Photo: virginia

29/04/08

la città bandiva i suoi assenti

“[…] cosa vuoi da città e ragazza, te ne sei andato a smaltire lontano il tempo migliore, qui nessuno conosci e nessuno ti può riassumere gli anni mancanti. Cosa vieni a fermarti nella città spalata e ammucchiata, dove basta uno scirocco a staccare tegole, cornicioni, intonaci? Non è posto da nozze. […] esiste l’amore finchè dura e la città finchè non crolla. Poi esistono i bagagli e si ritorna profughi, senza la giustifica della maledizione di una guerra, senza una malasorte da spartire con altri”. Erri De Luca

Lui bacia lei. Poi bacia il piccolo. Poi ancora lei. Poi si abbassa verso il piccolo che prende la testa del suo papà fra le mani e la riempie di baci. Poi lui sale e il piccolo gli manda ancora baci. Lei lo guarda. Lui saluta. Il piccolo piange. Il treno si muove lento. Lento. E Napoli comincia ad allontanarsi irretita dal groviglio di fili della ferrovia. Il Vesuvio è lì, maestoso. Una madre che abbraccia le sue creature. È solo quando si oltrepassa il vulcano che il treno comincia la sua corsa. Si parte. Io sono lì, finestrino abbassato. Ancora una partenza. Ma stavolta me ne vado a testa bassa. Ho osato chiedere, credere. Prendere da una città che ho tradito anni fa? Credevo che le mie partenze potessero prevedere dei ritorni. Invece no. “… andare, laggiù, tornare, no” dice erri. E così è. E quindi quella città cambia ancora colore. Ritorna passato, ricordo, vacanza, amici e parenti.
" si ritorna profughi".

3 commenti:

Anonimo ha detto...

vi, così c'accechi tutti. e a me che sono già un pezzo avanti mi dai il colpo di grazia.
g

Anonimo ha detto...

meglio così?... che pazienza!

Anonimo ha detto...

molto meglio.
tks