Photo: virginia

30/11/10

e fuori nevica

quando ho aperto le tende stamattina davvero non me l'aspettavo di vedere londra bianca coperta di neve. spesso nell'ultimo periodo aprivo le tende con quella speranza ma stamattina proprio no. sono rimasta spiazzata. cosa si fa? la lentezza e la determinazione della neve mi hanno sempre spiazzato. e sono andata giu a guardare il giardino, poi sono risalita, intanto si faceva tardi per il lavoro - cosa metto, cosa porto.
poi di nuovo a guardare fuori - la neve mi fa sempre pensare a perugia e a casa dello studente, a quell'allegria, all'eccitazione. mi fa pensare a quando ero piccolissima e a torre del greco nevicava solo sul vesuvio. ricordo che la mattina di natale speravamo sempre che ci fosse la neve. natale era con la neve in tutti i film e in tutti i libri tranne che a napoli.

ieri una persona importante che sta vivendo un momento di gioia mi ha scritto: tutto va veloce.
si, tutto va troppo veloce a volte e non c'e' mai un tasto di stand-by come per i film dove addirittura puoi tornare indietro per cogliere cio che non avevi colto. tutto va molto veloce. la neve no, la neve e' lenta ed e' la stessa, la stessa di 12 anni fa che cadeva su di me mentre uscivo dal pub dove lavoravo - il contrappunto - alle 3 di notte per tornare a casa - e tutto era bianco e silenzioso e perugia era meravigliosa e a me bastava quel bianco per essere felice.

ed io sono troppo nostalgica, lo so. ma come ha detto la mia amica marina oggi, sara' il freddo. sara' il ciclo.

28/11/10

sunday morning

serata di musica ieri. ma l'energia di queste serate scaturisce sempre dalla combinazione di elementi. mettiamo che il gruppo che suonava a londra e' un gruppo di musica raeggae-electro-dub napoletano - gli almamegretta - che fonda la propria musica sulla tradizione napoletana ri-vivendola, ri-arrangiandola, ri-maneggiandola e ri-creandola attraverso una ricerca musicale continua. quindi una canzone come sanacore cantata dai vecchi napoletani - e che io ho ballato in favolose notti di tammurriate vesuviane -  viene cantata su un palco di londra con una base electro-dub e ballate da centinaia di napoletani espatriati che si portano dentro proprio cio che la canzone rappresenta in quel momento: tradizione e futuro, un passato che incontra altro, altrove. risultato: energia pura. 
oggi londra e' brillante e ghiacciata - merita una passeggiata nei suoi colori. buona domenica mondo. 

25/11/10

cosi

e' che rifletti ogni giorno su tutto, e a volte ringrazi di essere troppo stanca per poterlo fare, almeno la tua mente riposerà, ma poi ti accorgi di analizzare anche la stanchezza e i motivi e i perché e i percome. allora e' tutto un pensare, un analizzare, e' tutto una domanda e a volte una risposta che ti dai tu, ovviamente sempre tu. si perché, at the end of the day, sei tu. tu che ti alzi infreddolita e insonnolita la mattina, che apri le tende, che ti spingi in bagno e che scegli cosa mettere e che scendi in cucina e metti a fare il caffè e ti concedi 3 minuti, che siano 3 altrimenti sono corse e ansie. sei tu che pigli il bus rosso, che tiri fuori il libro, che ti perdi nei romanzi e fra la gente musona di questa città. sei sempre tu che arrivi al lavoro e che speri che la tua capa sia di buon'umore e che scenda il meno possibile nel tuo ufficio, che il telefono non squilli. sei tu, sempre tu, che vai via dall'ufficio e poi cosa? un po di pilates sperando di riprendere contatto con il tuo corpo, un po di spesa cercando di stare attenta che i prodotti di cui tu non hai bisogno non cadano nel tuo cestino. e poi arrivi a casa, cucini, ti siedi al tuo angolo di cucina. e sei tu. tu. tu che tra qualche giorno avrai un anno in più e persone in meno nella tua vita. ma sei tu che hai fatto delle scelte, sei tu, e te ne potresti dire tante ma in fondo a che serve? poi chiami casa, perché a volte hai bisogno di una voce di famiglia e per fortuna risponde tore e ti si scioglie il cuore e vorresti che fosse li con te, vorresti prenderlo in giro e farti prendere in giro, vorresti sentirlo ridere, quella risata fragorosa e vitale. e poi pensi che qui a londra raramente senti ridere. di quelle risate vere e genuine di quelle che poi si accompagnano a gesti, a pacche sulle spalle, ad abbracci. poi dopo tore mia nonna a cui chiedo le cose che ama raccontare, le ho detto che ho fatto gli gnocchi e lei si e' illuminata, l ho sentito dalla voce la sua luce, e allora mi ha detto la sua di ricetta e a sto punto mi sono illuminata io perché e' bello sentirla in un altro mondo, in un altro tempo. ma poi dopo due pezzi teneri della mia vita arriva la litigata con mia madre e tu ti dici, no, ora no, no. no. vorrei essere figlia per una volta e non madre di mia madre, non stasera, no. riattacchi e ti ritrovi con la tua cena davanti che sta li e sempre tu da sola e pensi, voglio solo un po di serenità voglio un po di pace, e vorrei staccarmi da me e non pensare, non accusarmi per poi consolarmi. poi penso che questo doveva essere altro ma e' venuto fuori così.

