlo, torino in questi giorni è proprio bella. ricordo di aver pensato lo stesso l'anno scorso, tornata da barcellona. credevo che il ritorno sarebbe stato davvero più traumatico. ma torino senza torinesi stressati, con piazza vittorio alle sei del pomeriggio affollata da tavolini e sedie, illuminata dal sole che cala, oscurata dalle ombre dei portici e osservata dalla consolata con in mezzo il po è davvero bella. per godere di questa bellezza inaspettata ho preso la bici e ho seguito il po. all'improvviso sulle note di il tempo cancella i ricordi, ma il mio cuor non scorda il tuo amor ho rallentato e ho visto tanti "quindicenni" dai sessant'anni in su che ballavano, li ho quasi invidiati... da lunedi credo che molti torinesi ritorneranno, e in questa città si ritornerà a sentire clacson furiosi e a vedere auto che prendono di mira pedoni e ciclisti.

22/08/07

back in Italy

A trestina hanno costruito un'altra rotonda. A Trestina ci saranno 200 abitanti, anzi 199 considerando che io non vivo qui, eppure si divertono a costruire rotonde. Perugia in questo periodo è sempre bella, spoglia di studenti e piena di turisti in caccia d'arte. Stamane dopo più di un anno mi sono concessa una passeggiata per corso vannucci e cornetto e caffè al caffè morlacchi, il caffè della mia vita universitaria. Cornetto ottimo devo dire. Nel treno fcu, tornando a casa, ho aperto dopo un mese la repubblica. Dopo aver saltato le prime pagine di politica perchè no, la lega con le sue stronzate estive, proprio no, non ce la posso fare, ho cercato le prime notizie, si le notizie quelle vere. Alla sesta pagina nozze briatore gregoracci con tanto di testimoni autorevoli, berlusca fede. La repubblica è il maggior quotidiano nazionale - dopo la gazzetta, ovviamente, e questa anche ne dice abbastanza - e mi sono detta, cazzo - scusate ma mi è proprio venuta così - da qualche parte qualcosa deve pur esserci, o vuol dire che il mondo sta rinsavendo e stiamo vivendo tutti felici e contenti e non possiamo che parlare della gregoracci briatore e company? alla venticinquesima pagina circa in un piccolissimo trafiletto - 15 righe? - la camorra che detiene il monopolio dei cimiteri campani. Così accennato. Tanto cosa ci importa. A noi interessa sapere i vari bossi come si svegliano la mattina e i vari berlusconi a chi fanno da testimone di nozze. Viva l'Italia, dunque.

19/08/07

august 19th

e' che quando mangi le brooklyn mica ci pensi che quel ponte esiste veramente... mica ci pensi che ci puoi passeggiare e ti ci puoi fermare, magari poprio in mezzo quando non sei piu a manhattan e non ancora a brooklyn. brooklyn e' forse piu "new york" di manhattan, nel senso che e' piu un film, senti di conoscerla gia... perche l'hai vista nei film, l'hai letta nei libri e perche il suo ponte l'hai avuto in tasca per anni sulle cartine verdi. da brooklin ti senti osservatore, in manhattan ti senti al centro. times square e' un vortice e ogni volta che ci vai non puoi non dire wow. ogni volta.

15/08/07

e mentre l'Italia dorme

Nina batta amekela, mi fa tore al telefono. E quindi basta amekela.
It’s getting over.
Sono stanca, avrei bisogno ora di una vacanza, avrei bisogno di una non Torino e di un po’ di mare. Un po d’italia devo comunque dire che ci sta bene. Un po d’italia per uscire da questo tanto che e’ new york e per rielaborare tutti i dati.
Ultime battute. Ultimi incontri e rincontri. Ultime Heineken al baggot. Ultimi sospiri. Ultimi acquisti. Ultimi sandwich. Ultimi pasti alla gatta. Ultime metro.
Lenny Kravitz si chiama Garry, e’ un modello.
Eh, l’amekela.

