e mentre agosto finisce com'e' iniziato, bagnato dalla pioggia e oscurato dal cielo, io mi trovo sempre meno coinvolta nella vita intorno a me.
amo tornare a casa, accendere le lampade. amo il silenzio di casa e amo il rumore dell'acqua che faccio scorrere nella vasca.
adoro il profumo che viene fuori quando verso le gocce di lavanda nell'acqua bollente.
in camera mia e' un po sempre inverno. vuoi perche non ho mai tolto il piumone dal letto, vuoi perche le pareti hanno colori caldi invernali e vuoi perche nove giorni su dieci il cielo e' buio.
ho rallentato la lettura, le troppe voci dentro me mi disturbano. ma comprerei mille libri, per avere fra le mani mille vite, mille possibilita' di piacere, mille delusioni, mille incognite, mille suoni, mille milioni di parole, mille forme, mille colori, mille scelte diverse, mille inchiostri, mille carte, mille odori.
e non so perche ma se chiudo gli occhi e cerco di trasportarmi in un qualche luogo, mi ritrovo al cimitero di stoccolma dove siamo state io e alessandra due anni fa. un cimitero che e' diventato sito unesco, dove le anime vagano fra gli abeti alti. ricordo che io e ale ci siamo all'improvviso fermate in mezzo a questo bosco silenzioso e abbiamo respirato l'odore unico che la pioggia faceva venire fuori dalla terra e dagli abeti, dalle cortecce e dalle foglie. siamo state con la testa in su a guardare dove finivano gli alberi e a farci accarezzare da quella pioggia sottile. eravamo in un posto dove la vita colorata di verde incontrava la morte colorata di terra, non riuscivamo ad andarcene.
sotto questo cielo cattivo bevo caffe irriconoscibile dal colore incerto.
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