"Ma allora qual'è l'Italia che in queste ore dà così misero spettacolo di sè nei telegiornali di mezzo mondo? Quell'Italia siamo anche noi giornalisti, che invece di dare la notizia dell'assassinio di un ragazzo al casello autostradale, annunciamo che è stato ucciso un tifoso. Senza minimamente considerare l'effetto che una simile frase potrà provocare nella crapa bacata dei violenti in procinto di andare alla partita: la frequentazione quotidiana con le dichiarazioni dei politici ci ha indotti a dimenticare il potere devastante delle parole. [...] Quell'Italia è il Paese dove non si arriva mai al fondo di niente e tutto rimane in superficie, a cominciare dai nervi. La calma è dei forti e noi siamo deboli, isterici, faragili: quindi agitati. Le istituzioni non producono progetti ma gesti dimostrativi, sull'onda dell'emozione, possibilmente in tempo utile per sbarcare nei tg. [...] Quell'Italia è un governo che reagisce (male) alle disgrazie, ma non sa mai prevenirle. [...]Quell'Italia rimane soprattutto un Paese dove piccole minoranze organizzate sottraggono alla maggiornza il diritto di esercitare i propri diritti. Succede nella politica, nelle professioni. E negli stadi. [...]" Dalla Stampa di oggi, 13 novembre 2007.
2 commenti:
Condivido al 100 per 100.
Ogni settimana ce n'è una..ma mai che si senta una soluzione, una mossa definitiva, una presa di posizione. Si aspetta solo che succeda qualcos'altro che distolga l'attenzione..
Ormai sembra che il concetto di precario, instabile e aleatorio faccia parte del sistema e del modo di vivere di questo paese irrimediabilmente nervoso. Perchè siamo arrivati a tutto questo?
(Ciao Vi, mi piace il tuo blog, ti ho trovato nei contatti di DindoloM)
Posta un commento