Photo: virginia

29/11/08

hang on

a me, a me, a me, a me, a me...


16/11/08

cose strane senza storia

A un certo punto il silenzio si ruppe. Basta. Non si poteva più continuare così. Ora basta, qualcosa bisognava dire, un segno bisognava pur darlo. Ma chi avrebbe iniziato? O meglio cosa? Sarebbe stata la “collettività” o un “singolo” a manifestare segni di insofferenza, incredulità, rivolta, solidarietà? eppure c’era da aspettarselo, furono loro i primi. O meglio, fu lui. Fu proprio il pacco dei libri. Quello rosso, ordinato, pieno. Ce ne erano altri, di diverse dimensioni, e ragioni. Quello rosso era il pacco dei libri letti. E senza dubbio questo gli dava forza e sicurezza. I libri letti sono un po’ gli anziani della situazione. Chi meglio di loro può dire di conoscerla - lei. Sono stati fra le sue mani minuti, ore, giorni, al mattino in bilico in un autobus, di sera, dopo il lavoro, con il compito ingrato di prenderla e portarla via, alcuni – pochi eletti – rimanevano fra le mani persino di notte, lasciati poi cadere a terra dopo averla accompagnata nel mondo dei sogni o, nel migliore dei casi, lasciati così, sotto le lenzuola. Infilati in borse insieme a cose indispensabili o messi sul comodino semplicemente per compagnia, un po’ come si lascia la lampada accesa di notte. E sono stati toccati, spiegazzati, hanno subito penne o colori. Hanno avuto, e avranno per sempre, ospiti come biglietti, scontrini, foto, cartoline. Insomma tutto ciò bastava a dare loro la responsabilità, e perché no, l’orgoglio di quel primo, impegnativo ma necessario passo. Successe di domenica quando più si sentiva la sua mancanza. La mancanza delle sue mani, della voglia di spulciare, toccare, sistemare. E di domenica poi, quel corridoio dove erano stati “momentaneamente” sistemati diventava tutt’a un tratto grigio, triste, freddo. Si iniziò a sentire uno scricchiolio e tutti pensarono fosse ikea, la borsa blu piena di cose miste, quelle con un’identità non precisa e in un numero non sufficiente per ottenere un pacco proprio. Si pensava fosse la borsa blu perché ogni tanto accadeva. Le singole cose reclamavano spazio e a spintoni cercavano rispetto. Invece quel pomeriggio lo scricchiolio proveniva proprio da loro, dai libri letti. Eppure erano così disciplinati, se ne stavano sempre per conto loro, ordinati, riflessivi, insomma in un altro tempo e in un altro mondo. E già… nel loro. Qualcosa stava per accadere. E accadde.

07/11/08

uffffffffffffffffffffffffffff

ma io non lo voglio berlusconiiiiiiiiiiiiiiiii.
mi rifiuto di vedere e ascoltare.
ma perchè?
quali colpe tremende dobbiamo espiare, noi che non lo volevamo?????
ma è già tutto difficile ma perchè dover sopportare pure lui?????

05/11/08

si

È andata. Quasi quasi li invidio.
Anzi io li invidio.
Ce l’hanno fatta.
Almeno un volto è cambiato.
E dopo tanto coinvolgimento, come se tutto fosse appartenuto a noi, i preparativi, le elezioni, il paese, il presidente, riportare lo sguardo in questo paese è un po’ deprimente.
Chi non vorrebbe, anche solo per una frazione di secondo, essere un po' americano oggi, fosse solo per sentire che sapore ha quella speranza.

04/11/08

bianco e nero

magari non sarò originale trascrivendo queste parole ma il mitico gramellini... io non resisto:

Se vince il Nero, la crisi finirà. Se vince il Nero, ci sarà sempre il sole e comunque la pioggia cadrà più lieve. Se vince il Nero, la Gelmini ritirerà il decreto e sposerà un maestro veramente unico, Colaninno comprerà la Lufthansa, i banchieri pagheranno i mutui dei clienti, e gli arbitri convalideranno i gol del Toro. Se vince il Nero, Sabina Guzzanti ricomincerà a far ridere, ma soltanto in inglese, e Carla Bruni affitterà una mansarda accanto alla Casa Bianca, casomai. Se vince il Nero, i deboli di stomaco digeriranno anche il soffritto e i divorziati si metteranno di nuovo insieme. Se vince il Nero, ogni impresa diventerà possibile, persino prendere un treno regionale in orario. Se vince il Nero, gli automobilisti in coda manderanno baci dai finestrini, i petrolieri faranno la raccolta differenziata e le modelle smetteranno di tenere il broncio nelle sfilate. Se vince il Nero, i ghiacciai ghiacceranno, i buchi dell’ozono si tapperanno e l’effetto-serra cambierà vocale, diventando affettuoso.Se vince il Nero, non accadrà nulla di tutto questo, lo so. Eppure, se vince il Nero, sarà come per lo sbarco sulla Luna: le vite degli uomini resteranno ferme, ma l’umanità avrà compiuto un passo avanti. Se poi il Nero si rivelerà all’altezza della sua bella faccia, a cui ognuno impresta le proprie speranze, e sarà costretto dalle aspettative degli altri a trasformarsi nel primo statista del secolo, allora avremo vinto tutti davvero. Sempre che vinca, il Nero.

01/11/08

cinesi a trestina

insomma venerdì io c'ero, alle 12.40, come spesso ultimamente, davanti alla scuola. tore di solito è l'ultimo ad uscire, lui se la prende con comodo, "perchè andare di fretta?" penserà. perchè dargli torto? penso io. allora io aspetto, aspetto, aspetto. ma tore non esce. arriva la bidella (si dice ancora bidella?) e mi fa - con tutta calma, pure lei - lei chi aspetta? ed io, salvatore. e lei, a salvatore il cinesino? - mmmhhh cinesino mio fratello, mah, si boh forse gli occhi... vabbè quanti salvatore ci saranno nella scuola elementare di trestina? e quanti di questi salvatore non sono ancora usciti da scuola a quest'ora? - si si, lui, le faccio. lei allora, sempre con mooolta calma va dentro, si ferma qua e la a chiaccheirare, io comincio un po' ad agitarmi, ora entro, penso e mi accingo. all'improvviso sento lei che fa, vieni salvatore c'è tua sorella. oohhh, penso, ce l'abbiamo fatta. ma il salvatore che lei mi porta è proprio un cinesino. piccolino. io un po' pietrificata le facevo dei segnali, no, no, non è lui il salvatore che cerco io. e lei, ah non è lui? eh no! e proprio in quel momento appare il mio salvatore. E salvatore il cinesino è rimasto lì, senza una sorella.