
E fra tanti scatti lui ne ha scelto uno. Lui e tanti altri che ho trovato in una galleria fra le strade di questa citta'.

Il corpo affonda lentamente nelle lenzuola fresche, e lentamente voci e immagini ritornano e si affollano. La carta da parati a fiori ingiallita sembra sia sempre stata lì e sembra non potrebbe che stare lì. Dalla finestra semi aperta penetra un venticello fresco, o’ vient’ e mar’, perché il mare è lì a pochi passi e si fa sentire. La stanza da letto di mia nonna è pregna di ricordi che non lasciano riposare, fantasmi che non si nascondono ma che vivono in ogni angolo. E pensavo, che casino quest’identità. Quanti pezzettini da far incastrare. Troppi i miei. A volte vorrei, quasi come un cane scuotermi e scrollarmi di dosso tutti questi pezzi che mi confondono, che mi disorientano, che forse non voglio. A volte vorrei chiudere gli occhi e sentire solo la voce di mio nonno che mi dice di guardare il soffitto che si possono vedere le macchine che passano… e io le vedevo, e così mi addormentavo. Con le macchine sul soffitto.