Photo: virginia

28/03/11

Il primo libro letto quest'anno. Tabucchi. Per chi arriva e per chi parte.

Per chi semplicemente va perché un giorno e' andato e non si e' più fermato.
Per chi viaggia seriamente. Per chi vorrebbe farlo, e chissà, magari un giorno.
Per chi viaggia continuamente senza muoversi.
Per chi e' dovuto andare senza avere scelta.

E per i luoghi. Per quelli che ci accolgono e per quelli che lasciamo.
Per i luoghi che ci hanno sorpreso, per quelli che ci hanno fatto innamorare e per quelli che ci hanno fatto male.
Per i luoghi del passato. Quelli che ci hanno visto nascere e quelli che hanno accolto i nostri primi passi. Per i luoghi dei nostri antenati che contengono una parte di noi, in silenzio.
Per i luoghi che non vedremo mai.
Per quelli che ci vedranno piangere e urlare.
Per quelli la quale terra copre i nostri morti.

"Un luogo non e' mai solo quel luogo: quel luogo siamo un po anche noi. In qualche modo senza saperlo, ce lo portavamo dentro e un giorno, per caso, ci siamo arrivati. Ci siamo arrivati il giorno giusto o il giorno sbagliato, a seconda, ma questa non e' responsabilità del luogo, dipende da noi. Dipende da come leggiamo quel luogo, dalla nostra disponibilità ad accoglierlo dentro gli occhi e dentro l'animo, se siamo allegri o malinconici, euforici o disforci, giovani o vecchi, se ci sentiamo bene o se abbiamo il mal di pancia. Dipende da chi siamo nel momento in cui arriviamo in quel luogo. Queste cose si imparano con il tempo, e soprattutto viaggiando."

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