20/11/10

oggi parlo con le parole di qualcun altro

Creativity is the basis of self-expression. Why are some people supposedly more creative than others, and why can't others open themselves up enough to be able to express who they are?

Creation is the birth of something, and something cannot come from nothing. When someone creates something: a painting, a poem, a photograph, the creativity comes from an idea, from a feeling, from emotion, or from a combination of ideas, feelings and emotions that are somehow 'reborn' from all our experiences and perspectives.

Creativity is the desire to express ourselves. To formulate these expressions, we have to draw from our reservoir of experience, dreams, desires and experimentation and mix together what was, what is, and what could be... I don't think you can learn it, it is rather something that evolves. Your perception of everything in your life fills up this reservoir.

Some people are drawn to create and express themselves, others are drawn to reflect, to analyze. But in the end, they all could be creative if they had the desire to explore the way in which they are integrated in the world of their experiences. Because creativity is really a rebirth, a true tone we feel for ourselves and for our world. Then our work becomes a real part of who we are. Maybe all this is a question of how deep we are willing to go...


by Peter Lindbergh
with Lily, New York, June 1996

09/11/10

A friend, a coffee and London

Vorrei scrivere di piu e non accetto di non farcela. Allora analizzo il perche. Saranno le otto ore in questa stanza asettica davanti ad una finestra che da' su un muro e dietro al muro un TESCO, catena di supermercati dalla qualita' bassissima, dove regna la globalizzazione. Saranno le tre ore che passo sotto terra, un po al mattino e un po alla sera, spostandomi da una parte all'altra di questa immensa citta'. sara' che poi rimane il tempo per la spesa, o per un piatto di pasta e un bicchiere di vino, due risate davanti a friends e... e non mi piace.
Sabato e' successa una cosa rara qui a londra: vagare per la citta' con un'amica senza una meta ben precisa.
Io e Silvia dovevamo andare a vedere la mostra di Gauguin alla tate modern, era un secolo che cercavamo di organizzarci e un secolo che avevo proprio voglia di immergermi in un po di arte. Sabato freddo, invernale, quelli belli con il cielo pulito e con il freddo pungente. Arrivate alla tate ci hanno detto che avremmo dovuto prenotare, tutto pieno. Ecco, nella lista delle cose che odio di questa citta' c'e' questo: bisogna prenotare tutto, niente spazio all'improvvisazione!! ok. Prenotato il nostro Gauguin per il mese prossimo - ebbene si, in due non siamo riuscite a trovare una data prima del 3 dicembre! - ci incamminiamo verso non si sa dove. Io adoro la zona south east di londra, adoro il lungo tamigi, adoro quel pezzo che dalla tate arriva fino al london bridge. cominciava a fare buio e senza accorgecene ci siamo ritrovate a vagare in una londra dell'ottocento, pub, case, ponti e lampioni iniziavano ad illuminarsi e all'improvviso siamo sbucate a borough market, nel momento in cui i mercanti cercano di vendere le ultime cose e le persone si fanno ammaliare dai profumi, dai colori e ingannare dal languorino che ti prende alle 5 di pomeriggio. Ammaliate ci siamo comprate una specie di crepe e ovviamente alla bancarelal dopo allo stesso prezzo abbiamo trovato uno sfiulatino con prosciutto e formaggio! Ma io avevo dato i miei ultimi tre pound per quella crepe, quindi foto ai panini e via. Un mercato che finisce e' davvero affascinante, la gente e' stanca ma soddisfatta, si ferma a chiaccheirare, qualcuno urla l'ultimo affare della giornata, c'e' chi ha fretta di tornare a casa dopo una giornata al freddo, c'e' chi pulisce e chi mette apposto. Io mi sono incantata davanti al fioraio che rientrava fiori bianche e rossi. Accanto al fioraio ci siamo infilate in una caffeteria e li e' stato il culmine della bellezza. Monmouth Coffee e' un posto dove io ci passerei le ore, vi dico solo che al centro di questo posto c'e' un tavolo di legno grezzo, lungo dove tutti possono sedersi e in centro c'e' pane e marmellata. Il caffe' non e' solo caffe', ma e' caffe' con miscela dall'Africa, dall'America centrale, dall'America del sud  o dall'Asia. Decidi tu. Lo zucchero viene dalla Costa Rica e il latte da una fattoria nel Somerset. Al caldo abbiamo chiacchierato delle nostre diversita' e abbiamo riso e pensato e poi ci siamo salutate e io ho pensato che nello stesso pomeriggio londra la puoi amare e odiare. E anche nello stesso post di un blog.