Photo: virginia

19/02/08

scorza, polpa, picciolo, seme

Era bella, mia nonna. Il suo naso minuto e dritto, gli occhi verdi e vellutati come le foglie di salvia, la bocca rossa e tonda mi sorpresero sempre portandomi oltre ogni ruga. Nel suo adamantino chiarore trovai spesso la consolazione, il conforto e la pazienza.
Mi nutrii della sua perseveranza e della sua discrezione.
Mia nonna rimase un donna energica e pronta a tutto per molto tempo.
Dopo aver compiuto gli ottant’anni, però, s’intristì d’improvviso e, irremovibile, decise di rinchiudersi nella sua camera da letto. Non ne venne mai più fuori, Dio Santo!
Nonostante fossi ormai un ragazzo restavo a lungo con lei, serrato lì dentro. Nel silenzio…
Mi sedevo per terra, al suo fianco. La sua presenza riempiva molte mie crepe.


Maria Rosaria Valentini, Quattro mele annurche, gce scritti


lo so, e lo sa chi cammina con me o chi ha incrociato per un po' la mia vita, lo sa chi mi legge, chi mi ascolta e chi solo mi osserva da lontano, sono attratta dalla nostalgia. ma la nostalgia, pur avendo in sè una buona dose di malinconia, io la trovo positiva, riempie. riempie di passato e rinforza in vista degli eventi che ancora debbono accadere. quattro mele annurche l'ho trovato due anni fa alla fiera di roma, della piccola editoria. le mele annurche sono la mia infanzia. le mele annurche sono napoli. le mele annurche sono mio padre alla fine di ogni pasto che chiedeva di sbucciarne una. io mi sentivo grande e orgogliosa. una fetta di quel frutto dolce e amaro era la mia ricompensa. con stupore ho constatato che lasciare napoli è stato lasciare anche le mele annurche, non vederle più nei mercati, nei cesti, nella nostra cucina. non vederla più a fine pasto. le ho ritrovate in questo mercato di libri, avvolte da nostalgia, un po' di tristezza ma anche tanta vita.

5 commenti:

Pyperita ha detto...

A Roma si trovano.
La nostalgia la trovo una buona cosa se mediata però anche dalla gioia del presente.

Anonimo ha detto...

Ma che bello, anche mio padre si cibava di mele annurche, e mia madre ancora le compra. Si trovano anche a Frascati e a Perugia effettivamente. Tra la frutta di famiglia hanno un ruolo ben più importante dell'arancia, ma devo ancora capirne il perché. A me non piacciono tanto, lo ammetto, ma se ci penso mi ricordano un po' le serate passate in casa, quando ero più piccolo, col papà che me ne offriva sempre mezza tenendola tra il coltello e il pollice...un saluto alla cara Vi

Anonimo ha detto...

mo pare che 'l mi' babbo è morto, ho soltanto usato un po' troppo passato, ecco. Preciso dicendo che ha solo smesso di consumare mele annurche con regolarità...ancora saluti

Anonimo ha detto...

caro ingegnere... che bello sapere che le mele annurche sono un rito. anche mio padre, quando le tagliava lui poi me ne porgeva un pezzo... saluti, ma sei tornato italiano?

Anonimo ha detto...

Certo che so' tornato italiano, anche da 'n pezzetto, esattamente da fine 2007. E mo nun me ne vado più, forse...