Per un periodo della mia vita ho visto stelle che si muovevano. E l’occhio umano, il mio occhio umano assisteva a questo movimento. No, non erano aerei. E no, non ero ubriaca, o comunque non sempre. Ne vedevo almeno una a notte, d’estate. Non ho mai cercato di dare una spiegazione plausibile a ciò. Rientrava nelle poche cose della mia vita un po’ magiche, alle quali non bisognava dare una spiegazione e alle quali alla fine ci credevo solo io. Mi rendo conto che di stelle, anche quelle fisse, ormai ne vedo poche. Mi rendo conto che avrei bisogno del balcone di mia nonna, quello su via nazionale dal quale osservavo i movimenti di tutta la città. Dal quale osservavo, il giorno di carnevale, tutte le maschere che entravano dal fotografo di fronte. Non mi fregava niente di stare lì giù, a me piaceva stare su e osservare tutti senza essere vista. Ritornerei volentieri su quel balcone. Rivedrei volentieri quelle stelle immaginando chissà cosa. Non so perché ho associato tutto ciò, saranno stati i due bicchieri di spumante per festeggiare il compleanno di Roberto, qui in ufficio. Sarà che tanto una soluzione, la soluzione, la scelta sensata, no proprio non c’è, proprio non riesco a farla. So già che sbaglierò, comunque. E allora a che serve tanto pensare. Quindi cercherò un posto da dove si possa vedere meglio, come fa Linus, che è saggio. Lui sì.
Photo: virginia
28/06/07
19/06/07
please, please, please
napoli 33 gradi al momento... ma perchè così come chiudono le scuole non chiudono anche gli uffici a giugno, anzi a maggio. voglio un governo che si batti per questo, cinque mesi all'anno di vacanze. sai quanto saremmo più produttivi negli altri sette mesi? anche se produttività è una parola odiosa, cavolo. ed è stata scritta dalle mie dita. preoccupante. vabbè riflessione a "voce alta", e forse anche senza senso, ma io penso che non si possa passare i due terzi della propria giornata a lavorare. è proprio un crimine. non si può. riprendo le mie cartacce e ritorno a produrre... birra, birra, birra e silvestri, vi prego.
18/06/07
lunedì torinese
C’era buona parte dell’alta borghesia torinese, sabato sera. Un livello di fighettismo molto alto. Uno di quei posti in cui scovi il giocatore di turno, che in questo caso era il piccolo pessottino. Che, apro parentesi, non riuscivo a non osservare pensando al suo tentato suicidio. Insomma fra camicie bianche sbottonate, tacchi alti e minigonne, donne “pittate” – direbbe mio padre – e uomini lampadati, io e qualche essere normale abbiamo festeggiato il compleanno del grande Gianmarco. Di solito quando capito in posti non miei, la prendo “a pacienz’ e ddio”. Ma sabato ero proprio insofferente. Ma, comunque, la serata una piega l’ha presa. Dopo un iniziale disorientamento il nostro spazio l’abbiamo trovato. Quattro risate genuine ce le siamo fatte. Due cazzate le abbiamo dette. Un mojto lo abbiamo bevuto. Martedì viene a salvarmi il mitico Daniele Silvestri. Con o senza qualcuno io ci sarò e come ai vecchi tempi griderò e saltellerò cohiba. Ho già rispolverato i vecchi cd. Eppoi, accorrete, il 2 ottobre ci sono i Police. In realtà i biglietti sono spariti sotto i miei occhi. Ma qualcosa troverò, ne sono certa. Buona vita a tutti.
Vi lascio questi versi molto dolci di de gregori:
Vi lascio questi versi molto dolci di de gregori:
Infondo non importa che i tuoi santi siano molti e che molti con un soffio spegneranno la candela / Infondo tu già sai che domani è un giorno lungo e che un altro verrà a dirti di amare i tuoi pensieri / E tu lo seguirai come fosse uno sparviero / Pauroso nell’orgoglio della sua fragilità
14/06/07
frankfurt
a francoforte la cosa più bella è stata la doccia. questa era separata dalla camera da letto solo da una parete in vetro. e poi mentre facevi la doccia tutto si appannava. sembrano particolari insignificanti ma fanno la differenza. per il resto il mio compagno e collega di viaggio affermava che i wurstel non possono essere un piatto tipico di un paese e che i ristoranti tipici dei tedeschi sono i ristoranti italiani, francesi ecc. morale, a francoforte dovrò ritornarci, per mangiare i wurstel. sulla questione del "tipico" inutile tediarvi ma anche inutile dirvi che la mia posizione è assolutamente un'altra, ed è molto lontana da questa. inutile dirvi che le parola ospitalità e cortesia non erano nel vocabolario delle persone del posto che ho conosciuto. quindi non generalizzo, come spesso mi si accusa. ma su dieci persone dieci non conoscevano cosa volesse dire essere gentili, cortesi e ospitali, a francoforte.
comunicazione di servizio: avevo messo il fuso orario di casablanca. sono ritornata a quello di roma. ahimè.
11/06/07
goooooodmorning
dunque. eccoci qui. iniziare non è semplice. soprattutto nel marasma delle cose da fare e disfare al lavoro. e poi è tutto nuovo qui dentro. tante cosa ancora da scoprire e capire. quindi, solo un saluto, poche parole e a prestissimo.
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