Photo: virginia

24/11/09

keep a secret


Nel 2003 Frank Warren dopo uno strano sogno decide di dare il via a un progetto meraviglioso PostSecret: chiede alla gente, tramite sito internet, di inviare un proprio segreto, di quelli che tutti abbiamo dentro di noi  e che non e' mai stato mai condiviso. il segreto puo' essere uinviato su un qualsiasi materiale che somigli piu o meno ad una cartolina. chi scrive il segreto puo', anzi deve, farlo con tutta la propria creatitvita'. Arrivano a casa di questo signore milioni di segreti su supporti diversi. queste cartoline diventano una vera e propria opera d'arte. iniziano le mostre. iniziano i libri. arriva il blog. avete un segreto che non avete mai condiviso, qualcosa che volete assolutamente dire ma non potete? ebbene ora potete. SCRIVETE a Frank. Isn't it cool????

questa e' fantsastica... e devo dire che succede, ma come fai ad avercela con uno che lo dice?
anche se lo dice a frank?



e questa non dovrebbe essere un segreto



buon segreto a voi

v

20/11/09

stoccolma e monte bianco, con una spolverata di cannella

inizierei a descrivere stoccolma dal palato: cioccolata calda affogata da panna sciolta e un filo di cacao, cannella e arancia sublimate in un indescrivibile cinnamon roll al Chokladkoppen che e' una caffetteria piccola, di legno, calda, colorata, con tanti cuscini sulle panche e vetri appannati (credo sempre in inverno). se poi dovessi descrivere stoccolma attraverso la vista mi viene da dire tanta acqua, tante luci, tanto verde, un po' di rosso, schiacciata dal grigio, con macchie di nero. l'acqua del mare del nord che veniva fuori all'improvviso appena giravi un angolo; le luci delle tantissime finestre e dei tantissimi lampioni che rendeva il buio precoce della citta' un po' piu' sopportabile; il verde degli abeti, altissimi; il rosso del cappello dei tomtar, il grigio del cielo senza sole e il nero dei tetti appoggiati su case colorate. in mezzo a tutto cio' le guglie delle chiese medievali. dal tatto invece viene fuori la mia lonely planet sempre fra le mani, e l'ombrello, e la lana dei calzettoni nei negozi o quella grezza dei tomtar, ma c'e' anche la pioggia fina e leggera sempre addosso. nelle orecchie la signorina della metropolitana che annuncia le stazioni; le parole mie e di ale che erano quasi sempre esclamazioni di stupore ogni volta che vedavamo, scoprivamo, realizzavamo un qualcosa. e poi c'e' l'odore, quello lieve del mare, quello forte degli abeti e della terra bagnata, delle spezie nel vino caldo, della cannella nelle pasticcerie.

e con Stoccolma ho messo i piedi in un'altra citta' che da piccola credevo esistesse solo sui libri. citta' che hanno acquistato un'identita' mitologica. sara' che sono nata sul mare ma quando studiavamo i paesi nordici, italiani ed esteri, io restavo affascinata. e piu' vivevo in una citta' calda del sud, piu' approfondivo a scuola quei paesei e piu' ne rimanevo affascinata... fino a quando dopo anni mi sono ritrovata in piemonte e un giorno ho visto l'indicazione Monte Bianco. non riuscivo a crederci, mi sono commossa. certo, sapevo che li da qualche parte doveva esserci il Monte Bianco con tanti altri monti trovati sui libri di scuola ma averne la certezza ed essere cosi vicina mi ha sconvolta, e cosi' anche quando ho saputo che Aosta era a due ore da Torino. Aosta. il luogo dove sarei scappata un giorno, mi dicevo sempre da piccola. Aosta! Era per me il luogo piu lontano, piccolo e montuoso che conoscessi, sempre grazie ai libri di scuola - tutto il contrario di dove vivevo dunque. mi vedevo con gli stambecchi e nessuno mi avrebbe mai raggiunta (un heidi un po' alternativa insomma). poi un giorno ci sono stata ad Aosta e ho scoperto con rassegnazione che la cosa piu bella di quella citta' era l'indicazione Aosta alla stazione. era bello leggere quel nome perche' mi ridava i miei sogni.

ce ne sono ancora tanti di paesi "lontani" e mitologici. paesi raccontati solo sui libri. paesi dove nessuno mi avrebbe trovata. stoccolma ne era un pezzo.

ero in uno dei miei sogni da bambina lo scorso fine settimana.