10/08/07

the baggot inn

kristin. e' lei che ha dato il via a tutto. e' lei che ha detto si al mio american dream. ha aperto la porta quando io ho bussato. una donna in gamba, piacevole, divertente, carina, paziente. mi passa le proposte della pubblicazione di libri che le arrivano perche' vuole sapere il mio parere. proprio il mio. mi chiama per le riunioni e mi fa assistere a telefonate e chiacchierate e ha deciso di spiegarmi l'intero sistema di vendita. per me l'ufficio al 99 hudson street e' lei. poi c'e fosco. una specie di angelo che ha fatto si che l'american dream non diventasse un incubo. ha deciso di ospitarmi senza mai avermi vista. lui vive con nicole, che pero lui e chi la incontra chiamano semplicemente gatta. a fosco non riesci a modificare abitudini e programmi. lo inviti a pranzo e quando arriva ha gia deciso lui dove andare e non vuole sentire cazzi. non riesci a pagargli neanche una birra ed e' inutile incazzarti con lui. se guarda la tv non risponde al telefono e se gli chiedi gentilmente di farti vedere quel film che vorresti vedere in inglese ti dice semplicemente no. sulla terza strada c'e' the baggot inn. un bar gestito da due pazzi irlandesi. fosco ci passa credo 6 notti su 7. dopo esserci andata la prima volta con lui, una sera che ero in casa da sola ho deciso di farci un salto ed ascoltare un po' di musica dal vivo. sono uscita da quel posto distrutta. ricordo di aver chiesto spontaneamente solo la prima birra, tutto il resto me lo sono trovato davanti. da allora io e gli irlandesi grandi amici. una sera faccio a shane uno dei due (artefice della mia sbornia newyorkese) "usciamo tutti insieme quando siete liberi una di queste sere" e lui mi fa "si dai ok lunedi si puo andare sul fiume a fumare marjuana". un grande. sono le sere come questa, quando sono un po' scazzata e non ho voglia di uscire che capisco che questo posto mi sta, loscamente, attirando a se, e spogliando di quel gia sottile abito da turista.

07/08/07

the american dream

e i blog si svuotano - una volta erano le citta a svuotarsi. la cnn ieri ha fatto a pezzi quella piccola e sciocca speranza di incontrare woody in giro per manhattan. e' a barcellona, il nostro, che gira un film, e io ero li esattamente un anno fa. le nostre strade non si incrociano dunque. non potro dirgli che siamo nati nello stesso giorno. non potro dirgli che il suo libro Mere Anarchy, acquistato alla three lives company (graziosa libreria nel west village) e' complicato, troppo complicato per me. non avrei mai immaginato che il tipo che somigliava a lenny kravitz nella metro di mezzanotte decidesse di sedersi accanto a me e soprattutto di rivolgermi la parola. era bello, proprio bello. non riuscivo a non guardarlo. a me mancavano solo due fermate, poi sarei scesa. cosa avremmo potuto dirci tra quelle due fermate. you look tired. mi dice. so you go home and I'm going home too. ribadisce. yes. e silenzio. soooo next stop is mine. gli faccio. lui: have you got a pen? I should. certo, l'avevo presa, me lo ricordo, ma non la trovo. le porte stanno per aprisi. ma dove cavolo l'ho messa. trovata. bye sweety. esco dalla metro con il suo numero sul moleskine. cosa importa se mai lo chiamero, le probabilita' sono molto poche. ma questa e' proprio new york.

06/08/07

regular black coffee


ero nel mio ufficio a torino. tutti impegnati, presi da una serie di cose come se non si fossero mai fermati. mi aggiravo triste fra i miei colleghi e sentivo che programmavano il mio lavoro, senza rendermene partecipe. hanno gia deciso. cercavo di ricordare come avessi fatto a ritrovarmi improvvisamente in ufficio, ma non riuscivo. la realta di torino aveva gia schiacciato, in pochi secondi cio che vivo qui. non so a che punto dell'incubo ho aperto gli occhi e davanti a me la finestra con i riflessi delle scale antincendio, accanto a me sul letto la gatta che dormiva, da sotto il rumore della gente, e il caldo del condizionatore spento. uff. era solo un sogno. no, sara la realta fra qualche settimana. e questa di realta? non ci capisco piu niente. questa volta charlie brown siamo distanti.

01/08/07

luigi ghirri



anche lui qui, con il suo minimalismo. il suo fotografare sembra un sussurrare, un accenno delicato.