UP e' un film dolcissimo, dove ci sono i sogni, i progetti, l'amore, il dolore. c'e' un lui che incontra una lei e si accorgono di avere gli stessi sogni ma con forme diverse. c'e' una casa messa insieme con amore e una strada da percorrere. ci sono ostacoli e abbracci. ci sono miti che si rivelano solo miti. c'e' un lutto che viene elaborato. c'e' un'america e un sud america. c'e' voglia di avventura. e c'e' tanto colore.
5 commenti:
UP è un film apparentemente dolcissimo. UP è un film tristissimo.
Ci sono sogni, progetti ed un “desiderio” di vicinanza e di condivisione di una vita tra un lui e una lei, che s’incontrano giovanissimi [della serie il primo amore è quello vero]e che di fatto non porterà molto lontano i due protagonisti. Solo ad una vita “normale” senza radicalismi, senza entusiasmi e completamente svuotata delle ragioni che erano alla base del loro incontro da bambini [il desiderio di avventura!!], con una idea retorica e conservatrice della coppia, e della vita domestica, tanto cara a Hollywood, che tra l’altro neppure s’avvera....completamente, perché,come se non bastasse, UP è pure un film misogino: la donna è vittima [da giovane] di un aborto e morirà [da anziana] prima dell’uomo,uscendo, di fatto, dalla scena[?] lasciando il coniuge senza prole. Dopo di che l’unico soggetto femminile, durante il resto del film è un pennuto, neanche tanto intelligente, incapace di volare, con un carattere alquanto semplice: causa ed effetto. Tutti gli altri parlano nel film, lui no! Sarà un caso.. C’è da dire, a suo vantaggio, che è molto colorato...
S’ inizia con qualche risata, bene!Anche se il prologo è apparentemente slegato dal resto, ci sono segnali “inquietanti”, che tralascio. Dopodichè i due bambini fanno la conoscenza. Diventano grandi. Brevemente s’ involano a nozze: continue inquadrature dei coniugi, mano nella mano, seduti davanti alla televisione o giù di lì, dopo una giornata di lavoro passata in un giardino pubblico. Lui vende palloncini ai turisti, lei scatta delle foto...- e dire che si sono piaciuti proprio in virtù di una passione comune: le grandi avventure in terre primitive e sconosciute!! Di tanto intanto tanto si concedono un pic-nic su una collinetta dietro casa...o sdraiati nel loro giardinetto danno forma alle nuvole con i loro sogni... ahimè!!
Ora sono molto cresciuti e d’improvviso il film vira lungo una direttrice che porta diritta verso una serie di sciagure che vedranno uscire di forza la protagonista, abbandonando l’altro ad una solitudine estrema, fatta soprattutto di modesti ricordi e di grandi di rimpianti: uno in particolare, sempre lo stesso- sic!!.
Una mazzata.
A quel punto ci si chiede: e mo’!?!
Secondo tempo: ancora indugia, per un “pochino”, sul tema della solitudine e dell’emarginazione dell'anziano e dei suoi non so cosa... Il povero vecchietto è vittima anche dei tempi moderni. La città intorno a lui vorrebbe fagocitarlo con tutta la casetta, unico prodotto, o se preferite, la realizzazione, [“frutto di tanti sacrifici”] di una vita spesa insieme con la defunta consorte.
Un episodio di violenza senile lo vede condannato a vivere il resto dei suoi giorni presso un ospizio.
Che altro!?!
Da qui la scintilla!! Parte l’avventura....ma è tardi.. troppo, troppo, troppo tardi..Il Treno è passato. Una vita è passata.
Tu, spettatore, sei oramai sotto la sedia e ti starai chiedendo “ma perché solo adesso?!” e “perché non lei” o “insieme con lei?!”; “cosa mai gli avrà inchiodati a quello stile di vita così modesto per un’intera esistenza?!” ma soprattutto “perché lei non lo ha sfanculato prima, visto che la prospettiva di vita offertagli da lui andava nella direzione opposta alla sua?!!” E già, perché lei, da bambina non solo è più simpatica e vitale ma anche più coraggiosa e visionaria..[resta un mistero dove finisca tutto ciò per i simpatici autori]. Finisce tutto nel secchio, sicuramente, per lo spettatore ignaro come me.
UP è un film molto triste, sostanzialmente depresso, fatto di luoghi comuni, di sofferenze inutili e inadeguate, di retorica, di un’idea della vita mediocre, all’insegna dell’immobilismo e dell’omologazione.. avventura finale a parte, che tra l’altro si dimostra di poca fantasia:
il progetto di una casa rifugio [da “I diari della motocicletta”] in capo al mondo, finisce con il corrispondere all’idea di portarci fisicamente la propria [?!] ovvero la vecchia casa di una vita: che tristezza!. Nulla si cambia e neppure si trasforma.
Terminando, UP è un film di “sfigati”: la coppia “sterile” e piccolo borghese; un insistente boyscout di 8 anni senza padre; l’avventuriero impazzito,misantropo e non solo..;il branco di cani rabbiosi completamente tonti [tranne uno], e poi...?!.
Ci sarà anche tanto colore e po’ di avventura[e tecnologia!], ma non basta.
Sconsigliato ai più piccoli che sognano grandi avventure per se e per i grandi che li circondano, sempre e da subito e non dopo settantotto anni di vita.
pp
p.s. nel sito ufficiale[http://www.disney.it/Film/up/]tra i personaggi non compare Ellie: vedere per credere!
mmhhh quanto accanimento. e quanto per fortuna siamo diversi tutti, guardiamo la stessa cosa con occhi diversi, con una nostra storia diversa che ci fa reagire in modi completamente opposti. viva la diversita', allora. e viva il colore, che io vedo dentro i personaggi, non solo fuori, dentro alla vita "sfigata" e "sterile, nella quotidianita', c'e' colore. non bisogna per fortuna recarsi in un paradiso, per vivere felici. ma anche restare nel proprio giardino, vendendo palloncini, facendo foto, restando insieme e continuando a condividere un sogno. non e' la realizzazione di questo che rende felici, mala vita in se'. e chissa' forse l'amore che ha unito queste persone? chissa'. viva la noia allora, se e' questo.
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