17/11/09

... ibuk, aifon, aipod

oggi all'editorial meeting c'e' stato un bel dibattito... dunque iniziamo con gli e-rights? brividi. tutti in modo professionale, in a business way, direi, hanno pensato al loro mercato, al mercato cioe' dell'e-books nei vari paesi... daniela e' stata l'unica ad esplodere, con la sua grinta italiana. semplicemente, passionalmente ha difeso il libro. io non so se il libro mai morira' e voglio credere davvero che non succedera' perche' nel momento in cui ci penso sento una fitta al cuore e mi vengono i brividi pensando ai miei bambini, quelli che magari in un'altra vita avro', con un e-book in mano. orrore!!! non so se il libro morira'. so che la lettera e' quasi morta - sostituita dalla e-mail, so che la cassetta, il disco, e fra un po' pure il cd, sono quasi morti - sostituiti dal download e quindi dall' i-pod, so che il contatto con la gente per strada in una nuova citta' per chiedere semplicemente informazioni su luoghi, sta per morire - grazie all'i-phone e al blackberry. la fotografia manuale e' ormai del tutto sostituita da quella digitale. non capisco come non ci si renda conto che piu' la tecnologia ci coinvolge piu' perdiamo l'uso e dunque la consapevolezza degli altri sensi. quindi perdita. certo, e' ovvio, ci sono determinati vantaggi e non sono cosi' stupida da rifiutarli ma i rischi credo siano molto piu pericolosi. la perdita e' molto piu' grave del vantaggio, e poi siamo proprio sicuri di aver assolutamente bisogno di quei vantaggi? siamo propio sicuri che a volte non si tratti semplicemente di pigrizia? insomma il libro coinvolge in modo cosi' estasiante tutti i sensi che non ho proprio intenzione di rinunciarvi. cosi come non sto rinunciando al piacere di comprare un rullino, scattare, aspettare e poi toccare una foto, di sentirne l'odore e di tenerla in un cassetto, in un libro, di ritrovarla dopo tempo e guardarla in un qualsiasi luogo con chiunque, e accorgersi del tempo che passa anche attraverso la carta, i colori, l'odore. e non e' stupido romanticismo il mio!

08/11/09

03/11/09

tetti e strade

Sabato notte ho camminato sui tetti di Londra. C’erano delle galline e una bicicletta bianca. Cristobal e’ cileno, e’ bello e il tetto e’ suo. E pure le galline e la bicicletta. Ha una camera sul tetto dove ci si arriva salendo una scala instabile e facendo qualche metro piegati a carponi. Il cielo era pulito e le finestre come stelle brillavano chi piu’, chi meno. Pensavo a mary poppins e a quanto da bimba mi affascianavano i tetti. Da piccolissima i miei nonni avevano un terrazzo enorme, io andavo con mia nonna a stendere i panni e adoravo quel posto. Mi dava i brividi. Correvo in mezzo alle lenzuola profumate e sembrava un labirinto. Giu la citta’ si muoveva e nessuno sapeva di me. Quel senso di liberta’, mia nonna bella a stendere le lenzuola, l’odore di pulito… so che non avro’ mai piu’ quelle sensazioni ma se chiudo gli occhi e cerco qualcosa di bello e di solo mio penso a quel terrazzo. Domenica e’ arrivato l’inverno e ha trovato le strade sommerse di foglie gialle e rosse. Io ci cammino sopra aspettando uno scricchiolio ma la pioggia le ha rese troppo morbide. Ma saltellando e provando e riprovando lo trovo, lo scricchiolio.

02/11/09

da alda - a tutte le donne

Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l'emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d'amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra
e innalzi il tuo canto d'amore.