Sapete il gioco dei Quattro cantoni? Ci giocavo sempre da
piccola con i miei cugini. Serve una stanza con quattro angoli e cinque
giocatori. Quattro agli angoli e uno in centro, al tre ognuno cambia la
propria posizione e si cerca di accaparrarsi un altro angolo lasciando una
persona fuori. E’ un gioco malvagio. Qualcuno resta sempre fuori. Mi
ricordo in modo netto l’ansia di stare in centro e di non essere abbastanza
veloce e perspicace per assicurarmi il mio angolo. C’era sempre qualcuno piu
veloce di me, piu intelligente. E’ l’impressione fortissima che ho della mia
vita negli ultimi anni. Non parlo della vita professionale, li bene o male ogni
tanto un angolo me lo accaparro, certo dopo tre, quattro o piu tentativi. Ma
siamo sinceri, la vita professionale e’ davvero solo una parte, per quanto
importante, una piccola parte della nostra vita. Il gioco piu importante e’
quello umano, dei sentimenti. E li, devo dire con tristezza, con profonda ma
serena (mmmhhh) tristezza che sono fuori dai giochi, e se gioco rimango al
centro. Sempre. Spesso. E ogni tanto mi siedo e cerco di riflettere su cosa non
va, ma non c’e’ tanto da riflettere. Evidentemente mi sono esercitata di piu
nel gioco professionale, li sono piu brava, ma per tutto il resto sono una
frana. C’e’ chi e’ piu veloce, piu brava, piu bella, o semplicemente chi ha
provato e riprovato senza fermarsi. O forse boh, non c’e’ una spiegazione. Ma
e’ triste. Ho l’impressione che tutti siano andati avanti, siano cresciuti e
abbiano costruito con mattoni solidi e continuano a costruire mentre io
all’improvviso mi rendo conto che sono passati anni e mentre tutti erano
indaffarati ad accaparrarsi il loro angolo io a cosa pensavo? Che ho fatto? E
perche nessuno mi ha aspettata? Dov’e’ la mia parte? Dov’e’ il mio angolo?
Quando arriva il mio turno? O forse la mia vita deve solo riempirsi di pezzi di
cio che non e’ mai successo, di cio che sarebbe potuto. Una telefonata mai
fatta, un bacio mai dato, un appuntamento cancellato. E come fantasmi i residui
di questi non-eventi all’improvviso emergono. Meravigliosi pezzi, certo.
Ma pezzi.
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