Succede che torino di mattina è un paesaggio di vetro. Sembra di ghiaccio e ti viene voglia di toccarla ma hai paura che si rompa. Allora resti a guardarla, macchiata qua e là dal rosso e dal verde dei semafori. Succede che riesci a riscaldarti solo dal caldo che viene fuori col tuo respiro e succede che questa cosa ti porta indietro. A quando da piccoli si aspettava il freddo freddo – che a Napoli, ahimè, faticava a venire – perché si potesse intravedere il “fumo”. Si, anche noi bambini potevamo dire di fumare grazie a quell’aria calda che usciva misteriosamente dalla nostra bocca. Succede che vedi il natale intorno a te sottoforma di buste colorate, di tutte le dimensioni e ti viene in mente tutt’altro. La scatola dei pastori dalla quale ogni anno veniva fuori un pastore senza mano, uno senza testa e tu ci eri così affezionato che poi lo mettevi lo stesso, magari nascosto da qualche parte. Il muschio vero raccolto in pineta. Le luci colorate, che pure quelle ogni volta ne avevano una in meno. Si aspettava la vigilia e che da qualche parte sbucasse Eduardo. Natale senza Eduardo non arrivava. Succede che l’infanzia sembra un percorso breve rispetto al resto della vita che uno crede di avere. Eppure. Eppure il pensiero e il sentire vanno lì. Succede che quel proust lì aveva capito tutto. Succede che sotto l’albero io cerco questi ricordi e li ritrovo. Ritrovo le voci, i suoni, addirittura gli odori. Sento mio nonno e la sua risata. Vedo mia nonna con pentole e sughi. Vedo mio padre, sempre ultimo a rientrare. I miei fratelli che spostavano i pastori da una parte all’altra. Sento odore di mandarini, sbucciati per giocare a tombola. E vedo me sola nel buio del soggiorno davanti al presepe a fissare le luci delle case. E poi sento un dolore. ma sarà che i ricordi ogni anno fanno più fatica. Un anno in più. E questo porta dolore, virginia. E allora, va bene così. Buon ricordo di un buon Natale.
Photo: virginia
20/12/07
14/12/07
la stabilità
Oggi non vorrei stare qui. Sedere su questa sedia, scomoda e troppo calda. Accendere la lampada anche se sono le 11 del mattino. Conversare col computer. Sentire un sottofondo di squilli e tastiere. Combattere contro il caldo anestetico e malsano dei riscaldamenti a palla. Oggi non vorrei stare qui. Avere il pranzo in frigo. Niente sorprese, se non l’ora non ancora programmata del caffè. No, oggi non vorrei stare qui. Con la consapevolezza che ci starò anche lunedì. Con la sensazione che domani è il solito sabato. Il sabato di chi sta qui. Con questi sogni un po’ fragili che passano e spassano nella mia mente e che poi vanno a finire sempre in panchina. Oggi non so dove vorrei stare. Non qui. Ogni tanto le vite che non ho scelto si ribellano e tornano alla mente. E tu le senti a ogni cosa che fai. A ogni mail che mandi. Sbuffi e non volevi sbuffare e allora capisci che sono le strade non prese, le persone non incontrate, le giornate non vissute che reclamano il loro spazio. Oggi dunque non starei qui. Oggi io non sono qui.
13/12/07
oggi tradisco la stabilità

11/12/07
Quelli che...
07/12/07
m' bast na jurnat' e sol'

04/12/07
ma che freddo fa
Rimane una bottiglia di novello, qualche arancia e un solo spazzolino. Del caffè lasciato nella caffettiera. Accendini e posacenere. Rimane il divano letto da non aprire e il tavolo sgombro. Rimane un sotto piatto piegato. Rimane la piazza di sotto, sempre la stessa con i suoi movimenti, con i suoi colori. Rimane il silenzio che ricorda il rumore. Rimango io, che sorrido da sola cercando un ordine che non so se davvero voglio. Rimane di più, molto di più. Quel di più che ti riempie e che però non riesci a stringere. E quello non si mette in ordine ma si lascia lì dov’è. E allora li rivedo, gigio che fa la schiuma del caffè, biagio la spremuta, io e cinzia in cerca sempre di un tavolo pulito, gaetano in cerca di un lavandino in ordine. Annalisa e paolo ad aspettarci. E sempre, da qualche parte, un bicchiere di vino alla portata di mano con un sottofondo di musica e coperte.
Iscriviti a:
Post (Atom)