Per la prima volta ho fatto fatica a finire un libro
perche troppo bello, di una bellezza coinvolgente,
delicata, semplice e intensa allo stesso
tempo. Un racconto che ha il gusto delle cose
buone di una volta, e che soprattutto e' un racconto. C'e' qualcuno che ci sta
raccontando una storia, con dentro delle persone, i loro luoghi, il
loro tempo, il loro passato, le loro relazioni, le
loro complessita. L'ho letto lentamente, e ogni volta che
mi fermavo tiravo un sospiro di sollievo come se stessi così prolungando
la vita dei personaggi. A un certo punto ho temuto per loro,
sentivo che stava per succedere qualcosa di doloroso
e stavo male, non volevo sapere. Un'alchimia così forte non
credo sia mai accaduta tra me e il mondo del romanzo. Forse una
cosa simile mi e' successa con Sostiene Pereira, ma era un coinvolgimento
molto più intellettuale, diverso. In questo romanzo sono
diventata l'ombra del narratore, ero li con lui, ho amato,
sofferto, pensato, riso, mi arrabbiavo e gioivo con
lui. Verso la fine ormai conoscevo tutti e non volevo che finisse,
non volevo succedesse niente di cio che sentivo stesse per succedere. La scrittura e' elegante, raffinata ma non fredda, mai. Mentre leggi ti sembra di masticare quelle parole, mi sono trovata a rileggere a volte una parola a voce alta per sentirne il suono. Ecco, questo libro viene voglia di leggerlo a voce alta perche e' fatto di belle parole di quelle che ormai non si usano piu e non si sa perche. Ma e' un linguaggio allo stesso tempo semplice. L'uso del dialetto segna le diverse estrazioni sociali dei personaggi ma e' pieno di umanita' e di tenerezza. E' un libro duro perché mostra la durezza della vita ma anche perché ne mostra la bellezza, la potenza, la ricchezza, la diversità.
Non tutti i bastardi sono di Vienna, Andrea Molesini, ed Sellerio, 14.00 €
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