Photo: virginia

19/09/07

mah

Stanotte con l’unica luce della mia lampada e sperando che la batteria del portatile non si esaurisse ho scritto un qualcosa da mettere qui. Questo qualcosa prendeva spunto da Saviano, in realtà cercavo di incanalare un magma di emozioni e sensazioni che mi si sta muovendo dentro da un po’. Stamattina, arrivata in ufficio prima che l’ufficio si accendesse mi sono immersa nell’articolo di Saviano. Delle mie parole, di quelle di stanotte a lume di lampada, nella stanza del pianoforte, resta lo stupore davanti a ciò che un film non è. Lo scrittore ventottenne sotto scorta che va nella tana del lupo, che poi è casa sua, il padre del boss presente, la popolazione rinchiusa, la popolazione presente. Il mio stupore prescinde dal personaggio, dalle copie vendute, dal talento, dalla drammatizzazione. Il mio stupore è davanti a questo caso, come davanti ad altri, per il coraggio di una scelta. Scegliere da che parte stare, scegliere di andare o di restare, scegliere di dire o di non dire. Che poi dietro una scelta ci siano volontà, meditazione, incoscienza, casualità, valori, ideali, sofferenza, sogni, illusioni, rabbia, rimane una scelta. E scegliere credo sia una delle cose più dolorose ma più vitali di un uomo. Sono sempre stata particolarmente sensibile a questo argomento, e lo sono più che mai ora, ma ora dovrei uscire da una storia ed entrare in un’altra e non mi va. Ritornando a Saviano, insomma non posso che essere sconvolta per tante cose ma per una in particolare: dare una scorta ad uno scrittore come la si dà a un magistrato vuol dire riconoscere la forza della scrittura. Vuol dire che nonostante tutto uno spiraglio c’è. E credetemi, per quanto io non condivida più lo stesso cielo, dalle mie parti il buio è denso e a volte opprimente, claustrofobico. Le vie d’uscita sono poche e ritenute banali per chi è altrove, una squadra di calcio, un cantante, un amore, un’amicizia. Al tepore di una realtà nella quale non ci si ritrova e della quale non si accettano i meccanismi bisognerebbe scegliere, chiudere porte, pronunciare dei no. Accettare perdite e convivere con il dolore che ne consegue. Ma ora non parlo più di Saviano.

8 commenti:

Pyperita ha detto...

Ciao Vi. Come sempre condivido quello che dici, come sempre un bel post.

Anonimo ha detto...

... scrivi sempre benissimo, sei proprio brava!! Il mio blog a confronto è veramente ridicolo!

Grazie
...un tuo fun!

Anonimo ha detto...

grazie ragazzi/e... anonimo: qual'è il tuo blog???

Anonimo ha detto...

decidere, scegliere e affontare le conseguenze anche scomode di una scelta è ciò che ci rende uomini e non branco...condivido tutto quello che hai scritto, e anche come lo hai scritto

GIANCARLO ha detto...

blog-gianca.blogspot.com
ma è decisamente una stupidata!!
... ciao ciao

Amicacarmilla ha detto...

@ giancarlo --> "blog-gianca.blogspot.com
ma è decisamente una stupidata!!"

Nessun blog e' una stupidata perche' nasce da una ^scelta vitale^: quella di esprimerci come non potevamo fare a scuola.

@ V --> Sono contenta di averti ritrovato. ; )

Anonimo ha detto...

ciao!! contenta di averti qui!
vi

Calanta ha detto...

Ricordo di aver letto il tuo post e di aver immediatamente chiesto a mio fratello di prestarmi Gomorra...