Photo: virginia

22/04/12

gabbie

succede che non capisci. sembra la cosa più naturale del mondo eppure non capisci. cosa dire. cosa fare. o meglio, cosa non dire e non fare. le persone sono universi sempre più complessi, più cresci e più gli altri ai tuoi occhi diventano fragili e hai paura di toccarli, di sfiorarli, di dire, di fare. hai paura di far male, di farti male, hai paura di rompere un equilibrio che invece non esiste, perché se non ci si spinge e non si osa non si costruisce niente tanto meno un equilibrio. e' tutta una finzione. ciò che sembra a te un equilibrio da non rompere e' semplicemente paura, tua, sua, e' un avvicinarsi, stendere la mano, stare per sfiorare l'altro e ritirarla immediatamente. le relazioni hanno sempre più la forma di un esame, bisogna dire la cosa giusta, fare la cosa giusta, essere intelligente, brillante, simpatica, tutto al momento giusto, non sbagliare i tempi, non sbagliare i toni. e' tutto così tremendamente sterile e frustrante. ma e' così. eppure io mi sento vuota. non lo voglio quest'equilibrio, voglio rompere tutto, gridare, urlare la gioia e il dolore. essere goffa e imbarazzata, ma essere. voglio riempirmi di errori e non aver timore. ma non ce la faccio. sono intrappolata in una gabbia che non vedo, ma sento sempre più pesante su di me. mi tiene lontana dalla vita facendomi credere che invece la posseggo. così non so più cosa davvero voglio dire, cosa davvero voglio fare. non lo so. incredibile, ma la vicinanza di una vita umana mi spaventa ed e' ciò che più desidero al mondo. desidero qualcosa che allo stesso tempo mi spaventa perché non so come gestire la complessità e la diversità e la bellezza e la sofferenza che viene fuori dall'incontro di vite. 
qualche mese fa ho portato mia nipote di due anni alle giostre, gli occhi le sono diventati luminosi e ha iniziato a sbattere le mani e ridere e indicare le giostre dove voleva andare ma appena ci avvicinavamo alla giostra nei suoi occhi si vedeva la paura, aveva paura di qualcosa che voleva e scappava. 
io non voglio scappare eppure sento che lo faccio. una parte di me vuole rompere questa gabbia e farsi male, l'altra e' la gabbia. 

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