Photo: virginia

28/06/07

è ora di andare

Per un periodo della mia vita ho visto stelle che si muovevano. E l’occhio umano, il mio occhio umano assisteva a questo movimento. No, non erano aerei. E no, non ero ubriaca, o comunque non sempre. Ne vedevo almeno una a notte, d’estate. Non ho mai cercato di dare una spiegazione plausibile a ciò. Rientrava nelle poche cose della mia vita un po’ magiche, alle quali non bisognava dare una spiegazione e alle quali alla fine ci credevo solo io. Mi rendo conto che di stelle, anche quelle fisse, ormai ne vedo poche. Mi rendo conto che avrei bisogno del balcone di mia nonna, quello su via nazionale dal quale osservavo i movimenti di tutta la città. Dal quale osservavo, il giorno di carnevale, tutte le maschere che entravano dal fotografo di fronte. Non mi fregava niente di stare lì giù, a me piaceva stare su e osservare tutti senza essere vista. Ritornerei volentieri su quel balcone. Rivedrei volentieri quelle stelle immaginando chissà cosa. Non so perché ho associato tutto ciò, saranno stati i due bicchieri di spumante per festeggiare il compleanno di Roberto, qui in ufficio. Sarà che tanto una soluzione, la soluzione, la scelta sensata, no proprio non c’è, proprio non riesco a farla. So già che sbaglierò, comunque. E allora a che serve tanto pensare. Quindi cercherò un posto da dove si possa vedere meglio, come fa Linus, che è saggio. Lui sì.

1 commento:

Pyperita ha detto...

Mi piace molto l'idea di un posto da cui si possa vedere meglio.
Spesso è indispensabile mettere un pò di distanza tra noi e le cose, per riuscire davvero a "vederle".
Ti auguro una buona giornata.