Photo: virginia

20/06/13

silenzio

vi capita mai di sentire il peso delle parole? a volte si desidera solo silenzio e gesti. si dicono spesso troppe parole, le si usa anche senza davvero essere consapevoli della forza, del peso che hanno. ormai c'e' sempre qualcosa che bisogna dire, c'e' sempre un pensiero da esprimere, da ascoltare. mentre gesti e silenzi sono sempre più rari. per questo esistono i ripostigli, dove rifugiarsi, nascondersi, proteggersi dalle troppe parole, dal loro peso. io ne ho sempre avuto uno. oggi il mio ripostiglio e' una mansarda sotto e sopra i tetti di londra, da qui ascolto il rumore dei treni ma le parole non entrano. 

07/06/13

Si chiudono le scuole


Stamattina mi sono alzata presto. E’ entrata luce dalla finestra, dalle persiane lasciate aperte. C’era silenzio eccetto per i rumori provenienti dalla strada. Il camioncino della frutta  arriva sempre presto al mattino e le signore del palazzo sono pronte li con il loro borsello, gonne nere e magliette estive colorate. Pronte con i loro sorrisi e la loro forza. Rientreranno a casa con buste colme di frutta e verdure, prezzemolo basilico e sedano che fuoriescono dalle buste. Entreranno in casa e troveranno mariti e figli ancora insonnoliti mentre loro saranno gia a meta’ giornata. Prepareranno il secondo caffè della mattinata, il caffè che svegliera gli altri. Ne sento l’odore e vado in cucina, le buste blu sono sul tavolo e il caffè sta per essere versato nella tazzina. E’ il momento migliore della giornata, non c’e’ ancora fretta di fare niente, e davanti ho una madre soddisfatta per gli aquisti e per le chiacchiere con le signore del palazzo. E magari c’e’ pure scappato un caffè dalla signora di sotto. Io mi godo il silenzio della casa, e i rumori lievi della strada di chi si e’ rimboccato le maniche all’alba. Mi godo l’odore di questo caffè che nn chiede ancora di correre, di fare. Osservo mia madre che va da una parte all'altra della cucina apre le buste con le verdure, ho preso i fagiolini guarda qua, li facciamo a pranzo, guarda come so’ belli.
Si, sono belli o e’ lei a renderli belli, la sua sveglia alle sei mezza, il borsello nero, la maglia rossa, il caffè. I fagiolini so’ belli. Mi alzo e vado verso il bagno ma scopro che qualcuno intanto si e’ alzato ed e’ già li. Ormai il mondo e’ in piedi. Il fruttivendolo non si sente più, le buste blu sono vuote. Tra un po’ mia madre inizierà ad aprire completamente le persiane della mia stanza, non vedrà e non sentirà più nessuno, ci sono i letti da fare, le lavatrici, e i fagiolini. La casa intera e’ il suo territorio. Il bagno e’ ancora occupato. Io apro gli sportelli dell’armadio e osservo i vestiti senza tanta voglia di decidere poi guardo la finestra, e poi sento ancora mia madre dietro di me senza sosta. E arriva la solita domanda, la domanda estiva. Arriva il primo giorno di vacanze, dopo la chiusura dei portoni della scuola. Arriva e si formula in testa mia ogni giorno, dopo il caffè, davanti all'armadio. Arriva e rimane la' in testa mia fino a quando un nuovo inverno rassicurante non tornerà. E io mo, che faccio?